lunedì 11 febbraio 2008

10 febbraio Il Giorno del Ricordo. Progetto L'Aquila ha partecipato agli eventi organizzati dall'Associazione Venezia Giulia e Dalmazia

10 febbraio 2008
LA GIORNATA DEL RICORDO

'La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale 'Giorno del ricordo' al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della piu' complessa vicenda del confine orientale'. Con queste parole, tratte dal testo legislativo che nel marzo del 2004 stabiliva l'ufficialita' della ricorrenza oggi festeggiata per il quarto anno consecutivo, lo Stato italiano stabiliva a distanza di decenni dalla fine della Seconda guerra mondiale di tributare un riconoscimento ai congiunti degli infoibati. E di portare cosi' alla luce del sole vicende dolorose ma fino ad allora rimaste spesso ignote a quanti non vissero i giorni drammatici della fine del conflitto.
Il termine 'foiba' e' una corruzione dialettale del latino 'fovea', che significa 'fossa'; le foibe, infatti, sono voragini rocciose, a forma di imbuto rovesciato, create dall'erosione di corsi d'acqua; possono raggiungere i 200 metri di profondita'. Si calcola che in Istria ve ne siano piu' di 1.700. Cio' che rende tristemente famose queste cavita' geologiche e' tuttavia legato all'uso che i partigiani iugoslavi ne fecero dal 1943 al '45 come sito per l'occultamento di cadaveri. Questo particolare e agghiacciante utilizzo delle foibe avvenne in due periodi. Il primo e' successivo all'8 settembre 1943, cioe' all'armistizio tra Italia e Alleati. In quel periodo nei territori dell'Istria, abbandonati dai soldati italiani, i partigiani delle formazioni slave, ma anche gente comune, per lo piu' delle campagne, fucilarono o gettarono nelle foibe centinaia di cittadini italiani, bollati come 'nemici del popolo'.
Il secondo e piu' intenso periodo di 'infoibamento' accadde tra il primo maggio e il 12 giugno 1945 (quando gli anglo-americani rientrarono a Trieste occupata dalle milizie di Tito) tra Trieste e Gorizia, con l'uccisione di diverse migliaia di persone, molte delle quali gettate vive nelle foibe. La 'foiba' piu' conosciuta e' quella di Basovizza, sebbene si tratti di un pozzo artificiale e non di una cavita' naturale. Riguardo a questo secondo momento le cronache parlano di un imponente tentativo di epurazione e di 'caccia all'italiano'. Il numero globale degli 'infoibati' e' ancora incerto.
Negli anni '60 il comune di Trieste sulla base dei dati dell'ufficio anagrafico, stilo' un elenco di 4.122 scomparsi. Per il tenente colonnello inglese De Gaston, capo del Patriots Office, il numero oscillerebbe intorno ai 9.800, di cui oltre 4000 civili, donne e bambini compresi. Il Centro studi adriatici ha invece stabilito nel 1989 che le vittime furono 10.137, di cui 994 infoibate, 326 accertate ma non recuperate dalle profondita' carsiche, 5.643 vittime presunte sulla base di segnalazioni locali o altre fonti, 3.174 morte nei campi di concentramento jugoslavi.
Il 10 febbraio 2007 il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dichiaro': 'Va ricordato l'imperdonabile orrore contro l'umanita' costituito dalle foibe, e va ricordata la 'congiura del silenzio', la fase meno drammatica ma ancor piu' amara e demoralizzante dell'oblio. Anche di quella non dobbiamo tacere, assumendoci la responsabilita' dell'aver negato, o teso a ignorare, la verita' per pregiudiziali ideologiche e cecita' politica, e dell'averla rimossa per calcoli diplomatici e convenienze internazionali'
Fonte Agi
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A L'Aquila per ricordare i martiri istriani, giuliani e dalmati delle foibe alle ore 15.30 presso Via Norma Cossetto in località Pettino sono stati deposti dei fiori, e alle ore 16, 30 presso la Chiesa di S.Maria Paganica è stata celebrata una messa in suffragio dei martiri da Don Renzo Narduzzi.
Il nostro circolo ha partecipato alle iniziative e ringrazia sentitamente Livio Gobbo per l'impegno che svolge con grande passione quale Presidente Regionale dell'Associazione Venezia Giulia e Dalmazia.

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