sabato 29 marzo 2008

Sondaggi: da oggi è scattato il blocco. I veri protagonisti di queste elezioni sono gli indecisi



La sorte della volata elettorale e' in mano agli indecisi, con una situazione dunque apertissima. Questa l'indicazione che emerge dai sondaggi arrivati ormai al 'rush' finale, perche' stasera scattera' il blocco della diffusione delle intenzioni di voto degli italiani. Tutti i sondaggi pubblicati dai principali media concordano nell'indicare il distacco tra Pdl e Pd stabile attorno ai sei punti, con un'alta quota (circa il 30%) di indecisi che potrebbero sparigliare le carte. Ed e' anche opinione comune che la grande incognita resta Palazzo Madama. Ed e' proprio sul Senato che si concentra il sondaggio effettuato dall'istituto Ipsos di Renato Mannheimer il 21 e 22 marzo scorso, e pubblicato oggi dal Corriere della sera. "A Palazzo Madama - spiega Mannheimer - in cinque regioni la distanza tra Pd e Pdl e' di soli 2 punti, rendendo a questo punto determinante il risultato di Udc e Sinistra Arcobaleno per capire quanti seggi conquisteranno i due maggiori partiti. Lombardia, Veneto, Sicilia andranno al Pdl. In Emilia, Toscana e Umbria vincera' il Pd, mentre ancora incerte sono Liguria, Sardegna, Abruzzo, Calabria e Lazio dove la differenza oscilla tra l'1 e il 2%. Poi c'e' l'incognita delle regioni in cui i centristi e la sinistra raggiungeranno lo sbarramento dell'8% sottraendo cosi' seggi al Pd o al Pdl. Tutto dipendera' - conclude insomma Manneheimer - da quella minoranza, del 10%, che decidera' all'ultimo minuto". La Repubblica pubblica oggi i dati dell'Atlante politico di Demos&Pi effettuato il 25 e 26 marzo secondo il quale il Pd e' al 39,1%, il Pdl al 45,7, Sinistra Arcobaleno al 6%, Udc e Rosa Bianca al 5,8%. Per Walter Veltroni e Silvio Berlusconi il consenso personale e' alla pari: 37,9% per il leader del Pd, 37,9% per il Cavaliere. Secondo il sondaggio "la percentuale degli astensionisti e' soprattuto nel centrosinistra, fra chi aveva votato Ulivo". Il Sole24Ore, con Ipsos , si focalizza proprio sugli indecisi che sono il 29,6% dell'elettorato, il 10% dei quali dovrebbe recarsi comunque a votare. Tra questi ultimi il 48% guarda con piu' favore al Pd che al Pdl, (23%). Tuttavia lo studio fa emergere che i piu' incerti nella scelta del candidato premier si trovano soprattutto nel centrosinistra. "Il quadro emerso da diverso tempo pare confermato - osserva il presidente di Ipsos, Renato Mannheimer, sul Corriere - la coalizione di centrodestra rimane in vantaggio, con una differenza di circa 6 punti rispetto a quella avversaria. Ma quest'ultima sembra, di recente, secondo alcuni istituti, avere accorciato significativamente le distanze" in particolare alla Camera. "Diverso e' il discorso per il Senato, ove il calcolo avviene a livello delle singole regioni. Anche qui si rileva oggi la prevalenza netta della coalizione di centrodestra, con circa 9 seggi oltre la maggioranza assoluta. Ma il dato -spiega Mannheimer- puo' modificarsi anche sostanzialmente. Per almeno due ordini di fattori: la distanza ravvicinata tra le coalizioni in alcune regioni". Si tratta di Liguria, Sardegna, Abruzzo, Calabria e Lazio dove il risultato e' "davvero molto incerto, dato che la distanza tra le due coalizioni risulta assai esigua e oscillante tra l'1-2%". "La 'lotteria' dell'8% e' il secondo fattore che comporta -secondo Mannheimer - a un risultato imprevedibile in tutte (o quasi) le regioni. Nella gran parte delle regioni, infatti, le due principali forze concorrenti ai partiti maggiori, vale a dire l'Udc e la Sinistra l'Arcobaleno, risultano oggi toccare da vicino, ma non sempre superare, la soglia per accedere alla distribuzione dei posti in Senato. Il raggiungimento dell'8% in una o piu' regioni comporterebbe un maggior numero di partecipanti alla ripartizione dei seggi e quindi una parziale sottrazione di questi ultimi al Pd o al Pdl".

