martedì 30 dicembre 2008

Auguri a tutti!!!!!!!!!!!!!!


domenica 14 dicembre 2008

REGIONALI 2008 L'AFFLUENZA ALLE URNE SCENDE DEL 16%

Le scorse elezioni regionali alle ore 22,00 della domenica avevano votato il 51,72 % degli aventi diritto, oggi il dato rilevato alla stessa ora è del 34,92%.

sabato 13 dicembre 2008

ELEZIONI REGIONALI 2008



Si vota domenica 14 e lunedì 15 dicembre. I seggi chiuderanno lunedì alle 15; subito dopo seguirà lo spoglio delle schede. Ogni elettore per poter esercitare il diritto di voto deve essere in possesso del certificato elettorale, che corrisponde ad una scheda. L'elettore che non ne è in possesso deve rivolgersi al Comune nelle cui liste elettorali è iscritto e richiederlo. Il documento verrà rilasciato all'istante.



VOTA Popolo della libertà
e scrivi MANNETTI

lunedì 8 dicembre 2008

Alemanno:Roma sottoscriverà un protocollo con l'Abruzzo



Il sindaco di Roma,l'On.le Gianni Alemanno domenica 7 dicembre è stato in città nell’affollata sala di palazzo Pica Alfieri e nel sottolineare l'importamnza dei rapporti tra Roma e la regione Abruzzo ha preso chiaramente l’impegno per la sottoscrizione di un protocollo tra L'Aquila-l'Abruzzo e Roma.
Nel corso dell'incontro la candidata Carla Mannetti
ha sottolineato come il duo Pezzopane- Cialente ha da sempre sbandierato progetti di integrazione tra le due relatà territoriali ma ad oggi non ha ancora fatto nulla di concreto ad eccezione delle solite chiacchiere e convegni.
"Confidiamo nella vittoria elettorale del centro destra per poter realmente costruire un progetto di sviluppo e di rilancio della nostra città L'Aquila capoluogo di regione e dell'intera provincia" - ha dichiarato Carla Mannetti.
Alemanno,infine, ha rimarcato come il riconoscimento dello status di Capitale per Roma potrà consentire uno sviluppo di tutto il centro Italia, a livello turistico, occupazionale, universitario. Da qui partiranno le premesse per i contenuti del protocollo tra Roma e l'Abruzzo.

martedì 2 dicembre 2008

GIORGIA MELONI A L'AQUILA


Lunedì 1 dicembre presso la splendida cornice di Palazzo Pica Alfieri in L'Aquila il Ministro della Gioventù Giorgia Meloni, ha tenuto una conferenza stampa su temi politici di grande attualità quali quelli della disoccupazione giovanile, della casa, delle famiglie in difficoltà, dei mutui.
Sono intervenuti il Sen.Fabrizio Di Stefano- coordinatore regionale del PDL, Carla Mannetti, candidata alle regionali per il PDL, l'On.le Marco Marsilio.

mercoledì 26 novembre 2008

Associazione Regionale Allevatori :basta con il commissarimento!!



“E’ più di anno che è stato nominato il commissario dell’Associazione Regionale degli Allevatori e ad oggi ancora non sono state attivate le procedure elettive per il rinnovo delle cariche ad eccezione della Provincia di l’Aquila.”
“La situazione è gravissima – afferma Carla Mannetti candidata alle regionali per il PDL- in quanto l’attuale commissario sta portando avanti politiche non condivise con la base.
Nel 2005 la Regione Abruzzo ha approvato la legge di riordino del sistema regionale allevatori,nell’aprile 2007 si è operata la fusione delle quattro strutture provinciali ed è stata contestualmente riconosciuta quale sede regionale L’Aquila.
“L’attuale commisario, pur consapevole che il maggior numero di aziende zootecniche è ubicato in provincia di L’Aquila e di Teramo, sta facendo il possibile per ritardare le elezioni ed indebolire il ruolo della sede regionale di L’Aquila.
“E’ per questo che lancio un appello al Commissario affinchè provveda entro brevissimo tempo a convocare le assemblee per il rinnovo delle cariche, i commissarimenti non possono durare in eterno e soprattutto il mondo degli allevatori ha bisogno di essere rappresentato da un’espressione del territorio”.

lunedì 10 novembre 2008

Il Consiglio Regionale non approva il contributo per la 60 settimana liturgica nazionale


“Tra i vari scempi a cui hanno assistito stupiti gli abruzzesi venerdì scorso in Consiglio Regionale, intendo rimarcare la mancata approvazione del contributo per la 60^ Settimana Liturgica Nazionale che, si dovrebbe svolgere nella nostra città, con l'organizzazione della Arcidiocesi Aquilana in collaborazione con il Centro di Azione Liturgica nazionale e della Conferenza Episcopale Italiana, nei giorni della Perdonanza 2009.
E’ vergognoso constatare che, come sempre, sono stati elargiti i soliti finanziamenti clientelari dell’ultima ora e non è stata accolta la richiesta dell’arcivescovo dell’Aquila Mons. Giuseppe Molinari per un evento di grande importanza che avrebbe dato grande visibilità alla nostra città con la presenza di oltre 1.500 pellegrini provenienti da tutte le parti d’Italia. Lancio un appello alle istituzioni locali e soprattutto ai cittadini, affinchè sia fatto il possibile per consentire la realizzazione di questo importante avvenimento. Per quel che mi riguarda ho già predisposto un disegno di legge regionale che sottoporrò immediatamente all’attenzione del gruppo consiliare regionale di AN, affinchè sia presentato nei prossimi giorni. “

venerdì 7 novembre 2008

CARLA MANNETTI SCENDE IN CAMPER



E’ stata presentata questa mattina l’iniziativa lanciata da Carla Mannetti candidata alle regionali per il PDL.
Raggiungere tutti i comuni della Provincia di L’Aquila per sensibilizzare i cittadini sull’importanza di ritrovare insieme la fiducia nelle potenzialità di un reale cambiamento nel governo della Regione Abruzzo è l’obiettivo dell’iniziativa “Carla Mannetti scende in camper”.

“Le mie proposte politiche si potranno realizzare solo con la partecipazione attiva dei cittadini- ha dichiarato Carla Mannetti- che contribuiranno attivamente al raggiungimento del mio programma politico basato su quattro punti cardine: valori-territorio-sicurezza e ricerca .
Sono già pronte svariate proposte di legge relative ad argomenti quali la famiglia, i piccoli comuni, la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica – continua la Mannetti- e particolare attenzione sarà rivolta alle zone di montagna ed alle professioni agricole della montagna.
La nostra provincia è per larghissima parte coperta da montagne dove persone “coraggiose” svolgono attività quali l’agricoltura e la zootecnia che valorizzano e nel contempo tutelano il nostro territorio è per questo che tali settori vanno sostenuti.”

Il camper partito ieri dall’Aquila raggiungerà ogni giorno da quattro a sei comuni della Provincia e la candidata incontrerà i cittadini per raccogliere i messaggi di chi desidera comunicare idee e proposte attraverso apposite schede che saranno distribuite dal camper.

martedì 21 ottobre 2008

venerdì 17 ottobre 2008

Mannetti: Emergenza lavoro la città morficata dal disinteresse dell’istituzioni.


"Il futuro della Transcom è a rischio, la Reiss Romoli ha attivato le procedure per il licenziamento di 71 persone, la Sanatrix sta smobilitando, per non parlare della situazione dei lavoratori del polo elettronico aquilano.La Pezzopane dal canto suo continua a chiedere tavoli governativi per cercare di addossare le proprie colpe ad altri.” E’ quanto ha dichiarato Carla Mannetti (AN- PDL.)

Nel giugno 2007 Del Turco, Cialente e la Pezzopane presentarono il piano di rilancio della Reiss Romoli ed in quella circostanza la presidente della Provincia dichiarò “ Regione, provincia e Comune hanno suggellato un patto istituzionale che li vedrà coinvolti, insieme ad altri soggetti nell’approntare un piano industriale credibile per il rilancio industriale dell’Hitech” sul territorio”- ( il Centro del 21 giugno 2007); i risultati a distanza di più di anno sono visibili a tutti.

Le politiche del lavoro portate avanti dalla coalizione di centro sinistra stanno motificando sempre più la nostra città .

I lavoratori chiedono segnali concreti, sono stanchi dei tavoli che non portano a nulla .”

“ Sulla vertenza Transcom sarebbe opportuno che le Istituzioni si impegnassero con tempestività per evitare il peggio, adoperandosi ad esempio per tamponare il calo delle commesse con la ricerca di nuove” .

“E’ ora di finirla con le chiacchiere,- conclude Carla Mannetti - è necessario impegnarsi con onestà e sincerità senza illudere i lavoratori”

venerdì 10 ottobre 2008

Fiducia, stabilità e liquidità



Fiducia per i risparmiatori,
stabilità nelle banche,
liquidità nelle banche per le imprese

