mercoledì 28 maggio 2008

PROGETTO L'AQUILA PER IL PDL :DOMANI 29 MAGGIO CONVEGNO CON ITALO BOCCHINO E FABRIZIO DI STEFANO.

Domani giovedì 29 maggio alle ore 18.30 presso il Grand Hotel si terrà un convegno organizzato dall’Associazione Progetto L’Aquila per il PDL dal titolo “Dal multipartitismo al bipartitismo verso la costituzione del PDL”.
Sono previsti gli interventi dell’Avv.Ersilia Lancia, vice presidente dell’Associazione, del Senatore Fabrizio Di Stefano, coordinatore regionale di Alleanza Nazionale e dell’On.le Italo Bocchino Presidente vicario del gruppo parlamentare del PDL alla Camera dei Deputati.
I lavori saranno coordinati dall’Avv.Carla Mannetti, Presidente dell’Associazione.

In Italia il sistema multipartitico oramai ha ceduto il passo in favore di un sistema maggioritario che ha visto la costituzione di due poli, uno di centro destra ed uno di centro sinistra e le elezioni di aprile hanno dimostrato che gli italiani sono pronti a recepire la riforma costituzionale.
L’on.le Italo Bocchino è firmatario della proposta di legge di riforma costituzionale il cui contenuto si ispira ad un testo che già nella precedente legislatura ottenne un ampio consenso. Nel corso dei lavori del convegno saranno illustrati i contenuti della bozza di legge.

L’incontro è aperto a tutti coloro che si riconoscono nei principi e nel programma del popolo della libertà, con l’auspicio che ci sia una forte partecipazione della base per avviare un confronto serio sulla fase costituente del nuovo soggetto politico.

martedì 27 maggio 2008

Roma:una via per Giorgio Almirante, le dichiarazioni di Gasparri e La Russa sul diniego del Presidente della Comunità ebraica Pacifici


Polemico botta e risposta tra la comunità ebraica di Roma ed autorevoli esponenti del Governo e di An sulla proposta del sindaco Gianni Alemanno di intitolare una strada allo storico segretario dell'Msi, Giorgio Almirante. «La mia opinione, così come quella di tutta la Comunità ebraica è di totale condanna», ha risposto il presidente della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, a chi gli chiedeva un commento sulla proposta di Alemanno. Prima di accogliere il ministro dell'Interno Roberto Maroni alla sinagoga, Pacifici ha sottolineato di non voler entrare nel merito del giudizio politico di Almirante alla nascita della nostra Costituzione. Poi ha però precisato: «Conservo a casa i documenti della difesa della razza di cui Almirante era direttore. È stato complice di un regime tiranno che ha portato alla persecuzione e allo sterminio degli ebrei. Certo non è colpevole di aver ucciso nessuno, ma complice di quel regime. Credo non meriti di essere ricordato. A volte, le dinamiche dei consiglio comunale sono legate a proposte e provocazioni». Gasparri: Pacifici ingeneroso. Il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, si augura che il presidente della comunità ebraica di Roma torni sui suoi passi «e sappia valutare con un metro di giudizio meno arrogante e più realistico la figura di Almirante». «Solo una lettura datata e superficiale della sua vita politica può far scadere in stime tanto ingenerose - ha affermato Gasparri - . Almirante è stato un grande maestro, un insigne politico, un leader che ha saputo far crescere il suo partito ed imprimergli quella svolta che oggi lo ha condotto nel Popolo della libertà e domani nel Ppe. Spiace che Pacifici non abbia saputo cogliere l'Almirante migliore, amato e stimato da tanti. Anche per questo, per rendergli giustizia in un generale quadro di ricordo di tanti leader di destra e di sinistra, auspichiamo che il sindaco Alemanno gli renda omaggio anche attraverso l'intitolazione di una strada di Roma». La Russa: spiegherò a Pacifici la moralità di Almirante. Ignazio La Russa, alla guida di Alleanza nazionale, ha telefonato al presidente della Comunità ebraica romana, chiedendogli al più presto un incontro al fine di fargli conoscere, «pur nel rispetto delle legittime opinioni, aspetti morali e politici della vita dell'ex segretario del Msi, sempre pervasa di amore per l'Italia». Il ministro della Difesa ha poi aggiunto che domani Almirante sarà ricordato anche dalla Camera, con la presentazione della raccolta dei suoi discorsi parlamentari. Pacifici: accetto volentieri un incontro con La Russa. Pacifici si è detto disponibile a incontrare La Russa: «Siamo felici della disponibilità del ministro, di cui conservo il ricordo di aver manifestato e sfilato insieme all'Israel Day nel 2002 e la cui amicizia con la Comunità ebraica e con lo stato d'Israele ha una lunga tradizione. Per questo accetto volentieri di incontrarlo per chiarire con lui quello che è il nostro sentimento sulla figura di Giorgio Almirante, durante il ventennio fascista e quando collaborava con la Difesa della razza».
Fonte www.ilmessaggero.it

Notti violente a L'Aquila.Mannetti:è mancata la prevenzione. Carolina Marchetti chiede la convocazione di un consiglio di circoscrizione straordinario

"Giustissime le parole dei sindacati di Polizia che lamentano il fatto che pur essendo il fenomeno conosciuto da anni si è perso molto tempo.” E’ quanto ha dichiarato Carla Mannetti Presidente dell’Associazione Progetto L’Aquila per il PDL.