Fonte (AGI)

venerdì 28 marzo 2008

Vertenza Sanatrix:l'incontro con il Prefetto sarà decisivo

“A distanza di quasi un anno nel corso del quale gli incontri e le discussioni sono stati numerosi, il problema Sanatrix è ancora irrisolto e questo per la città è un fatto gravissimo.”
E’ quanto afferma Carla Mannetti, Presidente del Circolo di Alleanza nazionale Progetto L’Aquila.

“Il nostro Circolo continuerà la battaglia a fianco dei lavoratori a 360°.
Confidiamo nell’esito della riunione convocata lunedì dal Prefetto di L’Aquila- continua Carla Mannetti- , dove credo che finalmente sarà fatta luce su questa vicenda veramente dolorosa per la nostra città”

“Abbiamo voluto credere nei giorni scorsi alle parole che la proprietà ha diffuso a mezzo stampa, ma come sempre si sono rivelate prive di fondamento”.

“L’UGL giustamente si è rivolta al Prefetto:era l’unica soluzione per tentare di dare una svolta alla vicenda. Nel contempo le Istituzioni continuano ad essere assenti, il Sindaco Cialente dopo il Consiglio straordinario sulla vertenza Sanatrix è scomparso, la Pezzopane: chi l’ha vista ?, per non parlare del Presidente della Regione Ottaviano Del Turco che non si è mai interessato della questione pensando che molto probabilmente non lo riguarda.

“La dignità dei lavoratori della Sanatrix non può essere calpestata quotidianamente da tutti, senza scrupoli. I protagonisti della vicenda dovrebbero ricordare che il lavoro è un bene tutelato dalla Carta Costituzionale e non è giusto essere così superficiali, quando la posta in gioco è proprio il posto di lavoro con tutte le conseguenze che comporta”

giovedì 27 marzo 2008

FINI: RAVE PARTY? FOLLIE. CON NOI AL GOVERNO NON SARANNO AUTORIZZATI


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"I rave party sono deliri, sono delle follie, una specie di istigazione al suicidio o comunque a danno della salute". Così Gianfranco Fini, in un'intervista a 'Radio 24', parla del fenomeno della droga, riferendosi in particolare a quanto accaduto la domenica di Pasqua in un rave party a Segrate dove un giovane ha perso la vita. Ieri, in un comizio ad Anguillara, il leader di An aveva precisato che "dove governerà il centrodestra non si daranno autorizzazioni per quei tipi di spettacoli penosi. La sinistra deve fare i conti con la realtà e con la propria coscienza. Non ci può essere il diritto a farsi del male e ad ucciderci per questo lo spirito giusto era quello della nostra legge e per questo servono sanzioni verso chi consuma".
Condivisibile al mille per mille la posizione del Presidente Fini, ci auguriamo che tutti i Sindaci di centro destra si battano affinchè tali manifestazioni non vengano più autorizzate.

martedì 25 marzo 2008

Sondaggio Istituto Piepoli : risultato finale, Berlusconi +8% su Veltroni.



Otto punti percentuali di vantaggio per Silvio Berlusconi e 19 senatori in più rispetto alla somma delle opposizioni per la coalizione Popolo della Libertà-Lega Nord. Sono le previsioni dell'Istituto Piepoli sulle prossime elezioni del 13-14 aprile, rivelate in esclusiva da Affari. Dodicimila interviste telefoniche con metodologia C.A.T.I., campione rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne in base ai parametri Istat di sesso, età e macro-area di residenza. I risultati sono il frutto di una pianificazione nazionale. Le interviste sono state realizzate nel corso degli ultimi due mesi e si tratta di un cumulo di dodici sondaggi da mille casi l'uno.