Nessuna banca italiana è a rischio fallimento. Gli istituti di credito italiano sono sufficientemente patrimonializzate e sufficientemente liquide e garantiscono tutti nel modo più efficiente in Europa. I risparmi degli italiani sono al sicuro. E le misure adottate dal governo col decreto legge dell’8 ottobre mettono ulteriormente al riparo i correntisti italiani da ogni rischio e intendono rassicurare le imprese sulla continuità del finanziamento delle loro attività.
Il decreto del governo è uno scudo preventivo utile a fronteggiare le eventuali ricadute della crisi finanziaria sul sistema bancario italiano. Come tutti i governi europei ci si attrezza per fronteggiare eventuali peggioramenti della crisi.
Il decreto del governo serve anche per dare un messaggio rassicurante ai cittadini e non fa che confermare le informazioni date la settimana scorsa: il nostro sistema bancario è forte a sufficienza, ha liquidità a sufficienza e non ha problemi di capitalizzazione.
Tre sono le linee guida del decreto:
Difendere i risparmiatori
Oltre alla garanzia già prevista dal fondo interbancario sui depositi dei risparmiatori, anche lo Stato offre la sua copertura a protezione dei risparmi sui conti correnti. Ciò avviene potenziando il Fondo nazionale di garanzia del Ministero dell’Economia, allargando fino a 100.000 euro la copertura di rimborsi di titoli pubblici, azioni e liquidi che prima era di 20.000 euro.
In questo modo il governo protegge i risparmi fino al doppio del tetto autorizzato l’altro giorno dall’Ecofin (l’assemblea dei ministri dell’economia dei 27 Paesi dell’Unione europea).
Garantire le banche in caso di eventuali difficoltà
Se qualche banca italiana sarà messa sotto attacco speculativo e dovesse avere difficoltà, il governo potrà agire in due modi: a) un finanziamento per garantire la liquidità; b) l’ingresso nel capitale acquistando azioni privilegiate senza diritto di voto e dunque senza nazionalizzare la banca in questione. La gestione delle banche resterà privata. Il Tesoro entrerà in maniera temporanea e neutrale, se la Banca d'Italia lo riterrà necessario, finanziando quanto basta con una copertura che sarà disposta ogni volta con un decreto. Il management delle banche che chiederanno questo aiuto dovrà dimettersi. L’intervento del governo durerà il tempo strettamente utile e poi le azioni saranno rivendute.
Queste misure sono considerate dal ministro Tremonti "in linea con quanto stabilito dai capi di Stato e di Governo dell'Unione Europea nella riunione del 6 ottobre e con quanto successivamente precisato dai ministri economici e finanziari nel consiglio Ecofin del 7 ottobre".
Queste misure sono ora possibili dopo che l’Unione europea ha deciso che salvare la banche in difficoltà non è più considerato un indebito aiuto di Stato.
Sostenere l’accesso al credito delle piccole e medie imprese
Per evitare di creare difficoltà alle pmi italiane e semmai di favorirne l’accesso al credito, la Banca d’Italia è chiamata a dare garanzie aggiuntive ai finanziamenti in essere delle banche.
Come ha ribadito il presidente Berlusconi, "gli italiani possono stare tranquilli il sistema bancario italiano non solo è assistito dalle più forti tutele mutualistiche tra tutte le banche, ma a queste si aggiunge anche la garanzia del Tesoro, ovvero la garanzia dello Stato. Gli italiani non devono pensare di ritirare i loro depositi. Non credo che il materasso possa essere una cassaforte migliore di quella delle banche". Inoltre, ha spiegato il premier, ''dobbiamo fare in modo che le banche non diventino troppo prudenti perché sono l'ossigeno del sistema economico.”. Infatti, come evidenziato dalle categorie economiche, il timore più grande è l’avvio di una crisi economica innescato dalla crisi finanziaria internazionale già in atto.
Giulio Tremonti, ha spiegato il senso del provvedimento con una formula: ''Stabilità, liquidità e fiducia. Molti paesi sono intervenuti, noi l'abbiamo fatto perchè dovevamo, ma non lo applichiamo, non lo vogliamo applicare e pensiamo di non doverlo applicare. Abbiamo un solo obiettivo vero che non è tanto salvare le banche che si salvano da sole, ma che le banche siano così forti e liquide da continuare a servire liquidità all'economia''.


domenica 28 settembre 2008

Nuovo slancio alla politica regionale con CANTIERE ABRUZZO



"Soddisfazione per l'incontro aperto che Cantiere Abruzzo, il laboratorio di idee finalizzato a dare un nuovo slancio alla politica regionale, ha tenuto oggi a Pescara" è stata espressa da Fabrizio Di Stefano. "La disponibilità dimostrata da autorevoli docenti universitari ed esponenti del mondo imprenditoriale a partecipare a un progetto di crescita del nostro territorio - ha sottolineato il senatore del Pdl - testimonia una volta di più come la nostra iniziativa abbia colto nel segno e come, anche successivamente al momento elettorale, vada necessariamente mantenuto aperto e soprattutto vivo un luogo di confronto tra politica e società abruzzese". Tra gli interventi, quello del professor Prof. Gaetano Bonetta, ordinario di Pedagogia Generale e preside della facoltà di scienze della formazione dell'università di Chieti, che ha messo l'accento sull'importanza strategica di una "nuova identità della formazione professionale come elemento cardine per il futuro della nostra regione".
Di federalismo regionale e fiscale si è occupato invece il prof. Romno Orrù, docente di diritto pubblico all'università di Teramo, che ha sottolineato la necessità di "dare agilità alla macchina pubblica in un sistema in cui il merito torni ad essere protagonista".
Il prof. Ferdinando Romano, ordinario alla Sapienza di Roma, ha messo in evidenza "il coraggio di fare riforme vere della sanità, senza fermarsi - come nel piano sanitario regionale - a iniziative di mera immagine. Quel che occorre è una Asl unica territoriale con l'aziendalizzazione delle strutture ospedaliere attraverso multipresidi o presidi unici, una più efficiente politica di controllo sulla spesa e di responsabilizzazione dei manager. Chi sbaglia - ha concluso - deve andare a casa". Sulla stessa linea d'onda l'avv. Massimo Cirulli che, "per ridurre gli sprechi e migliorare la qualità dei servizi ha proposto un ambito unico per il sistema integrato delle acque con una progressiva integrazione con il ciclo integrato dei rifiuti e delle società di gestione".
"Le imprese sono in ginocchio e il sistema energetico e infastrutturale è troppo rudimentale - ha fatto presente Gennaro Strever, presidente regionale dell'Ance - per favorire l'insediamento di aziende tecnologicamente avanzate".
"Per affrontare una situazione grave come quella che sta attraversando l'Abruzzo non occorrono libri dei sogni ma programmi concentri e rispetto delle regole, da parte dei politici ma anche degli imprenditori" ha detto Fabio Spinosa Pingue, presidente dei giovani imprenditori.
L'economista Piero Carducci si è soffermato sulla necessità di reperire risorse europee per l'innovazione ha concentrato il proprio intervento. "Il problema di fondo dell'Abruzzo - ha detto Carducci - è la minore produttività della nostra regione rispetto alle altre e tale sfida si può vincere solo innovando e risparmiando risorse al tempo stesso".
Lorenzo Di Flamminio, vice presidente della Compagnia delle Opere, ha sottolineato l'importanza "dello sviluppo dell'impresa sociale e del no profit attraverso il criterio della sussidiarietà, metodo per una democrazione migliore. "A tal riguardo la Regione deve fare molti passi in avanti rispetto al recente passato".
Nel corso del dibattito sono intervenuti, tra gli altri, Stefano Falmini, Primario di Ortopedia presso l'Ospedale di L'Aquila, Anna Maria Lanci, presidente regionale della Confcooperative, Giuseppe D'Amico, direttore regionale di Confindustria, e Patrizio Schiazza, presidente regionale dell'associazione ambientalista Ambiente e/è Vita.
Nei prossimi giorni Cantiere Abruzzo tornerà ad affrontare altri temi nei previsti incontri con il mondo della cultura e del volontariato.

giovedì 18 settembre 2008

CARLA MANNETTI ”Il futuro della Sanatrix è seriamente a rischio”



“La chiusura del reparto di Ginecologia ed Ostetricia, il mancato pagamento degli stipendi …… sono tutti elementi che chiaramente confermano quanto denunciato ieri in conferenza stampa dall’UGL di L’Aquila e cioè che il futuro della clinica aquilana Sanatrix è seriamente a rischio”. è quanto ha dichiarato Carla Mannetti Presidente del Circolo Progetto L’Aquila PDL.
“La cosa veramente sconcertante è l’ambiguità che ruota intorno a questa vicenda. Non si comprende, infatti, che cosa si nasconde dietro l’atteggiamento superficiale e scarsamente risolutivo delle Istituzioni locali, ma ancor più grave è la presa in giro nei confronti dei lavoratori.”
“E’ ora di finirla con i tavoli che non portano a nulla se non a perdita di tempo ” -continua Carla Mannetti- “ E’ di ora di passare dalle parole ai fatti, senza indugi e menzogne.”
“Marzetti è venuto allo scoperto con le dichiarazioni riportate ieri dagli organi di stampa,- conclude Carla Mannetti- sarebbe interessante conoscere anche la posizione di Stefania Pezzopane, Massimo Cialente e non da ultimo Enrico Paolini”

mercoledì 10 settembre 2008

SANATRIX: "CIRCOLO PROGETTO L'AQUILA",SERVE RISPOSTA CONCRETA


“Sono passati circa due anni da quando è stato lanciato dal nostro circolo il primo allarme sulla vicenda Sanatrix e la situazione purtroppo è notevolmente peggiorata –afferma Carla Mannetti Presidente del Circolo Progetto L’Aquila - La Pezzopane che sembrava essere la chiave di svolta per la risoluzione della vertenza, ad oggi non è riuscita a concludere nulla, stesso dicasi per il Sindaco Massimo Cialente e per il manager Marzetti.”
“La solita politica delle chiacchiere che continua a mortificare la nostra città, soprattutto perché nella maggior parte dei casi non si ha il coraggio di dire le cose come stanno. La battaglia sulla Sanatrix- continua Carla Mannetti del PDL_ è stata condivisa formalmente da tutte le forze politiche, ma ad oggi soluzioni non se ne vedono. E le risposte le possono dare coloro che governano gli enti locali, la Regione e la ASL. La ginecologia in Ospedale è al collasso però non si interviene pur avendone la possibilità. Questo atteggiamento attendista e scarsamente risolutivo è veramente preoccupante perché non porterà alla risoluzione della vertenza. E’ ora di finirla con i tavoli e le conferenze stampa, sarebbe meglio tacere e parlare alla città solo per dare risposte concrete ai problemi.”

giovedì 4 settembre 2008

SONDAGGIO CRESPI RICERCHE (ICR): BERLUSCONI AL 62% DI FUDUCIA (+4%), GOVERNO AL 56,5% (+3,5%)