E’ vergognoso,infatti, dover constatare l’intervento delle Istituzioni solo dopo il grave episodio che si è verificato sabato sera a danno degli agenti di Polizia.

Finalmente è uscito dal letargo anche il Presidente della Regione Ottaviano Del Turco, il quale circa due anni fa aveva ricevuto una lettera contente una serie di istanze dei comitati cittadini supportate dalla raccolta di circa 1000 firme dove tra l’altro si chiedeva a tutte le Istituzioni locali l’installazione di un sistema di videosorveglianza. Allora il Presidente Del Turco non si è degnato di dare un cenno di risposta alla lettera, ci auguriamo che oggi alle parole seguano i fatti.

L’atteggiamento delle Istituzioni locali testimonia ancora una volta che la politica della prevenzione non appartiene alla cultura del centro sinistra, non si può infatti intervenire solo quando accadono fatti gravissimi; da tempo il fenomeno è stato denunciato a tutti i livelli ma si è avuta la sensazione che le Istituzioni non volessero realmente affrontare il problema.

“Un intervento preventivo- conclude la Mannetti- avrebbe sicuramente evitato questo e tanti altri episodi meno gravi, ma sempre rilevanti.

Nel frattempo Carolina Marchetti Consigliere della Circoscrizione L’Aquila Centro e componente del Direttivo dell’Associazione Progetto L’Aquila ha chiesto al Presidente Luca Angeletti la convocazione di un consiglio straordinario.

In circoscrizione l’argomento è stato inserito nel documento programmatico ed affrontato più volte.- ha dichiarato Carolina Marchetti –Oggi alla luce dei recenti avvenimenti, ritengo opportuno che se ne discuta in un consiglio convocato ad hoc per impegnare tutti i componenti della circoscrizione L’Aquila Centro a stimolare le Istituzioni locali per l’adozione di provvedimenti risolutivi.”

lunedì 26 maggio 2008

PROGETTO L’AQUILA : “L'Aquila di notte:tolleranza zero e solidarietà ai poliziotti aggrediti “


“Quanto accaduto sabato notte nella nostra città rappresenta un fatto gravissimo ed al tempo stesso preoccupante” è quanto ha dichiarato Carla Mannetti Presidente dell’Associazione Progetto L’Aquila per il PDL.
“Sono oramai tre anni che insieme ai comitati cittadini cerchiamo di sensibilizzare le Istituzioni e soprattutto il Comune, ma sino ad oggi le risposte sono state deboli sia da parte della passata amministrazione che dell’attuale. Il centro storico della nostra bellissima città è sempre più in balia di ragazzi violenti, aggressivi, privi di senso civico ed irrispettosi delle più elementari regole di educazione. La città di notte è invivibile e non bisogna affatto lasciarsi intimidire da nessuno. I Comitati cittadini hanno chiesto da sempre il rispetto delle regole e soprattutto più controlli e vigilanza e le reazioni avute in passato da alcuni esponenti politici, alla luce anche degli attuali avvenimenti, appaiono sempre più inadeguate.”
“Voglio esprimere, a nome di Progetto L’Aquila, piena solidarietà agli agenti di polizia aggrediti nella notte di sabato e totale appoggio alla posizione del Questore Filippo Piritore su quella tolleranza zero che da anni abbiamo sempre invocato, purtroppo inascoltati.”
“Crediamo, infatti, che i giovani si possano divertire nel rispetto della civile convivenza , soprattutto senza arrecare danno ad altri: l’uso sconsiderato di droga e alcol oltre che danneggiare la salute ,allontana dai veri piaceri e soprattutto dai valori costitutivi della persona.”