"Il distacco a favore del Centrodestra è dell'8% e nelle scorse settimane non c'è stata alcuna variazione. Il trend è stabile per entrambe le coalizioni", afferma Nicola Piepoli ad Affari. Tra le singole formazioni politiche, il Popolo della Libertà è nettamente il primo partito con il 40% nelle intenzioni di voto. Il Partito Democratico vale invece il 34%. Al Pdl vanno poi aggiunti i 6 punti della Lega Nord, per una somma del polo che candida Berlusconi premier pari al 46%. Mentre al Pd vanno sommati due punti percentuali dell'Italia dei Valori, totale 36%.

"Al momento - spiega Piepoli - il vantaggio del Centrodestra è quindi di dieci punti. Ma stimiamo da qui al giorno delle elezioni una lieve flessione del Pdl e un leggero incremento del Carroccio. Al contrario, sul fronte opposto, la previsione è di un aumento del Partito Democratico e di un andamento stabile di Di Pietro. Di conseguenza, è molto probabile che il vantaggio finale di Berlusconi su Veltroni sia di otto punti".
Per quanto riguarda le altre formazioni politiche, l'Unione di centro si attesta attorno al 6%, "in leggero calo nelle ultime settimane". La Destra di Storace e della Santanché è al 2,3%, "con una tendenza che la proietta al 2,5". La Sinistra Arcobaleno ottiene invece il 7% circa, "in lieve ribasso". Su Casini Piepoli sottolinea che "per l'Udc un punto di forza potrebbero essere i cattolici. Il 10% dei praticanti, infatti, dichiara che potrebbe votare l'Unione di centro. E' una grande massa, perché i cattolici praticanti sono il 33% degli italiani".

Ma veniamo ai numeri del Senato, probabilmente i più attesi. In base alle rilevazioni dell'Istituto Piepoli e ai dati disaggregati regione per regione, la coalizione di Berlusconi avrà 167 seggi a Palazzo Madama, rispetto ai 148 del totale delle opposizioni. Un margine quindi di 19 senatori. "La Lega Nord ne avrà 18 e quindi sarà assolutamente determinante per la maggioranza di governo", afferma Piepoli. Al Popolo della Libertà 149 seggi. Quanto alle opposizioni, il Partito Democratico si attesta a quota 130 senatori, mentre una decina va alla Sinistra Arcobaleno. E il resto? "Due all'Svp, più quelli misti Svp-Pd e pochissimi all'Udc. Casini probabilmente supererà l'8% in Sicilia e anche da qualche altra parte, ma avràdecisamente meno di dieci seggi al Senato".

Fonte www.affariitaliani.it

sabato 22 marzo 2008

LA CARITA' POLITICA


E' sufficiente cambiare le istituzioni, le leggi elettorali e le strutture, perchè cambi la politica?Basta avere facce nuove, persone differenti, gente prima sconosciuta, perchè la società funzioni meglio?Evidentemente le risposte sono negative: una politica fatta da uomini e per uomini, una società composta da persone e finalizzata alla crescita di tutta la persona e di ogni persona, se desiderano cambiare esigono il mutamento degli atteggiamenti umani più profondi, uno sforzo spirituale che si traduca in miglioramenti personali, legislativi ed istituzionali.
Il nocciolo di questo sforzo spirituale si trova nella carità, che deve accompagnare e penetrare tutto l'agire umano , perchè senza di essa nulla ha valore e nulla sussiste. E' necessario, se vogliamo rendere la società più degna della persona, rivalutare l'amore nella vita sociale, cioè fare della carità la norma costante e suprema dell'agire socio-politico. In breve bisogna impegnarsi nella carità politica. (commento di Enrique Colom)


Tale è stata l'intuizione del Professor Alfredo Luciani autore del libro la Carità Politica Edizioni San Paolo 1994 che consiglio di leggere.
Auguri di Buona Pasqua a tutti.