Dopo una flessione registrata all'inizio di agosto Berlusconi ha capitalizzato sostanzialmente tre eventi: l'immondizia di Napoli, l'affaire Alitalia e l'accordo con la Libia. Il risultato del 62% rappresenta la punta più elevata del consenso rilevato da ICR e si posiziona addirittura la di sopra dei già importanti risultati ottenuti da Berlusconi durante la luna di miele. Dei tre capitoli iscritti in questo bilancio positivo l'accordo con la Libia è quello che pesa di meno, mentre l'emergenza Napoli che non aveva portato risultati immediati, forse per una imperfetta gestione della comunicazione troppo vicina al momento delle vacanze, ora ha dato i suoi frutti.
Ma è la questione Alitalia ad avere un valore enorme in termini simbolici, non tanto per le modalità con cui la vicenda è stata affrontata, che ha creato molte polemiche e non solo nel nostro Paese, ma per il fatto che, come ho già avuto modo di dire in campagna elettorale, qui si giocava l'"onore" del Premier, la sua credibilità, perché la cordata di imprenditori italiani c'è, si è manifestata e tra le altre cose è capeggiata da un uomo simbolo dell'imprenditoria dalemiana che lo stesso ebbe a definire capitano coraggioso quando per poco più di un boccone di pane si è preso Telecom.
Questo elemento consente a Barlusconi di potersi rappresentare come uno che mantiene le promesse mettendo al suo arco delle frecce che difficilmente potranno essere evitate da chi pensava che il problema napoletano non fosse risolvibile in breve tempo e che la cordata di imprenditori non esistesse. D'altronde Berlusconi è stato per un'intera legislatura dal 2001 al 2006 a Palazzo Chigi disseminando quell'esperienza di errori che gli sono costati una sonora sconfitta alle Europee, alle Regionali e anche se di misura alle Politiche. L'uomo ha imparato ed in questa legislatura sta riuscendo almeno in termini di comunicazione sicuramente meglio che in passato.
Il 62% di fiducia che è un dato che negli ultimi vent'anni non è stato attribuito a nessun premier rappresenta però un'insidia nella capacità di dare un reale sollievo all'economia delle famiglie assediate dall'aumento di prezzi e tariffe, dalla diminuzione del potere d'acquisto del denaro e dall'ombra di una recessione che appare inevitabile e ampiamente annunciata dal suo Ministro Tremonti.
Quindi appurato che è un uomo che rispetta gli impegni, sottrattosi dall'assedio della Magistratura e non avendo più necessità di fare forzature con leggi ad personam, si trova costretto a mantenere non solo la promessa di riforme e cambiamento, ma soprattutto a ridare respiro all'economia. Per fare le riforme i numeri non gli mancano, mentre i numeri sull'economia non dipendono solo dalle sue scelte e da quelle del suo governo, ma sarà comunque lui a pagarne il conto. Certo che erano in pochi a prevedere che alla ripresa settembrina Berlusconi avesse nel paniere un risultato politico di consenso di tale dimensione.
Le cariche istituzionali - Stabile con il 57% il Presidente della Repubblica che ha ormai ceduto lo scettro del primato a Berlusconi, stabile anche il Presidente del Senato, Renato Schifani, con il 49%, e sostanzialmente stabile è anche Fini, Presidente della Camera, che cede solo un punto.
I Ministri - Come prova che questo è il governo di Silvio Berlusconi che ne è il motore e l'ispiratore e che ne raccoglie quindi il massimo vantaggio sia sul piano del consenso politico che personale, il quadro dei Ministri pur mantenendosi positivo non rileva grandi spostamenti: il Ministro che guadagna maggiore consenso è Maria Stella Gelmini (+3 punti) grazie alle sue trovate pubblicitarie e alla sua operazione nostalgia, poi La Russa che guadagna due punti, gli altri si discostano di un punto, a parte Prestigiacomo e Frattini che ne perdono due. Ma su 21 Ministri ben nove godono di una fiducia maggiore del 50%, quattro perdono consenso, sette ne guadagnano e dieci sono stabili. In termini di classifica il Ministro più amato con il 57% rimane Giulio Tremonti a cui seguono, Maroni, Frattini, Brunetta e Sacconi.
Le intenzioni di voto - L'effetto Berlusconi si ritrova ovviamente nelle intenzioni di voto: infatti il Popolo della Libertà raggiunge uno dei suoi massimi con il 42%, stabili Lega ed MPA, rispettivamente al 9% ed all'1,5%. La coalizione si attesta quindi al 52,5% determinando una distacco da quella di Veltroni di 16,5 punti, il più alto registrato fino ad oggi.
Il Partito Democratico segna una grande difficoltà attestandosi al 28%, il risultato più basso dalle scorse politiche, contrariamente al suo alleato Di Pietro che con il suo 8% ha guadagnato quasi 4 punti, anche se questa erosione del PD produce per la coalizione un saldo inferiore alle politiche.
L'UDC è al 4%, più cresce Berlusconi e più si comprime, La Destra di Storace non sembra patire del conflitto con la Santanchè e ottiene più del 2%, tutta la Sinistra antagonista si attesta al 3,5%, i Socialisti si attestano all'1% non avendo ottenuto vantaggi dal cambio di segreteria.

Luigi Crespi


domenica 31 agosto 2008

Finmek: Carla Mannetti risponde alla Pezzopane



Gentile Presidente Stefania Pezzopane, ho letto con attenzione la Sua lettera sulla vicenda Finmek e sinceramente sono rimasta interdetta. Lei parla di soluzione industriale come priorità da affrontare con la massima urgenza. Ma io mi domando cosa ha fatto Lei,in qualità di Presidente della Provincia di L’Aquila in questi cinque anni di mandato, per risolvere il problema del polo Elettronico aquilano. Lo schieramento politico di cui Lei fa parte governava fino a qualche mese fa Governo, Regione e Provincia, si poteva fare tanto, eppure della questione si è parlato pochissimo. Al contrario da quando il centro destra ha vinto le elezioni Lei improvvisamente si è risvegliata dal letargo iniziando nuovamente a lanciare accuse al Governo e molto probabilmente a breve la vedremo sfilare con il camice insieme ai lavoratori. E’ il caso di finirla con questi strategie politiche; credo che i lavoratori siano stanchi di essere strumento dei giochetti di una politica demagogica e inconcludente. Valutiamo i fatti perché siamo stanchi di sentire solo chiacchiere: al momento il governo nazionale ha concesso la proroga della cassa Integrazione; fare dietrologia è altra cosa!"
Carla Mannetti

Riportiamo di seguito la lettera di Stefania Pezzopane.

Non bisogna abbassare la guardia sulla vicenda della Finmek. L'ottenimento della cassa integrazione, frutto di una responsabile collaborazione fra esponenti del Parlamento che siedono sia in maggioranza che opposizione, come l’On. Lolli e Pelino, non sembri una concessione straordinaria da parte del Governo. di Stefania Pezzopane*E’ doveroso da parte della politica traghettare i lavoratori verso una rinascita industriale, che ci faccia uscire dall’incubo occupazione degli ultimi anni. La Provincia dell’Aquila, per la sua tradizione e vocazione industriali, ma soprattutto per le strutture esistenti, gioca ancora un ruolo importante sul comparto dell’elettronica. La soluzione industriale rimane sempre la priorità, da affrontare con la massima urgenza. Vanno colte subito le occasioni che si sono presentate di nuovi imprenditori disposti ad investire, lo abbiamo segnalato già da tempo. Il Governo valuti le proposte ed espliciti i propri piani di sviluppo industriale nel nostro territorio, ma lo faccia in fretta. Ricordiamo l’Accordo di Programma che abbiamo fatto firmare al tavolo ministeriale del Governo Prodi. Chiediamo ora al Ministro Scajola di illustrarci oggi la sua posizione in merito e di convocarci a breve, insieme ai parlamentari che stanno lavorando alla vertenza, ai lavoratori e agli industriali interessati a rilevare i nostri siti. Dopo i prepensionamenti avviati più di un anno fa, le maestranze rimaste sono costituite da lavoratori giovani e qualificati. Se l’Italia vuole rilanciare la sfida sulle nuove tecnologie, la Provincia dell’Aquila è uno dei luoghi da cui ripartire.

venerdì 22 agosto 2008

Carla Mannetti “PIU’ SICUREZZA IN CITTA’ “


"Sono giorni che leggiamo sui quotidiani di furti in bar ed abitazioni, ma da parte delle Istituzioni locali nessun intervento, anzi il silenzio è veramente assordante e mortificante per i cittadini" è quanto ha dichiarato Carla Mannetti Presidente di Progetto L’Aquila per il PDL.
"Il problema della microcriminalità continua ad essere ignorato, nonostante il mese scorso sia stato approvato dal parlamento un provvedimento di legge sulla sicurezza che dà più poteri ai Sindaci e prevede la cooperazione tra le forze di polizia locale e quelle statali.
Nel frattempo il progetto sulla videosorveglianza, che doveva essere finanziato anche dalla Regione, è fermo, gli atti di vandalismo continuano a dismisura e l’Amministrazione interviene solo per tamponare la situazione, come ha fatto in questi giorni con l’ennesima ripulitura della meravigliosa e tanto deturpata Scalinata di San Bernardino, senza risolvere il problema alla radice".
"Purtroppo- conclude la Mannetti- dobbiamo nuovamente constatare che la questione sicurezza non vuole essere affrontata e risolta dal Sindaco Cialente: in passato si è parlato spesso di adozione di misure preventive, ma ad oggi non è stato fatto nessun passo avanti; in altri Comuni della nostra Regione, al contrario, vengono adottate tempestivamente soluzioni e misure idonee alla risoluzione del problema, vedi da ultimo il caso Sulmona"

mercoledì 20 agosto 2008

Elezioni Regionali Abruzzo: Fabrizio Di Stefano, disponibile a rappresentare un progetto politico condiviso.


"Tutte le forze che si sentono alternative alla sinistra devono essere necessariamente raccordate in un progetto politico che con orgoglio sarei disposto, nella sua interezza, a rappresentare" . Lo ha detto il senatore e coordinatore regionale di Alleanza Nazionale, Fabrizio Di Stefano, a Pescara, nel corso di una conferenza per tracciare il bilancio del primo mese dell'iniziativa, "Cantiere Abruzzo", manifestando, dunque, la sua volonta' a candidarsi alla presidenza della Regione. Per Di Stefano e' pero' indispensabile un progetto politico che non deve "trascurare l'Udc che e' alternativo alla sinistra. I vertici del Pdl - ha proseguito - devono iniziare e intensificare un rapporto gia' aperto con le altre forze alternative alla sinistra per costruire un Abruzzo nuovo e diverso". Il senatore ha poi aggiunto che le riflessioni di Carlo Masci, segretario provinciale dell'Udc, apparse su un quotidiano, vanno "raccolte nella sua interezza e concretizzate nelle sedi politiche".
Oltre alla necessita' di un progetto politico, il coordinatore di An ha fatto notare che dall'iniziativa Cantiere Abruzzo e' emerso anche che "la societa' abruzzese chiede trasparenza, attenzione per l'ambiente e la questione morale". Il senatore ha poi posto la questione dei tagli agli sprechi ricordando che a Pescara si spendono due milioni di euro per le diverse sedi della Regione e ha inoltre sostenuto la necessita' di rivedere il ruolo dei Consorzi industriali e la necessita' di un ente d'ambito unico per risolvere la questione dei rifiuti e dell'acqua. Tra le altre priorita' la riforma degli enti strumentali puntando sulla razionalizzazione e i controlli anche attraverso "accordi con la Guardia di Finanza e la Corte dei Conti, ad esempio, per la gestione delle Asl". Sono previsti, infine, tavoli di confronto con le associazioni di categoria, il mondo del volontariato e dell'associazionismo.
Fonte Abruzzo Liberale

domenica 17 agosto 2008

ICI:L''AVVENIRE A BOSSI, CON LE TASSE NON SI SCHERZA


'Con le tasse non si scherza mai'. E' il titolo di un editoriale pubblicato oggi su 'Avvenire'. Il quotidiano dell'episcopato italiano non condivide la proposta di reintrodurre l'Ici lanciata dal leader della Lega, Umberto Bossi. Il giornale suggerisce al ministro delle Riforme piu' sobrieta'. L'anno scorso Bossi ''tenne banco con la minaccia di rivolta fiscale, oggi, al contrario, parla di reintrodurre l'imposta comunale sugli immobili appena abolita per la prima casa dal governo di cui fa parte. Pero', l'anno scorso Bossi era un leader dell'opposizione, adesso e' ministro delle Riforme, il che dovrebbe suggerirgli un po' piu' di sobrieta', ma questa, l'irruenza verbale dell'uomo e' nota, e' una speranza destinata ad andare delusa''. ''Con le tasse -si legge sull'Avvenire- non si puo' scherzare, ne' per invitare a non pagarle per protesta, ne' per spargere preoccupazioni per il futuro tra cittadini che gia' ne hanno abbastanza. E questa aurea regola non scritta vale anche per un ferragosto padano. Un po' piu' di sobrieta' '', suggerisce L'Avvenire, anche se, osserva, si tratta di una ''speranza destinata ad andare delusa''