sabato 24 maggio 2008

IL PACCHETTO SICUREZZA


Due mesi di tempo per rendere operative le nuove norme sulla sicurezza. Con il Consiglio dei ministri che si è tenuto a Napoli il 21 maggio, il pacchetto sicurezza ha ottenuto il via libera. Inserito in un disegno di legge il reato di immigrazione clandestina e decisa l'assunzione di quasi 4.000 unità per le forze dell'ordine.
Il pacchetto sicurezza è composto da un decreto legge, un disegno di legge e tre decreti legislativi.
Il decreto legge, che avrà effetto immediato con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, reca misure urgenti in materia di sicurezza pubblica prevede nuove norme per contrastare l’immigrazione clandestina. Sono ampliati i casi di espulsione su ordine del giudice, in caso di condanna penale, e prevista analoga misura per i cittadini comunitari. Inoltre pene più severe per chi guida in stato di ebbrezza e nuovi poteri ai sindaci, che potranno adottare provvedimenti urgenti nei casi in cui si renda necessario prevenire ed eliminare gravi pericoli, non solo per l'incolumità pubblica, ma anche per la sicurezza urbana. Vita dura anche per chi specula sulla realtà dell’immigrazione in Italia: prevista la confisca degli appartamenti affittati agli irregolari. Rafforzata la cooperazione tra la polizia municipale e le forze dell'ordine e ampliate le fattispecie penali perseguibili con il rito del giudizio direttissimo e con quello del giudizio immediato.
Il disegno di legge sulla sicurezza pubblica, infine, mira a rendere più incisiva ed efficace l'azione di prevenzione e contrasto dello Stato alle molteplici manifestazioni di criminalità mediante l'introduzione di norme che disciplinano e sanzionano più rigidamente fattispecie di reato già esistenti o introducendo nuove previsioni normative.
I tre decreti legislativi sono dedicati ai ricongiungimenti familiari dei cittadini stranieri, al riconoscimento e la revoca dello status di rifugiato e alla libera circolazione dei cittadini comunitari.
Il pacchetto è completato da una dichiarazione di stato d’emergenza che consente di fare fronte con rapidità alla situazione di estrema criticità che si è determinata in Campania, in Lombardia e nel Lazio per la presenza di numerosi cittadini extracomunitari irregolari e nomadi stabilmente insediati in talune aree.
Infine, il Consiglio dei ministri ha approvato un ulteriore disegno di legge in materia di cooperazione transfrontaliera a fini di contrasto del terrorismo, della criminalità transfrontaliera e della migrazione illegale, con il quale l'Italia aderisce al Trattato di Prüm che istituisce la "banca dati nazionale del DNA".
Leggi il dossier del Governo


Fonte: comunicato Consiglio dei Ministri e Ministero dell'Interno


venerdì 23 maggio 2008

PER NON DIMENTICARE: 16 anni dopo la strage di Capaci


Punta Raisi atterra un jet del Sisde, un aereo dei servizi segreti partito dall'aeroporto romano di Ciampino alle ore 16,40. Sopra c'è Giovanni Falcone con sua moglie Francesca. E sulla pista ci sono tre auto che lo aspettano. Una Croma marrone, una Croma bianca, una Croma azzurra. E' la sua scorta, erano stati raggruppati dal capo della mobile Arnaldo La Barbera.Una squadra affiatatissima che aveva il compito di sorvegliare Falcone dopo il fallito attentato del 1989 davanti la villa del magistrato sul litorale dell'Addaura. La solita scorta con Antonio, Antonio Montinaro, agente scelto della squadra mobile che, appena vede il "suo" giudice scendere dalla scaletta, infila la mano destra sotto il giubbotto per controllare la pistola.Tutto è a posto, non c'è bisogno di sirene, alle 17,50 il corteo blindato che trasporta il direttore generale degli Affari penali del ministero di Grazia e giustizia è sull'autostrada che va verso Palermo. Tutto sembra tranquillo, ma così non è. Qualcuno sa che Falcone è appena sbarcato in Sicilia, qualcuno lo segue, qualcuno sa che dopo otto minuti la sua Croma passerà sopra quel pezzo di autostrada vicino alle cementerie. La Croma marrone è davanti. Guida Vito Schifani, accanto c'è Antonio, dietro Rocco Di Cillo. E corre, la Croma marrone corre seguita da altre due Croma, e quella azzurra. Sulla prima c'è il giudice che guida, accanto c'è, sua moglie, anche lei magistrato. Dietro l'autista giudiziario, Giuseppe Costanza, dal 1984 con Falcone, che era solito guidare soltanto quando viaggiava insieme alla moglie. E altri tre sulla Croma azzurra, Paolo Capuzzo, Gaspare Cervello e Angelo Corbo. Un minuto, due minuti, la campagna siciliana, l'autostrada, l'aeroporto che si allontana, quattro minuti, cinque minuti.Ore 17,59, autostrada Trapani-Palermo. Investita dall'esplosione la Croma marrone non c'è più. La Croma bianca è seriamente danneggiata, si salverà Giuseppe Costanza che sedeva sui sedili posteriori. La terza, quella azzurra, è un ammasso di ferri vecchi, ma dentro i tre agenti sono vivi, feriti ma vivi. Feriti come altri venti uomini e donne che erano dentro le auto che passavano in quel momento fra lo svincolo di Capaci e Isola delle Femmine.Fu Buscetta a dirglielo: "L'avverto, signor giudice. Dopo quest'interrogatorio lei diventerà forse una celebrità, ma la sua vita sarà segnata. Cercheranno di distruggerla fisicamente e professionalmente. Non dimentichi che il conto con Cosa Nostra non si chiuderà mai. E' sempre del parere di interrogarmi?".