Carla Mannetti

venerdì 21 marzo 2008

I CANDIDATI DEL PDL CARLA CASTELLANI e MARCO MARSILIO

CARLA CASTELLANI
Candidata alla Camera dei Deputati nella Circoscrizione Abruzzo

L'On. Carla Castellani è nata il 13 gennaio 1944.
Laureata in Medicina e Chirurgia, svolge la sua professione di corresponsabile del Servizio di Anestesia e Rianimazione dell'Ospedale Civile "Giuseppe Mazzini" di Teramo. È sposata da 29 anni con Leo ed ha tre figli: Federica, Francesca ed Alessandro.
Nel 1996 è eletta al Senato della Repubblica per Alleanza Nazionale.
Nel 2001 è stata eletta alla Camera dei Deputati.
Nel 2006 è stata confermata alla Camera dei Deputati.

Una donna concreta vicina ai problemi della gente e soprattutto delle donne sempre disponibile ad ascoltare ed aiutare il cittadino.
Nel corso dell'ultima legislatura è stata prima firmataria dei disegni di legge "Disposizioni in favore delle persone anziane non autosufficienti "e Disposizioni concernenti la formazione e l'addestramento per l'utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e automatici esterni nonché in materia di utilizzo, diffusione e posizionamento in strutture fisse e mobili dei defibrillatori stessi" ,nonchè cofirmataria di numerose proposte di legge tra cui quella sulla donazione del cordone ombelicale, l'Istituzione della Commissione parlamentare per l'anziano e dell'Osservatorio nazionale per l'anziano, Norme per la tutela e la valorizzazione delle botteghe storiche di interesse artistico e degli antichi mestieri,disciplina dell'attività di produzione e commercializzazione del pane.


MARCO MARSILIO
Candidato alla Camera dei deputati nella Circoscrizione Lazio 1
Classe 68 Marco MARSILIO, 4o anni, laureato in filosofia, figlio di abruzzesi, sposato con un'aquilana Alessandra CATITTI. Svolge attività politica sin dai tempi del liceo;
partecipa ai movimenti studenteschi e universitari degli anni 80 e 90. Fa parte dell’esecutivo nazionale del Fronte della Gioventù come responsabile scuola, e dal 96 al 2000 è vicepresidente di Azione Giovani. Consigliere della circoscrizione I dal 93 al 97. Successivamente eletto consigliere comunale - riconfermato altri due mandati - risultando il primo degli eletti di A.N. dopo il presidente Fini. E' stato Presidente del gruppo di A.N.
E' autore del saggio "Razzismo.Un'origine illuminista" edito Vallecchi.
Vive a Roma, ma frequenta da sempre il nostro Abruzzo da Tocco Casauria, paese dei genitori, a L'Aquila e prima di ogni cosa è un nostro caro amico.

Carla e Marco "In Bocca al lupo"!!

giovedì 20 marzo 2008

PDL ABRUZZO I NOSTRI CANDIDATI GENTE CON L'ANIMA

Con questo ed altri post, che saranno pubblicati nei prossimi giorni, intendiamo fornire agli elettori i profili di alcuni candidati abruzzesi e non all'interno del PDL. Uomini e donne che sicuramente hanno meritato il loro inserimento nelle liste della coalizione di centro destra, gente con l'anima che sicuramente farà onore al nostro partito.Iniziamo con il coordinatore regionale di AN Fabrizio Di Stefano.
FABRIZIO DI STEFANO