Fonte adnkronos

venerdì 18 luglio 2008

“Elezioni a novembre:senza indugi e per il bene dell’Abruzzo


“La posizione di coloro che vogliono a tutti i costi ritardare la data delle elezioni anticipate è veramente sconcertante” è quanto ha dichiarato Carla Mannetti Presidente di Progetto L’Aquila per il PDL.
“Senza voler entrare nel merito delle inchieste giudiziarie in atto, per le quali è giusto che la magistratura porti avanti il suo lavoro senza ingerenze da parte del mondo della politica, sarebbe forse il caso che la classe dirigente abruzzese lasci da parte i personalismi ed inizi a pensare seriamente al bene comune della nostra regione.
“L’Abruzzo- continua la Mannetti- deve voltare pagina al più presto per tornare ad essere “forte e gentile” con il sostegno di una classe politica onesta e trasparente, che con umiltà e modestia sappia finalizzare la propria azione politica alla crescita dell’intero sistema abruzzo”.
“ E’ per questo- conclude Carla Mannetti- che bisogna votare al più presto per intraprendere un nuovo percorso che consenta di risolvere con celerità i gravissimi problemi legati al deficit sanitario, che stanno purtroppo avendo pesanti ripercussioni sulle famiglie abruzzesi”.

giovedì 17 luglio 2008

Caso Englaro


Si riporta di seguito l intervento del Senatore Prof.Gaetano Quagliariello.




Corriere della Sera, 15 luglio 2008
C'è un convitato di pietra nel dibattito sul caso di Eluana Englaro. E' lo stato di diritto, che dovrebbe stare a cuore allo stesso modo a tutti gli interlocutori. A prescindere da quel che si pensa del merito delle sentenze della Cassazione e della Corte d'Appello di Milano - e personalmente ne penso male -, dai liberali e dai democratici di ogni orientamento, qualunque opinione si abbia sulla vita e sulla morte, ci si sarebbe aspettata una strenua difesa del diritto a far valere le proprie opinioni nell'unica sede costituzionalmente deputata all'approvazione delle leggi: l'assemblea parlamentare. E' così irrealistico temere che la sentenza della Suprema Corte, inopportunamente lunga e dettagliata, possa condizionare il Parlamento? E si può veramente accettare senza batter ciglio che su una materia così delicata il percorso decisionale sia sottratto a chi detiene la rappresentanza popolare? E ancora: se si lascia che Eluana Englaro muoia di fame e di sete per sentenza, e lo si considera legittimo, non si corre il rischio di accreditare l'idea che una legge non serva non perché sono sufficienti le norme attuali, ma in quanto la decisione può essere demandata caso per caso all'autorità giudiziaria?

mercoledì 16 luglio 2008

L'ABRUZZO IN GINOCCHIO

La vicenda che ha travolto la nostra regione nei giorni scorsi ha lasciato tutti senza parole, soprattutto se si considera che gli abruzzesi da mesi pagano maggiori tasse per ripianare il deficit della sanità.
La magistratura deve fare il suo lavoro, indagare e scoprire la verità.
La politica deve pensare esclusivamente a tutelare i cittadini adoperandosi affinchè una volta per tutte si affronti il problema sanità in Abruzzo con onestà e trasparenza, nell'interesse degli utenti, evitando ingerenze inutili sull'operato dei giudici.
E' giusto essere garantisti, ma con pacatezza evitando uscite affrettate.
L'importante è che sia fatta finalmente chiarezza.
Per i particolari: www.primadanoi.it

domenica 6 luglio 2008

Offensiva sulla giustizia.Sale la popolarità di Berlusconi, meno consensi ai giudici




















Berlusconi è, in questi giorni, nell'occhio del ciclone. Ma le polemiche non sembrano avere nuociuto alla popolarità del Cavaliere. I provvedimenti sul funzionamento della giustizia, che hanno suscitato così intense discussioni, hanno sortito infatti effetti diversi nell'elettorato. I votanti per il centrodestra — che costituiscono a tutt'oggi la netta maggioranza della popolazione — approvano nella loro grandissima parte l'operato del premier, anche in questa circostanza. Non solo: una quota consistente di costoro dichiara di simpatizzare ancor più di prima per il capo del governo e, talvolta, si sente immedesimata (in certi casi, solidale) con lui. Viceversa, all' interno dell'elettorato di centrosinistra sono emersi svariati dubbi e perplessità, sia nel merito delle proposte avanzate da Berlusconi, sia perché queste appaiono a molti finalizzate perlopiù a proteggere se stesso.
Nell'insieme si registra, rispetto a maggio (il mese di insediamento del governo), una crescita della fiducia espressa nei confronti del presidente del Consiglio (dal 47% al 56%, originati ovviamente in netta prevalenza da elettori del centrodestra) e un incremento ancora maggiore delle valutazioni positive rispetto all'operato del governo nel suo complesso. Questo andamento è frutto della netta diminuzione delle dichiarazioni di "sospensione del giudizio" espresse a maggio e evidenziate dalle risposte "non so" (erano il 26% e sono oggi il 6%) e del loro trasferimento verso opinioni negative (della gran parte dell'elettorato di centrosinistra) o positive. Queste ultime costituiscono oggi il 61%: l'esecutivo può dunque contare sul sostegno della maggioranza assoluta degli italiani.
Si tratta di un esito assai diverso rispetto a quanto accadde qualche mese dopo l'avvio dei precedenti governi Berlusconi, nel 1994 (quando i giudizi positivi raggiungevano il 38%) e nel 2001 (27%).Anche allora si assisteva a scontri roventi tra il Cavaliere e la magistratura. Ma oggi appaiono mutati significativamente gli orientamenti della pubblica opinione riguardo ai giudici e ai temi della giustizia. In particolare, si registra una progressiva irrilevanza percepita nei confronti di questi ultimi da buona parte dell'elettorato, specie quello di centrodestra. In questo settore prevale l'idea, ben sintetizzata da un intervistato, secondo il quale «se Berlusconi fa una politica che mi aggrada per i temi economici e quelli della sicurezza, faccia pure tutto quello che vuole per difendersi dai giudici. La cosa non mi riguarda».Ma il motivo principale del mutamento dello stato dell'opinione pubblica va ricercato nel diminuito consenso popolare per la magistratura, rilevabile in questi mesi e frutto di un trend di decremento in corso da diversi anni (ciò che spiega anche il significativamente più positivo andamento della popolarità di Berlusconi rispetto al 1994 e al 2001). Se si confronta il livello attuale della fiducia nella magistratura con il dato di solo un anno fa, si nota che il favore per i giudici è calato: l'andamento negativo è presente nell'elettorato di centrodestra, ma si riscontra, in misura ancora maggiore, in quello di centrosinistra e tra gli indecisi o potenzialmente astenuti ed è quindi, in sostanza, percepibile in tutta la popolazione.La tendenza è tanto più significativa se si considera il fatto che nel medesimo periodo si è fortemente accresciuto il consenso per diverse altre istituzioni. In primo luogo per il presidente del Consiglio in carica. Ma anche, in misura notevole, per il presidente della Repubblica e per il Parlamento. E, ancora, per Polizia e Carabinieri, nonché perfino per l'Unione Europea. Le uniche ad avere un andamento opposto, cioè negativo, sono, oltre alla magistratura, il sindacato e le banche, da sempre ultime nella classifica della fiducia.
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Nel 1994, all'epoca del primo governo Berlusconi, i giudici rappresentavano l'istituzione alla quale i cittadini davano in assoluto i voti più alti (67%), tanto che essi si collocavano in vetta alla graduatoria dei consensi. Oggi le cose appaiono radicalmente cambiate. E il Cavaliere sembra esserne pienamente consapevole.
Renato Mannheimer0 6 luglio 2008


Fonte http://www.corriere.it/

giovedì 3 luglio 2008

Pesca: via libera di Bruxelles per gli aiuti di stato



Via libera della Commissione europea alla concessione di un "pacchetto" di esenzioni di aiuti di stato al settore della pesca che i singoli paesi membri potranno varare senza la preventiva autorizzazione di Bruxelles. La misura, che metterà a disposizione degli Stati membri uno strumento più rapido per intervenire a sostegno del settore, è prevista dal Fondo europeo per la pesca, attivo dal 2007 ma operativo solo da oggi.
I beneficiari sono le piccole e medie imprese della pesca a cui potrà essere concesso un aiuto di stato non notificato fino ad un milione di euro.
Il "pacchetto" di esenzioni, approvato da Bruxelles, comprende 16 tipi di aiuti: dal fermo temporaneo e permanente dell'attività di pesca alle esenzioni fiscali in linea con la direttiva Ue sulla tassazione dell'energia. Nell'esenzione non rientra l'aiuto all'ammodernamento dei pescherecci.
In particolare fanno parte del pacchetto di esenzioni i seguenti tipi di aiuti: fermo permanente e temporaneo dell'attività di pesca; indennizzi socio-economici per la gestione della flotta; investimenti produttori nel settore acquacoltura; misure ittico- ambientali; interventi di sanità pubblica e animale; trasformazione e commercializzazione; attività della pesca nelle acque interne; azioni collettive; protezione e sviluppo della flora e della fauna acquatica; investimenti strutturali nei porti di pesca come le piattaforme di attracco; sviluppo di nuovi mercati e campagne promozionali; progetti pilota, modifica dei pescherecci ma per nuove assegnazioni; assistenza tecnica; esenzioni fiscali in conformità con la direttiva europea (2003 del 1996) per la tassazione sull'energia.
Tutti gli altri tipi di aiuti di stato dovranno continuare ad essere notificati a Bruxelles ed applicati solo dopo autorizzazione della Commissione europea. Tra questi, in particolare, ci sono gli aiuti di stato per l'ammodernamento della flotta e quelli per lo sviluppo sostenibile delle zone di pesca.