martedì 13 maggio 2008

Progetto L'Aquila è pronto a raccogliere la sfida sulla costituzione del PDL


“Con le dimissioni del Presidente di An Gianfranco Fini è iniziato il processo costituente del partito unico del centrodestra e l’avvio di una nuova fase che porterà alla costituzione del nuovo soggetto politico” è quanto ha dichiarato Carla Mannetti Presidente dell’Associazione Progetto L’Aquila per il PDL.
“La nostra associazione è già al lavoro da alcuni mesi. Nei prossimi mesi saranno organizzati una serie di incontri tematici che vedranno il coinvolgimento di tutta la base elettorale del centrodestra. Il primo incontro si terrà a fine mese e affronterà il tema “Dal pluripartitismo al bipartitismo. Verso la costituzione del PDL” .
“Siamo pronti a raccogliere la sfida del soggetto unitario, a cui abbiamo creduto sin dall’inizio. Il nostro elettorato si è dimostrato molto più maturo degli addetti ai lavori è per questo che tutto il popolo delle libertà deve essere coinvolto sin dall’inizio nelle scelte che accompagneranno questo momento così importante. La forma e la sostanza del nuovo soggetto politico sono ancora da mettere definitivamente a punto ed il contributo di tutti dirigenti,militanti e simpatizzanti è fondamentale.”
“Quella di ieri è stata una giornata storica per Alleanza Nazionale, dopo vent’anni alla guida del partito Gianfranco Fini lascia il timone ad Ignazio La Russa, fino al congresso che consacrerà la nascita del nuovo soggetto politico. Noi crediamo che con le elezioni politiche di aprile si è aperta una nuova era che ha già determinato una totale metamorfosi dello scenario politico. Ecco questo è il momento giusto per lanciare segnali di cambiamento e di novità sul nostro territorio, coinvolgendo sempre più i cittadini che hanno tutti i diritti di partecipare attivamente alla vita politica della nostra città e della nostra provincia.”

domenica 11 maggio 2008

L'Assemblea nazionale di Alleanza Nazionale: Fini passa il timone a La Russa.


Dopo 21 anni alla guida della destra italiana, il presidente della Camera passa il timone a La Russa: «Ora la destra non è più figlia di Dio minore»
«Questa sarà la mia ultima relazione nel partito. Ma con la mia elezione la destra non è più figlia di un Dio minore». Dopo 21 anni alla guida della destra italiana, Gianfranco Fini passa il testimone al "reggente" Ignazio La Russa, che affiancato dall’ufficio politico e da un nuovo esecutivo dovrà traghettare Alleanza Nazionale nel Popolo delle Libertà, dopo l’ultimo congresso di An ed il primo del Pdl. I ringraziamentiAll’assemblea nazionale del partito a Roma Fini ha ringraziato gli elettori «tutti quelli che ci hanno dato fiducia». «Nessuno conta nulla - ha aggiunto Fini nella sua relazione - se non ha il consenso della gente». Poi il leader del partito ha ringraziato anche tutti i militanti del partito «dal primo fino a quelli in periferia. Abbiamo considerato importante il ruolo della classe dirigente lontana dal centro: di quelli che tutto danno e nulla chiedono». Poi Fini ha ricordato la "memoria" di coloro che «non sono stati presenti per gioire insieme dei risultati elettorali: penso agli amici, ai militanti, e ai tanti momenti che hanno segnato la nostra vita». Al congresso di An il protagonista è lui: da giovane delfino di Giorgio Almirante a ultimo segretario missino, dalla svolta di Fiuggi al governo con la destra, poi alla Farnesina e infine alla Presidenza della Camera, terza carica dello Stato e definitivo riconoscimento della sua piena crescita democratica. Quello di oggi è l'ultimo discorso di Fini da Presidente della destra italiana. Perchè la destra così come esiste oggi, se il percorso da lui stesso tracciato arriverà a compimento, non ci sarà più. Si spegnerà la fiamma, che ancora arde minuscola nel simbolo, e An sarà parte del più vasto Pdl, che alle Europee del 2009 dovrebbe esistere come vero e proprio partito politico e non più come semplice cartello elettorale con Forza Italia e altri piccoli partiti. «Non siamo più figli di un dio minore. È stata ricomposta una frattura. È stato superato un fossato». Sono questi i concetti chiave con i quali Fini segnala il significato politico del successo politico ed istituzionale di AN. Una sottolineatura che Fini chiarisce distinguendo, per una volta, «chi viene in questo partito da altre esperienze politiche o senza precedenti politico e chi invece condivide un’esperienza per certi versi più difficile e dolorosa». Un richiamo che non può non legarsi al tema già introdotto in apertura dei lavori da Franco Servello, cioè al fatto che «tutto ciò accada per un gioco del destino nel ventennale della scomparsa di Giorgio Almirante». Passaggio segnato, come già prima per le parole di Servello, da un sentito applauso dalle platea.Ora toccherà ai "colonnelli" il ruolo di enfatizzare la strada fatta negli ultimi 20 anni: La Russa, Alemanno, Gasparri, Matteoli, Ronchi tracceranno il bilancio della fase politica che si chiude e di quella nuova che si apre, celebrando i traguardi raggiunti. Sono infatti ormai un lontano ricordo i tempi delle lotte tra colonnelli e ciascuno di loro riveste ruoli politici di primo piano: La Russa, Matteoli e Ronchi al governo, Gasparri capogruppo del Pdl al Senato, Alemanno sindaco di Roma, Urso e Mantovano in pole position per un incarico da viceministro. E una giovane classe dirigente che cresce: Giorgia Meloni anche lei ministro dopo essere stata vice presidente della Camera, Bocchino presidente vicario di Cicchitto al gruppo Pdl a Montecitorio, una folta pattuglia di uomini della destra pronti a giurare da sottosegretario già lunedì: tra questi Menia, Giorgetti, Saglia, Martinat, Augello, Bonfiglio.
Fonte La Stampa