Teatino per nascita e per… vocazione, Fabrizio Di Stefano è nato a Casoli nel 1965, da dove poi si è trasferito a Borrello con i genitori e il fratello. Ha strettissimi legami con la Val di Sangro (da Villa Santa Maria a Tornareccio e tutti gli altri) e con Taranta Peligna e la zona della Valle Aventino, terre d’origine del padre e della madre. Dal 1971 vive a Tollo, dove, dopo la laurea, lavora nella farmacia di famiglia.
Di forte estrazione cattolica, è docente di legislazione sanitaria presso la ‘Scuola di specializzazione di igiene ed epidemiologia’ dell’Università “G. D’Annunzio” di Chieti (facoltà di medicina). La sua militanza politica inizia nel 1980 nelle fila del Fronte della Gioventù, prosegue nel FUAN (subito come presidente locale e poi dirigente nazionale), quindi nel 1995 con l’investitura - da parte di Gianfranco Fini - a capo di Alleanza Nazionale a Chieti. Nel 1996 viene riconfermato presidente della Federazione Provinciale di Chieti con l’80%. Così come nel 2002, riscuotendo il 94% dei consensi.
Nel 2000 è eletto per la prima volta consigliere regionale e diventa capogruppo di Alleanza Nazionale. Nel corso della legislatura rappresenta le Regioni italiane nel CPRLE, il Consiglio delle Regioni d’Europa.
Nelle elezioni regionali del 2005 viene confermato alla carica di consigliere con 6.699 preferenze, risultando il più votato nella lista di AN. All’atto dell’insediamento del nuovo Consiglio Regionale viene eletto nell’Ufficio di Presidenza in rappresentanza dei gruppi di opposizione.
Nel marzo 2007 centra la terza elezione consecutiva a Presidente Provinciale di AN di Chieti, carica che mantiene sino al 20 luglio del 2007 quando, nel corso del 1° congresso regionale di AN, viene eletto coordinatore abruzzese del Partito.

Affidabile, concreto, dinamico ma soprattutto tenace nella difesa dei valori.

Politica e morale, valori naturali per riportare la "famiglia al centro della vita". Sono questi i principi che hanno ispirato con tenacia tutta l'azione di Fabrizio Di Stefano: per il quale la dottrina cristiana e cattolica rappresenta una vera e propria linea-guida. Valori e principi che Di Stefano ha tradotto anche in termini normativi: innanzitutto in quella proposta di legge regionale sulla tutela della famiglia - osteggiata fino all'ultimo dall'ostruzionismo ideologico della sinistra - che porta la sua firma e che prevede, per la prima volta, un sostegno integrato alle famiglie abruzzesi, di nuovo al centro delle politiche sociali, sanitarie ed economiche. Ma il sostegno ad un'assistenza che viene dal basso, dal nucleo fondante della comunità e cioè sempre la famiglia, è il concetto che ha ispirato per esempio anche un'altra importante legge firmata da Di Stefano: quella per gli adeguamenti alle case delle persone portatrici di handicap, finalmente beneficiarie di finanziamenti ad hoc.Del resto, se - con il nuovo Statuto - l'Abruzzo è l'unica Regione in Italia a riconoscere "i valori delle sue radici cristiane" e si distingue in tutto il nostro Paese anche per ribadire il "valore fondamentale della famiglia", è proprio grazie all'approvazione degli emendamenti firmati Fabrizio Di Stefano: che considera questo risultato tra i più importanti del suo mandato da consigliere regionale.

IL 28 MARZO TUTTI A ROMA:DONNE PER L’ITALIA PROTAGONISTE DEL CAMBIAMENTO

Venerdì 28 marzo al Palazzo dei Congressi di Roma (zoina Eur - viale della Pittura, 50), si svolgerà a partire dalle ore 16 la manifestazione del Pdl ‘Donne per l’Italia - Protagoniste del cambiamento’. Interverranno Giorgia Meloni, Beatrice Lorenzin, Mara Carfagna e Barbara Saltamartini. Concluderanno Gianfranco FINI e Silvio BERLUSCONI.