giovedì 19 giugno 2008

Euro forte danneggia l'economia


L'euro forte danneggia l'export e finora l'Ue "colpevolmente" non e' riuscita a intervenire. Lo ha detto il premier, Silvio Berlusconi, da Bruxelles dove si trova per partecipare al summit Ue. "Adesso - ha detto Berlusconi - c'e' anche il problema dell'aumento dovuto alla speculazione dei prodotti dell'energia, dei prodotti alimentari. C'e' il problema di un euro che e' ipervalutato e comporta una penalizzazione grave per le esportazioni dei prodotti europei". Prodotti, ha proseguito il premier, "che oggi sono convenienti la meta' rispetto a quello che erano sei anni fa per chi paga in una moneta che non sia l'euro, e che comportano un'estrema convenienza per i cittadini europei e per le aziende europee nei confronti dei prodotti che arrivano dall'estremo oriente e che sono costruiti con un costo della manodopera che e' frazione del nostro costo". In questo contesto, ha concluso Berlusconi, "credo che l'Europa debba intervenire su questo e finora colpevolmente non e' saputa intervenire.

Fonte Adnkronos


Giustissima l'osservazione del nostro Presidente del Consiglio. Basta pensare che gran parte delle aziende americane stanno abbandonando l'Italia proprio perchè l'euro è troppo forte.Prima un operaio italiano costava poco oggi ad un impresa americana con sede in Italia un operaio costa il doppio proprio in virtù del rapporto dollaro- euro.

sabato 14 giugno 2008

Continua l'operazione trasparenza del Ministro Brunetta. Alcuni dati dell'Abruzzo



Prosegue l’operazione-trasparenza nella pubblica amministrazione avviata dal governo. Dopo la pubblicazione degli stipendi e dei dati sull’assenteismo dei dirigenti pubblici, sul web arrivano i dati sulle consulenze e le collaborazioni esterne ammontate, nel solo 2006, ad oltre 1,3 miliardi di euro. “Sono dati che si commentano da soli”, è stato il lapidario commento del ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, che dopo aver usato parole pesanti contro gli impiegati-fannulloni insiste nel suo programma trasparenza. Secondo quanto pubblicato stasera sul sito del ministero, nel 2006 la Pubblica Amministrazione ha speso per retribuire le oltre 250 mila tra consulenze e collaborazioni esterne ben 1,323 miliardi di euro. Di queste, 396 (che rappresentano appena lo 0,16% del totale) sono state vere e proprie superconsulenze, remunerate con oltre 100 mila euro l’anno. Per la maggior parte (96.719 consulenze, pari al 38,39%) è stato riconosciuto un compensato con parcelle tra i 500 e i 2500 euro l’anno. Sulla pubblicazione dei dati sulle consulenze “non voglio dire altro”, renderli noti “é previsto per legge”. Il ministro Brunetta parla invece in generale del suo impegno contro le inefficienze della Pubblica Amministrazione: “quando ho cominciato la mia battaglia contro i fannulloni, e più in generale contro tutto quello che non funziona come dovrebbe, da economista ho spiegato che il paese non può permettersi questo peso”. In un contesto europeo, “con la moneta unica e libera concorrenza tra banche e aziende”, per il ministro “quello della burocrazia è un peso insostenibile. Basta pensare che se avessimo la stessa efficienza della Pubblica Amministrazione di alcuni paesi del Nord Europa la crescita del Pil potrebbe aumentare del 30%”, passare per esempio “da un +1% l’anno al +1,30%”. Brunetta lo ha detto partecipando ad una presentazione del libro di Stefano Livadiotti “L’altra casta. L’inchiesta sul sindacato”. Si è quindi soffermato sulla difficoltà del confronto con le organizzazioni sindacali. “Non posso, per esempio, fare riunioni di ore e ore per discutere di meccanismi premiali nell’ambito di un prodotto, la Pubblica Amministrazione, che stavo per dire che fa schifo, da ministro non posso dirlo, diciamo che non è certamente apprezzata”. Brunetta dice che i suoi “clienti sono i cittadini”. Ed è con i cittadini che vuole un confronto. “Se poi qualcuno tirerà fuori uno sciopero generale - aggiunge - io spiegherò ai cittadini che quel sindacato è contro di loro, e poi vedremo cosa succede”. Da “socialista in Forza Italia” Brunetta dice di “amare il sindacato: guardo - sottolinea - con amarezza a questi problemi. Tutto questo fa male al paese”. Per il ministro della funzione pubblica “il grande consenso manifestato dall’opinione pubblica” alle sue prime mosse per una maggiore efficienza della Pubblica Amministrazione “é dovuto anche al fatto che la gente ha le scatole piene di un sindacato conservatore. Ed io dico lo stesso - aggiunge -: ne ho le scatole piene. Il paese non ne può più di un sindacato conservatore così come è anche vero che non ne può più della casta della politica”. Brunetta ne è certo: “o il sindacato cambia o è destinato a sparire: le relazioni sindacali hanno bisogno di un sindacato forte ma non di un sindacato conservatore. C’é uno spazio enorme per un sindacato diverso”. (Fonte ANSA).
La situazione dell'Abruzzo
Nel 2006 la pubblica amministrazione in Abruzzo ha speso più di sedici milioni di euro precisamente 16.131.106,06).
3.500 gli incarichi conferiti. Sul sito del Ministero è possibile analizzare nel dettaglio tutte le consulenze ed incarichi dati nella nostra Regione nel corso dell'anno 2006 che grazie al ministro brunetta sono on line.

venerdì 13 giugno 2008

L'IRLANDA NON RATIFICA IL TRATTATO DI LISBONA


- L'Irlanda dice 'No', ma intanto sono già 18 i paesi che hanno ratificato il Trattato di Lisbona, tutti tramite procedura parlamentare. Le ultime tre approvazioni portano la firma di Estonia, Finlandia e Grecia che hanno approvato il testo proprio alla vigilia del referendum irlandese, un segnale caduto nel vuoto. All'appello della ratifica mancano ancora Belgio, Cipro, Italia, Olanda, Gran Bretagna, Repubblica Ceca, Spagna e Svezia. La vittoria dei 'No' in Irlanda potrebbe rallentare un po' le procedure di ratifica soprattutto nei paesi additati come euroscettici, ossia Gran Bretagna e Repubblica Ceca. Londra ha già assicurato ieri che non intende cambiare il proprio calendario di ratifica, e oggi il segretario al Foreign Office David Miliband ha detto che il processo va avanti, mentre da Praga giungono notizie di segno opposto. In Italia la ratifica dovrebbe arrivare prima dell'estate: il governo ha già dato la sua approvazione, non senza polemiche viste le riserve della Lega Nord, ed ora si attende il voto del Parlamento, atteso a breve, come ha indicato la Farnesina. I PAESI CHE HANNO GIA' RATIFICATO LISBONA - Romania 4 febbraio 2008 - Ungheria 6 febbraio 2008 - Malta 6 febbraio 2008 - Francia 14 febbraio 2008 - Polonia 2 aprile 2008 - Slovacchia 10 aprile 2008 - Portogallo 23 aprile 2008 - Austria 24 aprile 2008 - Danimarca 24 aprile 2008 - Slovenia 24 aprile 2008 - Bulgaria 28 aprile 2008 - Lettonia 8 maggio 2008 - Lituania 8 maggio 2008 - Germania 23 maggio 2008 - Lussemburgo 29 maggio 2008 - Estonia 11 giugno 2008 - Finlandia 11 giugno 2008 - Grecia 11 giugno 2008

I PAESI CHE LO HANNO RESPINTO - Irlanda 12 giugno 2008 via referendum

IL PUNTO SU CHI DEVE ANCORA RATIFICARE - Belgio: in via di approvazione nei Parlamenti regionali. - Cipro: voto parlamentare previsto per l'estate. - Italia: voto alle Camere a giugno o luglio.- Olanda: voto parlamentare previsto per l'autunno. - Gran Bretagna: approvato in Camera dei Comuni, manca il voto alla Camera dei Lord, i conservatori chiedono referendum. - Repubblica Ceca: processo di ratifica interrotto per valutare compatibilità con Costituzione nazionale. - Spagna: ratifica prevista in autunno. - Svezia: ratifica prevista per novembre.
Fonte Ansa
IL RUOLO DEL SIGNOR GANLEY
Si chiama Declan Ganley, e fino a poco tempo fa era solo un ricco uomo d'affari, totalmente sconosciuto fuori dal suo ambiente, che trattava soprattutto con l'estero. Oggi, da leader della campagna referendaria, è il vincitore indiscusso del referendum col quale l'Irlanda ha bocciato il Trattato di Lisbona. Il 'Signor No', com'è ormai viene chiamato in Irlanda, è stato la forza propulsiva dietro l'aggressiva campagna che ha chiesto agli irlandesi di votare No. Il suo movimento, Libertas, ha tappezzato le strade di poster e ha noleggiato elicotteri che hanno trascinano enormi striscioni chiedendo di votare contro il Trattato. "Tenete l'Europa fuori dal campo - Votate No", recitava uno che sorvolava lo stadio di Croke Park nei giorni scorsi durante una partita. Ganley, 39 anni, vive in una lussuosa villa a Galway, gira in Rolls Royce, in Mercedes e in elicottero. La sua tesi è: "L'Irlanda è un paese pro-Europa. Vogliamo che l'Irlanda sia al centro dell'Europa, ma vogliamo un'Europa democratica e che si prenda le sue responsabilità. Il Trattato è l'esatto opposto di questo".
FONTE L'UNIONE SARDA