sabato 10 maggio 2008

In Abruzzo aumentano le tasse per il deficit della sanità causato dalla sinistra. L'intervento del Senatore Di Stefano


Per gli abruzzesi e per l’economia della Regione si prepara un’estate di lacrime e sangue» è quanto dichiara il consigliere regionale di An e senatore del PdL Fabrizio Di Stefano.«Nonostante i proclami del presidente Del Turco, il Sole 24Ore di questa mattina ha rivelato che – come atto d’addio – l’ex premier Prodi ha scritto ai governatori di Lazio e Abruzzo intimandogli di aumentare oltre il tetto massimo le aliquote di Irap ed Irpef per far fronte al disavanzo sanitario» ha reso noto Di Stefano.«Oltre al tristissimo dato che ormai l’Abruzzo è la più “canaglia” tra le “regioni canaglia” – ha proseguito Di Stefano – ciò che fa spavento è l’importo del debito accumulato nel 2007 e in parte nel 2006: 232,7 milioni di euro, e questa volta Del Turco non potrà più usare il trito alibi delle colpe altrui perché si tratta di un disavanzo prodotto durante la sua gestione, alla faccia del risanamento garantito alle parti sociali e al mondo produttivo e alla riduzione della pressione fiscale promessa in campagna elettorale da comizianti bugiardi e in malafede».«Ormai – attacca Di Stefano – la bandiera del rigore sventolata dall’esecutivo in questi anni è ridotta a brandelli, così come le prospettive di sviluppo della Regione e la fiducia degli abruzzesi nel centro-sinistra, sempre più parolaio, dannoso e inconcludente».Il consigliere di An passa, quindi, a snocciolare le cifre: «Per comprendere a pieno la portata di questa ennesima brutta notizia è sufficiente ricordare che, nel dicembre 2006, con l’aumento di un punto percentuale dell’Irap e dello 0,5 dell’addizionale Irpef la Regione prelevò dalle tasche degli abruzzesi circa 140 milioni di euro, oggi la cifra da recuperare è superiore di oltre il 65% quindi le aliquote, per ripianare per intero il disavanzo, dovrebbero arrivare al 6,8% per l’Irap e al 2,2% per l’addizionale Irpef: una follia, con un livello di tassazione che non ha pari nel resto d’Italia».«A questo punto – conclude Di Stefano – l’arrivo di un commissario ad acta inviato da Roma è, per utilizzare un gergo sanitario, “ineludibile” e, forse, ci sarebbe bisogno, se solo fosse possibile, che nell’interesse degli abruzzesi l’intera gestione della Regione fosse commissariata per manifesta incapacità amministrativa del Pd e dei suoi sodali che, nel frattempo, non trovano nulla di meglio da fare se non accapigliarsi per i posti in giunta».

giovedì 8 maggio 2008

Si è insediato il Berlusconi quater: Buon lavoro Presidente!!!!

Il nuovo premier – a capo della coalizione di Centrodestra (Pdl – Lega Nord – Mpa) che ha vinto le elezioni politiche anticipate di metà aprile, determinate dallo sfascio della coalizione di Centrosinistra di Prodi per l'abbandono dell'Udeur di Mastella – ed i suoi ministri hanno giurato davanti al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il neo presidente del Consiglio si presenterà alla Camera per chiedere la fiducia martedì 13. Il voto di fiducia sarà mercoledì. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo di Montecitorio

Nel Salone delle Feste al Quirinale il nuovo governo ha prestato giuramento con una cerimonia solenne davanti al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Per primo ha giurato il presidente del Consiglio Berlusconi, pronunciando la formula di rito e firmando per accettazione il decreto di nomina che subito di nuovo viene controfirmato dal capo dello Stato.

Subito dopo Berlusconi è passato dietro il tavolo, in fondo alla sala, affiancando Giorgio Napolitano, per assistere al giuramento dei singoli ministri chiamati uno alla volta dal segretario generale del Quirinale, Donato Marra. Accanto a Napolitano e a Marra, il consigliere giuridico del Quirinale Salvatore Sechi.
Al termine della cerimonia, Berlusconi e i ministri si sono messi in posa nel Salone delle Feste per la tradizionale foto di gruppo insieme a Napolitano.