Le proposte e il programma del Popolo della Libertà:

Detassare il lavoro delle donne ed una nuova concezione della maternità

L’occupazione femminile ha bisogno di scosse positive che possono giungere attraverso misure fiscali di favore: la detassazione del lavoro femminile è una priorità per raggiungere una effettiva parità uomo/donna. A tal fine, incentivare le imprese che assumono donne si è rivelato un ottimo strumento per colmare questo gap. Bisogna anche completare il vecchio concetto di maternità, prevedendo incentivi per il reinserimento della donna nel mondo lavorativo dopo la maternità. È uno strumento di giustizia sociale. In Italia l’occupazione femminile è al 46,3 % e la percentuale crolla al 34% al sud, contro il 57,2 del nord. Una situazione peggiore della nostra in Europa si registra solo a Malta. Dopo due anni di governo Prodi, urge un’inversione di rotta per raggiungere la media europea.

Donna ed imprenditrice: facile, con il microcredito

Abbiamo intenzione di prevedere un trattamento di favore anche per la donna che vuole intraprendere un’attività imprenditoriale, attraverso un priorità nell’accesso per microcredito e per i Fondi comunitari finalizzati alla formazione continua.

Flessibilità e garanzie per conciliare i tempi di vita e del lavoro

La legge Biagi ha permesso a tante donne di entrare nel mondo del lavoro attraverso la flessibilità, uno strumento che va migliorato e potenziato. Per conciliare i tempi di vita e del lavoro, diviene indispensabile incentivare i congedi parentali e riconoscere il lavoro di cura, specialmente da un punto di vista previdenziale.

Detrazioni fiscali delle spese fondamentali per combattere l’aumento del costo della vita

La donna deve essere tutelata anche nel suo fondamentale ruolo di madre. Il costo della vita, aumentato in maniera impressionante durante il Governo Prodi, necessita di risposte ferme ed intelligenti per garantire il potere di acquisto delle famiglie. Sono importanti misure di detrazione fiscale per le spese fondamentali nei primi anni di vita del bambino (come pannolini e latte in polvere) e per l’accesso ai servizi di assistenza e cura, come baby sitter e asili nido, strutture per la prima infanzia per le quali servirà un grande piano realizzabile attraverso fondi pubblici ma soprattutto attraverso sgravi fiscali. Importante è intervenire anche per snellire le procedure di adozione nazionale ed internazionale, al fine di accorciare i tempi di un dramma che riguarda migliaia di bambini e di famiglie ogni anno.

Pene più severe e certezza della pena per contrastare la violenza sulle donne

Infine, si è rivelato necessario un inasprimento delle pene per i reati di violenza sui minori e sulle donne, ed uno strumento di tutela può essere il gratuito patrocinio a favore delle vittime di tali reati. Ma fondamentale in questo quadro è garantire tempi certi del processo e certezza della pena per evitare la reiterazione delle violenze su donne e minori. Si rende a tal fine necessaria l’istituzione del Tribunale della famiglia, per garantire i diritti fondamentali dei componenti del nucleo familiare.