martedì 10 giugno 2008

I punti chiave del programma del ministro Gelmini


Merito, valutazione e autonomia i principi guida del programma della Gelmini per la scuola. Ecco i punti chiave. Via la logica centralistica. Secondo la Gelmini è necessario superare una «vecchia e deleteria» logica centralistica che non tiene conto delle specificità sociali e territoriali. Il nuovo ruolo delle Regioni, sancito dal titolo V della Costituzione e da definire compiutamente nell'attuazione della legge Moratti, così come il necessario rafforzamento dell'autonomia scolastica, devono costituire una sorta di federalismo all'insegna della sussidarietà.Prof con contratto ad hoc. Rivalutazione del ruolo dei docenti, a partire dal pieno riconoscimento del loro status professionale che non può essere confuso con chi nella scuola ricopre altri ruoli. Quindi, contratto separato per la categoria e la previsione di una carriera. sul tema necessità di adeguare gli stipendi degli insegnanti italiani alla media Ocse.Autonomia singole scuole. La Gelmini vuole valorizzare la governance degli istituti, dotarla di poteri e risorse adeguate e puntare sulla loro valutazione che va fatta varando un sistema avanzato che certifichi, in trasparenza, come e con quali risultati viene speso il denaro pubblico.Parità scolastica. Sia le scuole dello Stato che quelle paritarie gestite da privati svolgono un servizio pubblico. Va assicurata la libertà di scelta delle famiglie. Gelmini non anticipa come raggiungere l'obiettivo anche se suggerisce di valutare le soluzioni promosse dai governi regionali più sensibili al tema.Da licei agli istituti professionali tutti in serie A. Tutta la scuola superiore va portata in serie A, dice Gelmini, sottolineando come gli istituti tecnici siano lo «zoccolo duro» dei nostri laureati in ingegneria. Per la formazione professionale, va seguito l'esempio di Regioni che hanno costruito un sistema di grande qualità creando permeabilità tra mondo della scuola e mondo del lavoro. Ritorna l'educazione civica. Nel 50esimo anniversario dell'introduzione dello studio dell'educazione civica nelle scuole da parte di Aldo Moro, la Gelmini sottolinea la necessità di restituire alla materia «un ruolo centrale». Tolleranza zero contro il bullismo. Il ministro promette che non saranno più tollerati gli atti che non rispettino i compagni, gli insegnanti e le strutture. In arrivo norme più severe.


Fonte Il messaggero.it

mercoledì 28 maggio 2008

PROGETTO L'AQUILA PER IL PDL :DOMANI 29 MAGGIO CONVEGNO CON ITALO BOCCHINO E FABRIZIO DI STEFANO.

Domani giovedì 29 maggio alle ore 18.30 presso il Grand Hotel si terrà un convegno organizzato dall’Associazione Progetto L’Aquila per il PDL dal titolo “Dal multipartitismo al bipartitismo verso la costituzione del PDL”.
Sono previsti gli interventi dell’Avv.Ersilia Lancia, vice presidente dell’Associazione, del Senatore Fabrizio Di Stefano, coordinatore regionale di Alleanza Nazionale e dell’On.le Italo Bocchino Presidente vicario del gruppo parlamentare del PDL alla Camera dei Deputati.
I lavori saranno coordinati dall’Avv.Carla Mannetti, Presidente dell’Associazione.

In Italia il sistema multipartitico oramai ha ceduto il passo in favore di un sistema maggioritario che ha visto la costituzione di due poli, uno di centro destra ed uno di centro sinistra e le elezioni di aprile hanno dimostrato che gli italiani sono pronti a recepire la riforma costituzionale.
L’on.le Italo Bocchino è firmatario della proposta di legge di riforma costituzionale il cui contenuto si ispira ad un testo che già nella precedente legislatura ottenne un ampio consenso. Nel corso dei lavori del convegno saranno illustrati i contenuti della bozza di legge.

L’incontro è aperto a tutti coloro che si riconoscono nei principi e nel programma del popolo della libertà, con l’auspicio che ci sia una forte partecipazione della base per avviare un confronto serio sulla fase costituente del nuovo soggetto politico.

martedì 27 maggio 2008

Roma:una via per Giorgio Almirante, le dichiarazioni di Gasparri e La Russa sul diniego del Presidente della Comunità ebraica Pacifici


Polemico botta e risposta tra la comunità ebraica di Roma ed autorevoli esponenti del Governo e di An sulla proposta del sindaco Gianni Alemanno di intitolare una strada allo storico segretario dell'Msi, Giorgio Almirante. «La mia opinione, così come quella di tutta la Comunità ebraica è di totale condanna», ha risposto il presidente della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, a chi gli chiedeva un commento sulla proposta di Alemanno. Prima di accogliere il ministro dell'Interno Roberto Maroni alla sinagoga, Pacifici ha sottolineato di non voler entrare nel merito del giudizio politico di Almirante alla nascita della nostra Costituzione. Poi ha però precisato: «Conservo a casa i documenti della difesa della razza di cui Almirante era direttore. È stato complice di un regime tiranno che ha portato alla persecuzione e allo sterminio degli ebrei. Certo non è colpevole di aver ucciso nessuno, ma complice di quel regime. Credo non meriti di essere ricordato. A volte, le dinamiche dei consiglio comunale sono legate a proposte e provocazioni». Gasparri: Pacifici ingeneroso. Il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, si augura che il presidente della comunità ebraica di Roma torni sui suoi passi «e sappia valutare con un metro di giudizio meno arrogante e più realistico la figura di Almirante». «Solo una lettura datata e superficiale della sua vita politica può far scadere in stime tanto ingenerose - ha affermato Gasparri - . Almirante è stato un grande maestro, un insigne politico, un leader che ha saputo far crescere il suo partito ed imprimergli quella svolta che oggi lo ha condotto nel Popolo della libertà e domani nel Ppe. Spiace che Pacifici non abbia saputo cogliere l'Almirante migliore, amato e stimato da tanti. Anche per questo, per rendergli giustizia in un generale quadro di ricordo di tanti leader di destra e di sinistra, auspichiamo che il sindaco Alemanno gli renda omaggio anche attraverso l'intitolazione di una strada di Roma». La Russa: spiegherò a Pacifici la moralità di Almirante. Ignazio La Russa, alla guida di Alleanza nazionale, ha telefonato al presidente della Comunità ebraica romana, chiedendogli al più presto un incontro al fine di fargli conoscere, «pur nel rispetto delle legittime opinioni, aspetti morali e politici della vita dell'ex segretario del Msi, sempre pervasa di amore per l'Italia». Il ministro della Difesa ha poi aggiunto che domani Almirante sarà ricordato anche dalla Camera, con la presentazione della raccolta dei suoi discorsi parlamentari. Pacifici: accetto volentieri un incontro con La Russa. Pacifici si è detto disponibile a incontrare La Russa: «Siamo felici della disponibilità del ministro, di cui conservo il ricordo di aver manifestato e sfilato insieme all'Israel Day nel 2002 e la cui amicizia con la Comunità ebraica e con lo stato d'Israele ha una lunga tradizione. Per questo accetto volentieri di incontrarlo per chiarire con lui quello che è il nostro sentimento sulla figura di Giorgio Almirante, durante il ventennio fascista e quando collaborava con la Difesa della razza».
Fonte www.ilmessaggero.it

Notti violente a L'Aquila.Mannetti:è mancata la prevenzione. Carolina Marchetti chiede la convocazione di un consiglio di circoscrizione straordinario

"Giustissime le parole dei sindacati di Polizia che lamentano il fatto che pur essendo il fenomeno conosciuto da anni si è perso molto tempo.” E’ quanto ha dichiarato Carla Mannetti Presidente dell’Associazione Progetto L’Aquila per il PDL.

E’ vergognoso,infatti, dover constatare l’intervento delle Istituzioni solo dopo il grave episodio che si è verificato sabato sera a danno degli agenti di Polizia.

Finalmente è uscito dal letargo anche il Presidente della Regione Ottaviano Del Turco, il quale circa due anni fa aveva ricevuto una lettera contente una serie di istanze dei comitati cittadini supportate dalla raccolta di circa 1000 firme dove tra l’altro si chiedeva a tutte le Istituzioni locali l’installazione di un sistema di videosorveglianza. Allora il Presidente Del Turco non si è degnato di dare un cenno di risposta alla lettera, ci auguriamo che oggi alle parole seguano i fatti.

L’atteggiamento delle Istituzioni locali testimonia ancora una volta che la politica della prevenzione non appartiene alla cultura del centro sinistra, non si può infatti intervenire solo quando accadono fatti gravissimi; da tempo il fenomeno è stato denunciato a tutti i livelli ma si è avuta la sensazione che le Istituzioni non volessero realmente affrontare il problema.

“Un intervento preventivo- conclude la Mannetti- avrebbe sicuramente evitato questo e tanti altri episodi meno gravi, ma sempre rilevanti.

Nel frattempo Carolina Marchetti Consigliere della Circoscrizione L’Aquila Centro e componente del Direttivo dell’Associazione Progetto L’Aquila ha chiesto al Presidente Luca Angeletti la convocazione di un consiglio straordinario.

In circoscrizione l’argomento è stato inserito nel documento programmatico ed affrontato più volte.- ha dichiarato Carolina Marchetti –Oggi alla luce dei recenti avvenimenti, ritengo opportuno che se ne discuta in un consiglio convocato ad hoc per impegnare tutti i componenti della circoscrizione L’Aquila Centro a stimolare le Istituzioni locali per l’adozione di provvedimenti risolutivi.”

lunedì 26 maggio 2008

PROGETTO L’AQUILA : “L'Aquila di notte:tolleranza zero e solidarietà ai poliziotti aggrediti “


“Quanto accaduto sabato notte nella nostra città rappresenta un fatto gravissimo ed al tempo stesso preoccupante” è quanto ha dichiarato Carla Mannetti Presidente dell’Associazione Progetto L’Aquila per il PDL.
“Sono oramai tre anni che insieme ai comitati cittadini cerchiamo di sensibilizzare le Istituzioni e soprattutto il Comune, ma sino ad oggi le risposte sono state deboli sia da parte della passata amministrazione che dell’attuale. Il centro storico della nostra bellissima città è sempre più in balia di ragazzi violenti, aggressivi, privi di senso civico ed irrispettosi delle più elementari regole di educazione. La città di notte è invivibile e non bisogna affatto lasciarsi intimidire da nessuno. I Comitati cittadini hanno chiesto da sempre il rispetto delle regole e soprattutto più controlli e vigilanza e le reazioni avute in passato da alcuni esponenti politici, alla luce anche degli attuali avvenimenti, appaiono sempre più inadeguate.”
“Voglio esprimere, a nome di Progetto L’Aquila, piena solidarietà agli agenti di polizia aggrediti nella notte di sabato e totale appoggio alla posizione del Questore Filippo Piritore su quella tolleranza zero che da anni abbiamo sempre invocato, purtroppo inascoltati.”
“Crediamo, infatti, che i giovani si possano divertire nel rispetto della civile convivenza , soprattutto senza arrecare danno ad altri: l’uso sconsiderato di droga e alcol oltre che danneggiare la salute ,allontana dai veri piaceri e soprattutto dai valori costitutivi della persona.”