Il giuramento è durato venti minuti. Ogni ministro ha letto la formula: «Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della Nazione». Il ministro Scajola ha scambiato, forse per l’emozione, la parola «Nazione» con «Italia». Il ministro della Difesa Ignazio La Russa invece si stava allontanando senza firmare l’accettazione ed è stato richiamato. Con lui Berlusconi ha fatto una gag: ha finto di non volergli stringere la mano, poi invece la stretta c'è stata, molto calorosa.
Adesso il governo è in carica e ci sarà la prima riunione del Consiglio dei Ministri a Palazzo Chigi.

LA NUOVA IMPRONTA DEL LEADER

IL PUNTO DI STEFANO FOLLI
pubblicato oggi sul Sole 24 ore

Accettando l'incarico senza la tradizionale "riserva", Silvio Berlusconi ha innovato sulla prassi come non accadeva da decenni. È un segnale, solo un segnale. Ma è quello che l'opinione pubblica si aspettava dopo il 13 aprile. Un nuovo stile di governo comincia anche da come si riesce a risparmiare tempo. Del resto lo ha fatto in primo luogo il presidente della Repubblica, che si è detto soddisfatto di aver evitato al Paese certe «lungaggini» superflue, dato il risultato perentorio delle elezioni. Insomma, almeno sul piano procedurale, siamo meglio della Spagna.

Va da sé, peraltro, che il premier aveva tutto l'interesse a non complicarsi la vita. Prolungare le trattative sulle poltrone, rischiava di compromettere fin dall'inizio quella leadership che Berlusconi non può permettersi di logorare, perché costituisce la sua carta più preziosa. Non solo. Visto che i partiti avevano rialzato la testa, e Alleanza Nazionale in particolare aveva rilanciato le sue pretese, il presidente del Consiglio "in pectore" rischiava di trovarsi prigioniero dei suoi alleati prima ancora di presentarsi alle Camere. Il fantasma della legislatura 2001-06 cominciava a prendere forma. Proprio il pericolo da evitare.

Era indispensabile chiudere al più presto il negoziato e annunciare la lista. In altre parole, era essenziale che il governo nascesse in fretta con l'impronta del suo leader bene in evidenza, all'insegna di quella «filosofia del fare» che è stato il motivo conduttore della campagna elettorale e la ragione di fondo della vittoria del centrodestra. Il cerchio Berlusconi è riuscito a quadrarlo ieri sera, in anticipo di almeno 24 ore sul previsto e prima della partenza di Napolitano per la Fiera del Libro di Torino.
Un esito che si deve, è bene ricordarlo, anche al rapporto positivo che si è stabilito fra il nuovo premier e il Capo dello Stato.
Quella «limpida collaborazione» sottolineata da Napolitano è stata scandita dai colloqui e dagli incontri dei giorni scorsi, precedenti l'investitura ufficiale, e segna un salto di qualità rispetto ai foschi scenari evocati dal medesimo Berlusconi in campagna elettorale. I lettori ricorderanno forse come egli descriveva se stesso nei panni di un presidente del Consiglio «solo contro tutti i poteri costituzionali», globalmente a lui avversi, a cominciare dal Quirinale. Una prospettiva piuttosto inquietante, per fortuna già dissolta: con Napolitano si è creato subito un clima di collaborazione che lascia ben sperare. Di tutto il Paese ha bisogno tranne che di una stagione di tensioni istituzionali.
Quanto alla squadra di governo, le novità rispetto alle attese sono poche. Colpisce l'assenza di Lucio Stanca all'Innovazione: al suo posto Renato Brunetta. Nel complesso Berlusconi ha tenuto conto delle richieste dei partiti, ma non se ne è fatto travolgere. L'esecutivo nasce compatto, con una marcata impronta settentrionale, ma con un occhio agli equilibri regionali. Nasce nel segno di una leadership consapevole. Che ora dovrà dimostrare sul campo di essere anche forte, cioè in grado di tradurre in scelte concrete i punti del programma e i progetti di riforma.
Grazie alla spinta popolare del 13 aprile, Berlusconi ha saputo resistere alle pressioni. Quelle partitiche e quelle extra-partitiche. Uno dei ministeri cruciali, la Giustizia, è andato al fedele Alfano, avvocato siciliano, nonostante varie resistenze. E anche questo è un indizio da non sottovalutare: qualcosa è cambiato rispetto al passato. Al Lavoro si affaccia un nome rispettato da tutti, quello di Maurizio Sacconi, persona di solida competenza, un riformista amico di Marco Biagi. Ed è un altro indizio che lascia intuire come s'intende procedere.
Certo, ora per Berlusconi e la sua squadra comincia il difficile. Ma il primo passo è positivo. Si dovrà procedere con quel miscuglio di equilibrio e determinazione che si è visto nella formazione del governo. In Parlamento la maggioranza è ampia, nel Paese le attese sono quasi trepidanti. L'Alitalia, la spazzatura in Campania, la ripresa dello sviluppo, lo snellimento istituzionale... Inutile stilare un'agenda. Ognuno sa quali sono le priorità. L'importante è che ne siano convinti il presidente del Consiglio e i suoi ministri..