domenica 16 marzo 2008

Francia: seconda battuta d'arresto per Sarkozy. Le novità sui ballottaggi


Il Partito socialista ha vinto molti dei ballottaggi per le municipali francesi, confermando l'arrestramento della maggioranza di centrodestra di Nicolas Sarkozy. I primi exit poll indicano che complessivamente il Psf ha ottenuto il 49,5% contro il 37,5% dell'Ump. Ma i socialisti hanno vinto a Caen, Amiens e Reims al nord e Perigueux nel sud. Manca, pero', ancora un'indicazione per le tre principali citta' andate al voto, Marsiglia, Tolosa e Strasburgo. Alto l'astensionismo: secondo le prime proiezioni, il 35% degli elettori sarebbe rimasto a casa.
I ballottaggi delle municipali francesi segnano la fine della prima fase del governo di Nicolas Sarkozy, che prepara un rilancio in quattro mosse per contrastare il calo di popolarita'. Secondo quanto ha anticipato "Le Figaro", il presidente francese mettera' anzitutto mano all'esecutivo, nominando un segretario di Stato per l'amministrazione del territorio e un altro per la regione di Parigi (favorita l'ex presidente della Sncf, Anne-Marie Idrac).
La seconda novita' riguarda la vita personale: la visita in Gran Bretagna del 26 e 27 marzo sara' l'occasione per offrire un'immagine piu' sobria e "presidenziale" insieme alla moglie Carla Bruni, dopo la dannosa sovraesposizione mediatica dei mesi scorsi. Il terzo capitolo riguarda il riavvicinamento alle gente: proseguira' la strategia avviata un mese fa di visitare ogni settimana un piccolo centro per "ascoltare" le aspettative della Francia profonda.
La quarta e ultima novita' riguardera' lo staff all'Eliseo: scontato il siluramento del portavoce David Martinon (per di piu' un protetto di Cecilia), destinato a diventare console a Los Angeles. Per la politica internazionale a tenere i rapporti con la stampa sara' lo sherpa di Sarko', Jean-David Levitte, mentre il segretario generale Claude Geant restera' il vero numero due nonche' eminenza grigia dell'Eliseo, anche se i suoi interventi saranno "meglio dosati".
Amara sconfitta a Pau nei Pirenei per il leader centrista Francois Bayrou che secondo il sito web del conservatore Le Figaro e' stato battuto per appena 450 voti dal candidato socialista. La socialista Martine Aubry e' stata riconfermata sindaco di Lille al ballottaggio. E' quanto sostiene il sito web di Le Figaro che assegna la vittoria all'inventrice delle 35 ore, figlia dell'ex presidente Cee Jacques Delors.
Il socialista Roland Ries e' stato eletto con il 58% sindaco di Strasburgo, sconfiggendo l'uscente dell'Ump Fabienne Keller. E' quanto scrive il sito web di Le Figaro sulla base di proiezioni dell'istituto Tns-Sofres.