sabato 24 maggio 2008

IL PACCHETTO SICUREZZA


Due mesi di tempo per rendere operative le nuove norme sulla sicurezza. Con il Consiglio dei ministri che si è tenuto a Napoli il 21 maggio, il pacchetto sicurezza ha ottenuto il via libera. Inserito in un disegno di legge il reato di immigrazione clandestina e decisa l'assunzione di quasi 4.000 unità per le forze dell'ordine.
Il pacchetto sicurezza è composto da un decreto legge, un disegno di legge e tre decreti legislativi.
Il decreto legge, che avrà effetto immediato con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, reca misure urgenti in materia di sicurezza pubblica prevede nuove norme per contrastare l’immigrazione clandestina. Sono ampliati i casi di espulsione su ordine del giudice, in caso di condanna penale, e prevista analoga misura per i cittadini comunitari. Inoltre pene più severe per chi guida in stato di ebbrezza e nuovi poteri ai sindaci, che potranno adottare provvedimenti urgenti nei casi in cui si renda necessario prevenire ed eliminare gravi pericoli, non solo per l'incolumità pubblica, ma anche per la sicurezza urbana. Vita dura anche per chi specula sulla realtà dell’immigrazione in Italia: prevista la confisca degli appartamenti affittati agli irregolari. Rafforzata la cooperazione tra la polizia municipale e le forze dell'ordine e ampliate le fattispecie penali perseguibili con il rito del giudizio direttissimo e con quello del giudizio immediato.
Il disegno di legge sulla sicurezza pubblica, infine, mira a rendere più incisiva ed efficace l'azione di prevenzione e contrasto dello Stato alle molteplici manifestazioni di criminalità mediante l'introduzione di norme che disciplinano e sanzionano più rigidamente fattispecie di reato già esistenti o introducendo nuove previsioni normative.
I tre decreti legislativi sono dedicati ai ricongiungimenti familiari dei cittadini stranieri, al riconoscimento e la revoca dello status di rifugiato e alla libera circolazione dei cittadini comunitari.
Il pacchetto è completato da una dichiarazione di stato d’emergenza che consente di fare fronte con rapidità alla situazione di estrema criticità che si è determinata in Campania, in Lombardia e nel Lazio per la presenza di numerosi cittadini extracomunitari irregolari e nomadi stabilmente insediati in talune aree.
Infine, il Consiglio dei ministri ha approvato un ulteriore disegno di legge in materia di cooperazione transfrontaliera a fini di contrasto del terrorismo, della criminalità transfrontaliera e della migrazione illegale, con il quale l'Italia aderisce al Trattato di Prüm che istituisce la "banca dati nazionale del DNA".
Leggi il dossier del Governo


Fonte: comunicato Consiglio dei Ministri e Ministero dell'Interno


venerdì 23 maggio 2008

PER NON DIMENTICARE: 16 anni dopo la strage di Capaci


Punta Raisi atterra un jet del Sisde, un aereo dei servizi segreti partito dall'aeroporto romano di Ciampino alle ore 16,40. Sopra c'è Giovanni Falcone con sua moglie Francesca. E sulla pista ci sono tre auto che lo aspettano. Una Croma marrone, una Croma bianca, una Croma azzurra. E' la sua scorta, erano stati raggruppati dal capo della mobile Arnaldo La Barbera.Una squadra affiatatissima che aveva il compito di sorvegliare Falcone dopo il fallito attentato del 1989 davanti la villa del magistrato sul litorale dell'Addaura. La solita scorta con Antonio, Antonio Montinaro, agente scelto della squadra mobile che, appena vede il "suo" giudice scendere dalla scaletta, infila la mano destra sotto il giubbotto per controllare la pistola.Tutto è a posto, non c'è bisogno di sirene, alle 17,50 il corteo blindato che trasporta il direttore generale degli Affari penali del ministero di Grazia e giustizia è sull'autostrada che va verso Palermo. Tutto sembra tranquillo, ma così non è. Qualcuno sa che Falcone è appena sbarcato in Sicilia, qualcuno lo segue, qualcuno sa che dopo otto minuti la sua Croma passerà sopra quel pezzo di autostrada vicino alle cementerie. La Croma marrone è davanti. Guida Vito Schifani, accanto c'è Antonio, dietro Rocco Di Cillo. E corre, la Croma marrone corre seguita da altre due Croma, e quella azzurra. Sulla prima c'è il giudice che guida, accanto c'è, sua moglie, anche lei magistrato. Dietro l'autista giudiziario, Giuseppe Costanza, dal 1984 con Falcone, che era solito guidare soltanto quando viaggiava insieme alla moglie. E altri tre sulla Croma azzurra, Paolo Capuzzo, Gaspare Cervello e Angelo Corbo. Un minuto, due minuti, la campagna siciliana, l'autostrada, l'aeroporto che si allontana, quattro minuti, cinque minuti.Ore 17,59, autostrada Trapani-Palermo. Investita dall'esplosione la Croma marrone non c'è più. La Croma bianca è seriamente danneggiata, si salverà Giuseppe Costanza che sedeva sui sedili posteriori. La terza, quella azzurra, è un ammasso di ferri vecchi, ma dentro i tre agenti sono vivi, feriti ma vivi. Feriti come altri venti uomini e donne che erano dentro le auto che passavano in quel momento fra lo svincolo di Capaci e Isola delle Femmine.Fu Buscetta a dirglielo: "L'avverto, signor giudice. Dopo quest'interrogatorio lei diventerà forse una celebrità, ma la sua vita sarà segnata. Cercheranno di distruggerla fisicamente e professionalmente. Non dimentichi che il conto con Cosa Nostra non si chiuderà mai. E' sempre del parere di interrogarmi?".




martedì 13 maggio 2008

Progetto L'Aquila è pronto a raccogliere la sfida sulla costituzione del PDL


“Con le dimissioni del Presidente di An Gianfranco Fini è iniziato il processo costituente del partito unico del centrodestra e l’avvio di una nuova fase che porterà alla costituzione del nuovo soggetto politico” è quanto ha dichiarato Carla Mannetti Presidente dell’Associazione Progetto L’Aquila per il PDL.
“La nostra associazione è già al lavoro da alcuni mesi. Nei prossimi mesi saranno organizzati una serie di incontri tematici che vedranno il coinvolgimento di tutta la base elettorale del centrodestra. Il primo incontro si terrà a fine mese e affronterà il tema “Dal pluripartitismo al bipartitismo. Verso la costituzione del PDL” .
“Siamo pronti a raccogliere la sfida del soggetto unitario, a cui abbiamo creduto sin dall’inizio. Il nostro elettorato si è dimostrato molto più maturo degli addetti ai lavori è per questo che tutto il popolo delle libertà deve essere coinvolto sin dall’inizio nelle scelte che accompagneranno questo momento così importante. La forma e la sostanza del nuovo soggetto politico sono ancora da mettere definitivamente a punto ed il contributo di tutti dirigenti,militanti e simpatizzanti è fondamentale.”
“Quella di ieri è stata una giornata storica per Alleanza Nazionale, dopo vent’anni alla guida del partito Gianfranco Fini lascia il timone ad Ignazio La Russa, fino al congresso che consacrerà la nascita del nuovo soggetto politico. Noi crediamo che con le elezioni politiche di aprile si è aperta una nuova era che ha già determinato una totale metamorfosi dello scenario politico. Ecco questo è il momento giusto per lanciare segnali di cambiamento e di novità sul nostro territorio, coinvolgendo sempre più i cittadini che hanno tutti i diritti di partecipare attivamente alla vita politica della nostra città e della nostra provincia.”

domenica 11 maggio 2008

L'Assemblea nazionale di Alleanza Nazionale: Fini passa il timone a La Russa.


Dopo 21 anni alla guida della destra italiana, il presidente della Camera passa il timone a La Russa: «Ora la destra non è più figlia di Dio minore»
«Questa sarà la mia ultima relazione nel partito. Ma con la mia elezione la destra non è più figlia di un Dio minore». Dopo 21 anni alla guida della destra italiana, Gianfranco Fini passa il testimone al "reggente" Ignazio La Russa, che affiancato dall’ufficio politico e da un nuovo esecutivo dovrà traghettare Alleanza Nazionale nel Popolo delle Libertà, dopo l’ultimo congresso di An ed il primo del Pdl. I ringraziamentiAll’assemblea nazionale del partito a Roma Fini ha ringraziato gli elettori «tutti quelli che ci hanno dato fiducia». «Nessuno conta nulla - ha aggiunto Fini nella sua relazione - se non ha il consenso della gente». Poi il leader del partito ha ringraziato anche tutti i militanti del partito «dal primo fino a quelli in periferia. Abbiamo considerato importante il ruolo della classe dirigente lontana dal centro: di quelli che tutto danno e nulla chiedono». Poi Fini ha ricordato la "memoria" di coloro che «non sono stati presenti per gioire insieme dei risultati elettorali: penso agli amici, ai militanti, e ai tanti momenti che hanno segnato la nostra vita». Al congresso di An il protagonista è lui: da giovane delfino di Giorgio Almirante a ultimo segretario missino, dalla svolta di Fiuggi al governo con la destra, poi alla Farnesina e infine alla Presidenza della Camera, terza carica dello Stato e definitivo riconoscimento della sua piena crescita democratica. Quello di oggi è l'ultimo discorso di Fini da Presidente della destra italiana. Perchè la destra così come esiste oggi, se il percorso da lui stesso tracciato arriverà a compimento, non ci sarà più. Si spegnerà la fiamma, che ancora arde minuscola nel simbolo, e An sarà parte del più vasto Pdl, che alle Europee del 2009 dovrebbe esistere come vero e proprio partito politico e non più come semplice cartello elettorale con Forza Italia e altri piccoli partiti. «Non siamo più figli di un dio minore. È stata ricomposta una frattura. È stato superato un fossato». Sono questi i concetti chiave con i quali Fini segnala il significato politico del successo politico ed istituzionale di AN. Una sottolineatura che Fini chiarisce distinguendo, per una volta, «chi viene in questo partito da altre esperienze politiche o senza precedenti politico e chi invece condivide un’esperienza per certi versi più difficile e dolorosa». Un richiamo che non può non legarsi al tema già introdotto in apertura dei lavori da Franco Servello, cioè al fatto che «tutto ciò accada per un gioco del destino nel ventennale della scomparsa di Giorgio Almirante». Passaggio segnato, come già prima per le parole di Servello, da un sentito applauso dalle platea.Ora toccherà ai "colonnelli" il ruolo di enfatizzare la strada fatta negli ultimi 20 anni: La Russa, Alemanno, Gasparri, Matteoli, Ronchi tracceranno il bilancio della fase politica che si chiude e di quella nuova che si apre, celebrando i traguardi raggiunti. Sono infatti ormai un lontano ricordo i tempi delle lotte tra colonnelli e ciascuno di loro riveste ruoli politici di primo piano: La Russa, Matteoli e Ronchi al governo, Gasparri capogruppo del Pdl al Senato, Alemanno sindaco di Roma, Urso e Mantovano in pole position per un incarico da viceministro. E una giovane classe dirigente che cresce: Giorgia Meloni anche lei ministro dopo essere stata vice presidente della Camera, Bocchino presidente vicario di Cicchitto al gruppo Pdl a Montecitorio, una folta pattuglia di uomini della destra pronti a giurare da sottosegretario già lunedì: tra questi Menia, Giorgetti, Saglia, Martinat, Augello, Bonfiglio.
Fonte La Stampa

sabato 10 maggio 2008

In Abruzzo aumentano le tasse per il deficit della sanità causato dalla sinistra. L'intervento del Senatore Di Stefano