Fonte Il sole 24 ore

mercoledì 7 maggio 2008

Auguri Maurizio!!! Meglio capogruppo che ministro. Perché a Gasparri piace stare in prima linea


“Fare il presidente del gruppo Pdl significa guidare il centrodestra verso il partito unico. È meglio che fare il ministro”, sono le parole del neo presidente del gruppo dei senatori del Popolo della Libertà al Senato, Maurizio Gasparri. Dovrà governare 147 senatori. A margine della seconda seduta del Senato, che ha eletto i vicepresidenti, i questori e i segretari, parla con Panorama.it nei corridoi del Transatlantico di palazzo Madama.Presidente Gasparri, il Pdl ha costituito il gruppo unico al Senato. Che significa dal punto di vista politico?È il primo passo verso il grande partito unitario del centrodestra. Una direzione che io, insieme a tanti altri, ho indicato come traguardo anche della destra. Da palazzo Madama mi sento in prima linea in questa che è la prima fase della costruzione della grande casa unitaria del centrodestra italiano.Presidente dei senatori. Non è che altri hanno o avranno ruoli più importanti?Non direi: questo è un ruolo di primo piano. Quando mi è stato prospettato ho accettato con grande onore e riconoscenza. Lo considero molto più importante di un ruolo di governo, che tra l’altro ho già ricoperto come sottosegretario all’Interno e ministro delle Comunicazioni. Un ruolo di questa natura, con 147 senatori da guidare e con la nascita del nuovo partito unico del centrodestra credo sia il ruolo migliore che si potesse avere. Avrò una grande responsabilità politica.Intanto Alleanza Nazionale va verso lo scioglimento. Domenica Gianfranco Fini ha annunciato le sue dimissioni da presidente di An. Ci sarà Ignazio La Russa come reggente e un comitato di reggenza formato da coloro che erano nell’ufficio politico di An. Si dovrà lavorare per sei mesi, un anno, per creare sul territorio e portare alla nascita del partito unitario.Si va verso una legislatura costituente?Dobbiamo certamente affrontare i problemi delle riforme costituzionali. Ma non sono la priorità.Cosa viene prima?La sicurezza, la famiglia, le infrastrutture, la riduzione della tasse che gravano sul lavoro. È quello che si aspettano da noi gli italiani. Per le riforme ci sarà modo e tempo per trovare una via di ragionamento e di condivisione.I nodi sul governo?Berlusconi, che sarà incaricato nelle prossime ore, ha tutti gli elementi per costituire il governo, noi abbiamo fatto le nostre proposte.Si mormora di problemi tra Forza Italia e Alleanza Nazionale.Sono problemi fisiologici, direi non superiori alla norma. L’importante è far partire il governo da cui gli italiani si aspettano molto.


Fonte Panorama.it

martedì 6 maggio 2008

Attacchi a Gianfranco FINI strumentali


Ospite di Porta a Porta con il presidente del Senato, Renato Schifani, Gianfranco Fini ha giustamente invocato la "tolleranza zero" contro "i pazzi criminali" di Verona che "vanno messi in galera" precisando con riferimento alle contestazioni dei centri sociali e della sinistra radicale contro Israele alla Fiera di Torino che "la violenza che c'è nei confronti di Israele è di tipo politico-ideologico. I due fenomeni non sono paragonabili".


Le reazioni, come al solito strumentali, della sinistra radicale, lasciano senza parole. Giustamente Fini ha dichiarato " Non capisco certe polemiche. Bisognerebbe preoccuparsi di dichiarazioni come queste, non so quanto autorevoli. Quando non si hanno argomenti per polemizzare si inventano. Questi signori sono gli stessi che stavano contestando la Fiera del Libro, gli stessi che impediscono al capo dello Stato di andarci a porte aperte. Poi non si lamentino se rimangono fuori dal Parlamento. Sono portatori di opinioni talmente minoritarie nel paese da non raggiungere neanche il quorum per entrare in Parlamento".

Gianfranco Fini ha giustamente espresso una sua opinione che come al solito è stata stravolta , travisata e strumentalizzata ad uso e consumo di una sinistra che oramai non ha più argomenti su cui dibattere.

Gianfranco Fini dimostrerà di saper svolgere il ruolo di Presidente della Camera molto meglio di tanti altri ..........i fatti ci daranno ragione!!!!!