Per gli abruzzesi e per l’economia della Regione si prepara un’estate di lacrime e sangue» è quanto dichiara il consigliere regionale di An e senatore del PdL Fabrizio Di Stefano.«Nonostante i proclami del presidente Del Turco, il Sole 24Ore di questa mattina ha rivelato che – come atto d’addio – l’ex premier Prodi ha scritto ai governatori di Lazio e Abruzzo intimandogli di aumentare oltre il tetto massimo le aliquote di Irap ed Irpef per far fronte al disavanzo sanitario» ha reso noto Di Stefano.«Oltre al tristissimo dato che ormai l’Abruzzo è la più “canaglia” tra le “regioni canaglia” – ha proseguito Di Stefano – ciò che fa spavento è l’importo del debito accumulato nel 2007 e in parte nel 2006: 232,7 milioni di euro, e questa volta Del Turco non potrà più usare il trito alibi delle colpe altrui perché si tratta di un disavanzo prodotto durante la sua gestione, alla faccia del risanamento garantito alle parti sociali e al mondo produttivo e alla riduzione della pressione fiscale promessa in campagna elettorale da comizianti bugiardi e in malafede».«Ormai – attacca Di Stefano – la bandiera del rigore sventolata dall’esecutivo in questi anni è ridotta a brandelli, così come le prospettive di sviluppo della Regione e la fiducia degli abruzzesi nel centro-sinistra, sempre più parolaio, dannoso e inconcludente».Il consigliere di An passa, quindi, a snocciolare le cifre: «Per comprendere a pieno la portata di questa ennesima brutta notizia è sufficiente ricordare che, nel dicembre 2006, con l’aumento di un punto percentuale dell’Irap e dello 0,5 dell’addizionale Irpef la Regione prelevò dalle tasche degli abruzzesi circa 140 milioni di euro, oggi la cifra da recuperare è superiore di oltre il 65% quindi le aliquote, per ripianare per intero il disavanzo, dovrebbero arrivare al 6,8% per l’Irap e al 2,2% per l’addizionale Irpef: una follia, con un livello di tassazione che non ha pari nel resto d’Italia».«A questo punto – conclude Di Stefano – l’arrivo di un commissario ad acta inviato da Roma è, per utilizzare un gergo sanitario, “ineludibile” e, forse, ci sarebbe bisogno, se solo fosse possibile, che nell’interesse degli abruzzesi l’intera gestione della Regione fosse commissariata per manifesta incapacità amministrativa del Pd e dei suoi sodali che, nel frattempo, non trovano nulla di meglio da fare se non accapigliarsi per i posti in giunta».

giovedì 8 maggio 2008

Si è insediato il Berlusconi quater: Buon lavoro Presidente!!!!

Il nuovo premier – a capo della coalizione di Centrodestra (Pdl – Lega Nord – Mpa) che ha vinto le elezioni politiche anticipate di metà aprile, determinate dallo sfascio della coalizione di Centrosinistra di Prodi per l'abbandono dell'Udeur di Mastella – ed i suoi ministri hanno giurato davanti al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il neo presidente del Consiglio si presenterà alla Camera per chiedere la fiducia martedì 13. Il voto di fiducia sarà mercoledì. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo di Montecitorio

Nel Salone delle Feste al Quirinale il nuovo governo ha prestato giuramento con una cerimonia solenne davanti al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Per primo ha giurato il presidente del Consiglio Berlusconi, pronunciando la formula di rito e firmando per accettazione il decreto di nomina che subito di nuovo viene controfirmato dal capo dello Stato.

Subito dopo Berlusconi è passato dietro il tavolo, in fondo alla sala, affiancando Giorgio Napolitano, per assistere al giuramento dei singoli ministri chiamati uno alla volta dal segretario generale del Quirinale, Donato Marra. Accanto a Napolitano e a Marra, il consigliere giuridico del Quirinale Salvatore Sechi.
Al termine della cerimonia, Berlusconi e i ministri si sono messi in posa nel Salone delle Feste per la tradizionale foto di gruppo insieme a Napolitano.

Il giuramento è durato venti minuti. Ogni ministro ha letto la formula: «Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della Nazione». Il ministro Scajola ha scambiato, forse per l’emozione, la parola «Nazione» con «Italia». Il ministro della Difesa Ignazio La Russa invece si stava allontanando senza firmare l’accettazione ed è stato richiamato. Con lui Berlusconi ha fatto una gag: ha finto di non volergli stringere la mano, poi invece la stretta c'è stata, molto calorosa.
Adesso il governo è in carica e ci sarà la prima riunione del Consiglio dei Ministri a Palazzo Chigi.

LA NUOVA IMPRONTA DEL LEADER

IL PUNTO DI STEFANO FOLLI
pubblicato oggi sul Sole 24 ore

Accettando l'incarico senza la tradizionale "riserva", Silvio Berlusconi ha innovato sulla prassi come non accadeva da decenni. È un segnale, solo un segnale. Ma è quello che l'opinione pubblica si aspettava dopo il 13 aprile. Un nuovo stile di governo comincia anche da come si riesce a risparmiare tempo. Del resto lo ha fatto in primo luogo il presidente della Repubblica, che si è detto soddisfatto di aver evitato al Paese certe «lungaggini» superflue, dato il risultato perentorio delle elezioni. Insomma, almeno sul piano procedurale, siamo meglio della Spagna.

Va da sé, peraltro, che il premier aveva tutto l'interesse a non complicarsi la vita. Prolungare le trattative sulle poltrone, rischiava di compromettere fin dall'inizio quella leadership che Berlusconi non può permettersi di logorare, perché costituisce la sua carta più preziosa. Non solo. Visto che i partiti avevano rialzato la testa, e Alleanza Nazionale in particolare aveva rilanciato le sue pretese, il presidente del Consiglio "in pectore" rischiava di trovarsi prigioniero dei suoi alleati prima ancora di presentarsi alle Camere. Il fantasma della legislatura 2001-06 cominciava a prendere forma. Proprio il pericolo da evitare.

Era indispensabile chiudere al più presto il negoziato e annunciare la lista. In altre parole, era essenziale che il governo nascesse in fretta con l'impronta del suo leader bene in evidenza, all'insegna di quella «filosofia del fare» che è stato il motivo conduttore della campagna elettorale e la ragione di fondo della vittoria del centrodestra. Il cerchio Berlusconi è riuscito a quadrarlo ieri sera, in anticipo di almeno 24 ore sul previsto e prima della partenza di Napolitano per la Fiera del Libro di Torino.
Un esito che si deve, è bene ricordarlo, anche al rapporto positivo che si è stabilito fra il nuovo premier e il Capo dello Stato.
Quella «limpida collaborazione» sottolineata da Napolitano è stata scandita dai colloqui e dagli incontri dei giorni scorsi, precedenti l'investitura ufficiale, e segna un salto di qualità rispetto ai foschi scenari evocati dal medesimo Berlusconi in campagna elettorale. I lettori ricorderanno forse come egli descriveva se stesso nei panni di un presidente del Consiglio «solo contro tutti i poteri costituzionali», globalmente a lui avversi, a cominciare dal Quirinale. Una prospettiva piuttosto inquietante, per fortuna già dissolta: con Napolitano si è creato subito un clima di collaborazione che lascia ben sperare. Di tutto il Paese ha bisogno tranne che di una stagione di tensioni istituzionali.
Quanto alla squadra di governo, le novità rispetto alle attese sono poche. Colpisce l'assenza di Lucio Stanca all'Innovazione: al suo posto Renato Brunetta. Nel complesso Berlusconi ha tenuto conto delle richieste dei partiti, ma non se ne è fatto travolgere. L'esecutivo nasce compatto, con una marcata impronta settentrionale, ma con un occhio agli equilibri regionali. Nasce nel segno di una leadership consapevole. Che ora dovrà dimostrare sul campo di essere anche forte, cioè in grado di tradurre in scelte concrete i punti del programma e i progetti di riforma.
Grazie alla spinta popolare del 13 aprile, Berlusconi ha saputo resistere alle pressioni. Quelle partitiche e quelle extra-partitiche. Uno dei ministeri cruciali, la Giustizia, è andato al fedele Alfano, avvocato siciliano, nonostante varie resistenze. E anche questo è un indizio da non sottovalutare: qualcosa è cambiato rispetto al passato. Al Lavoro si affaccia un nome rispettato da tutti, quello di Maurizio Sacconi, persona di solida competenza, un riformista amico di Marco Biagi. Ed è un altro indizio che lascia intuire come s'intende procedere.
Certo, ora per Berlusconi e la sua squadra comincia il difficile. Ma il primo passo è positivo. Si dovrà procedere con quel miscuglio di equilibrio e determinazione che si è visto nella formazione del governo. In Parlamento la maggioranza è ampia, nel Paese le attese sono quasi trepidanti. L'Alitalia, la spazzatura in Campania, la ripresa dello sviluppo, lo snellimento istituzionale... Inutile stilare un'agenda. Ognuno sa quali sono le priorità. L'importante è che ne siano convinti il presidente del Consiglio e i suoi ministri..


Fonte Il sole 24 ore