REDDITI ON LINE: IL GARANTE HA DICHIARATO ILLEGITTIMA LA DIFFUSIONE DATI IN RETE


In una nota L'Autorita' Garante per la privacy rende noto di aver concluso l'istruttoria avviata sulla diffusione, tramite il sito web dell'Agenzia delle entrate, dei dati relativi alle dichiarazioni dei redditi dei contribuenti italiani. Il Collegio (composto da Francesco Pizzetti, Giuseppe Chiaravalloti, Mauro Paissan, Giuseppe Fortunato), nel ribadire quanto gia' sostenuto nel provvedimento con il quale aveva immediatamente invitato a sospendere la pubblicazione on line, ha stabilito che la modalita' utilizzata dall'Agenzia e' illegittima. L'Agenzia delle entrate dovra' quindi far cessare definitivamente l'indiscriminata consultabilita', tramite il sito, dei dati relativi alle dichiarazioni dei redditi per l'anno 2005. La decisione dell'Agenzia contrasta con la normativa in materia. In primo luogo, perche' il Dpr n.600/1973 stabilisce che al direttore dell'Agenzia delle entrate spetta solo il compito di fissare annualmente le modalita' di formazione degli elenchi delle dichiarazioni dei redditi, non le modalita' della loro pubblicazione, che rimangono prerogativa del legislatore. Attualmente, per le dichiarazioni ai fini dell'imposta sui redditi, la legge prevede unicamente la distribuzione degli elenchi ai soli uffici territoriali dell'Agenzia e la loro trasmissione ai soli comuni interessati e sempre con riferimento ai contribuenti residenti nei singoli ambiti territoriali. L'inserimento dei dati in Internet, inoltre, appare di per se' non proporzionato rispetto alla finalita' della conoscibilita' di questi dati. L'uso di uno strumento come Internet - continua l'Autorita' - rende indispensabili rigorose garanzie a tutela dei cittadini. L'immissione in rete generalizzata e non protetta dei dati di tutti i contribuenti italiani (non sono stati previsti "filtri" per la consultazione on line) da parte dell'Agenzia delle entrate ha comportato una serie di conseguenze: la centralizzazione della consultazione a livello nazionale ha consentito, in poche ore, a numerosissimi utenti, non solo in Italia ma in ogni parte del mondo, di accedere a innumerevoli dati, di estrarne copia, di formare archivi, modificare ed elaborare i dati stessi, di creare liste di profilazione e immettere ulteriormente dati in circolazione, ponendo a rischio la loro stessa esattezza. Tale modalita' ha, inoltre, dilatato senza limiti il periodo di conoscibilita' di dati che la legge stabilisce invece in un anno.

L'Autorita' ha poi rilevato che non e' stato chiesto al Garante il parere preventivo prescritto per legge. L'Autorita' ha altresi' specificato che va ritenuta illecita anche l'eventuale ulteriore diffusione dei dati dei contribuenti da parte di chiunque li abbia acquisiti, anche indirettamente, dal sito Internet dell'Agenzia. Tale ulteriore diffusione puo' esporre a conseguenze di carattere civile e penale. Resta fermo il diritto-dovere dei mezzi di informazione di rendere noti i dati delle posizioni di persone che, per il ruolo svolto, sono o possono essere di sicuro interesse pubblico, purche' tali dati vengano estratti secondo le modalita' attualmente previste dalla legge. L'Autorita' sottolinea, sin d'ora, che, qualora il Parlamento e il Governo intendessero porre mano ad una revisione della normativa alla luce del mutato scenario tecnologico, si porra' l'esigenza di individuare, sentita l'Autorita', soluzioni che consentano un giusto equilibrio tra forme proporzionate di conoscenza dei dati dei contribuenti e la tutela dei diritti degli interessati. Il Garante ha stabilito, infine, di contestare all'Agenzia, con separato provvedimento, l'assenza di un'idonea informativa ai contribuenti riguardo alla forma adottata per la diffusione dei loro dati, anche al fine di determinare la relativa sanzione amministrativa. Per dare la massima conoscibilita' al provvedimento e anche per consentire a tutti di avere maggiore consapevolezza che la ulteriore messa in circolazione dei dati e' un fatto illecito che puo' avere anche rilevanza penale, l'Autorita' ha disposto la pubblicazione del provvedimento sulla Gazzetta Ufficiale.


Fonte AGI

sabato 3 maggio 2008

Con Gianfranco FINI Presidente della Camera cade un tabù


Con l'elezione di Gianfranco Fini a presidente della Camera dai deputati della XVI legislatura, cade un tabù. Per la prima volta dal '48 a presiedere Montecitorio c'è un uomo di destra.

Ci sono stati i comunisti (Pietro Ingrao, Nilde Iotti, Fausto Bertinotti) ed i post-comunisti (Giorgio Napolitano, Luciano Violante), i democristiani (Giovanni Gronchi, Giovanni Leone, Brunetto Bucciarelli Ducci e Oscar Luigi Scalfaro) ed i post-Dc (Pier Ferdinando Casini), i socialisti (Sandro Pertini) ed anche i leghisti (Irene Pivetti). Ma mai un erede di quella che nella storia repubblicana è la tradizione politica della destra. Fini invece ha già detto senza imbarazzi che da presidente sara' ''uomo di parte''. Resterà uomo di partito, leader di quella destra moderata, moderna ed europea che proprio lui, ultimo segretario missino, ha accompagnato alla svolta di Fiuggi e più di recente nel Popolo della Libertà.