Fonte AGI



Secondo i primi exit poll sul ballottaggio delle municipali francesi, realizzati dall'istituto CSA per il quotidiano Le Temps di Ginevra, la sinistra ha ottenuto il 49,5% e la destra (Ump e apparentati) il 47,5% su scala nazionale.Secondo i principali istituti di sondaggi, i socialisti e le altre liste di sinistra (comunisti e verdi) hanno ottenuto un'ampia vittoria al secondo turno delle municipali francesi, a discapito della destra di Nicolas Sarkozy (Ump e apparentati). Importanti città come Amiens, Caen, Reims, Metz, Saint-Etienne e Perigueux sono passate alla sinistra. L'Ump non è riuscita a espugnare Angers. Situazione incerta a Pau. Secondo Le Monde, c'è un testa a testa tra François Bayrou et Martine Lignières-Cassou, con il 39 % dei voti. Secondo il sito web del conservatore Le Figaro Bayrou è stato battuto per appena 450 voti dal candidato socialista. Alto l'astensionismo: secondo le prime proiezioni, il 35% degli elettori sarebbe rimasto a casa.Strasburgo alla sinistra Strasburgo, una delle tre citta' chiave che la sinistra voleva strappare alla destra alle municipali francesi insieme a Tolosa e Marsiglia, è passata ai socialisti. Secondo l'istituto di sondaggi Sofres - citato dalla tv TF1 - il socialista Roland Ries ha battuto il sindaco uscente Fabienne Keller, di destra, con il 58% contro il 42%. Mancano ancora indicazioni per Marsiglia e Tolosa.Lille, confermata la Aubry La socialista Martine Aubry è stata riconfermata sindaco di Lille al ballottaggio. E' quanto sostiene il sito web di Le Figaro che assegna la vittoriaall'inventrice delle 35 ore, figlia di Jacques Delors.I risultati in diretta su France3Hollande: Sarkozy deve cambiare politicaIl segretario del Partito socialista francese, Francois Hollande, ha detto su Tf1 che "se la sinistra è maggioritaria" il presidente Nicolas Sarkozy dovrà "correggere la politica che sta conducendo". Secondo Hollande, la sinistra sarebbe infatti "maggioritaria in voti, in numero di città e di dipartimenti" al secondo turno dell'elezione municipale. Segolene: il governo ascolti il messaggio dei francesi"Ora il governo ascolti subito il messaggio dei francesi": è la richiesta della leader della gauche, Segolene Royal, che, in diretta da Poitiers per la tv Tf1 sul secondo turno delle comunali francesi, ha parlato di "vittoria che si amplifica rispetto a domenica scorsa". "Chiedo che il governo rinunci alle misure fiscali ingiuste, che aumenti pensioni e salari, ripristini l'accesso alla sanità senza ticket", ha dichiarato la Royal. "Stasera i francesi ci hanno detto che hanno fiducia nel Partito socialista e nella sinistra, noi dobbiamo essere all'altezza, il nostro progetto deve essere audace. Un grande progetto - ha sottolineato - esige l'impegno delle grandi forze progressiste e dei militanti". Per Segolene, sconfitta l'anno scorso alle presidenziali da Nicolas Sarkozy, quello di stasera è stato un "voto di speranza", un voto per "il successo di candidati seri. I francesi stasera hanno mostrato di avere sete di rispetto e di un'azione efficace, di politici che rendano conto al momento giusto, che sappiano lavorare insieme. Hanno mostrato di avere fiducia nei candidati socialisti in una Francia che oggi manca in modo evidente di punti di riferimento". Le Figaro: Sarkò prepara un rilancio in quattro mosse I ballottaggi delle municipali francesi segnano la fine della prima fase del governo di Nicolas Sarkozy, che prepara un rilancio in quattro mosse per contrastare il calo di popolarità. Secondo quanto ha anticipato "Le Figaro", il presidente francese metterà anzitutto mano all'esecutivo, nominando un segretario di Stato per l'amministrazione del territorio e un altro per la regione di Parigi (favorita l'ex presidente della Sncf, Anne-Marie Idrac). La seconda novità riguarda la vita personale: la visita in Gran Bretagna del 26 e 27 marzo sarà l'occasione per offrire un'immagine più sobria e "presidenziale" insieme alla moglie Carla Bruni, dopo la dannosa sovraesposizione mediatica dei mesi scorsi. Il terzo capitolo riguarda il riavvicinamento alle gente: proseguirà la strategia avviata un mese fa di visitare ogni settimana un piccolo centro per "ascoltare" le aspettative della Francia profonda. La quarta e ultima novità riguarderà lo staff all'Eliseo: scontato il siluramento del portavoce David Martinon (per di più un protetto di Cecilia), destinato a diventare console a Los Angeles. Per la politica internazionale a tenere i rapporti con la stampa sarà lo sherpa di Sarkò, Jean-David Levitte, mentre il segretario generale Claude Geant resterà il vero numero due nonchè eminenza grigia dell'Eliseo, anche se i suoi interventi saranno "meglio dosati". Fillon: voto senza valore nazionale Il voto di oggi non ha valore nazionale e quindi"non va strumentalizzato", ma invia messaggi di cui il governo terra' conto. Lo ha dichiarato il primoministro francese, Francois Fillon, preannunciando che il governo intende andare avanti sulla via delle riforme. "Non sarebbe corretto trarre da questo scrutinio lezioni nazionali" ha detto in tv dopo la chiusura delle urne. Tuttavia "emerge un messaggio" ha aggiunto sottolineando come "il forte tasso di astensione interpelli tutti". Dopo mesi diriforme i francesi, ha detto, "ci chiedono con forza ancora e di più".


giovedì 13 marzo 2008

Gasparri e La Russa ad Affari: Fini sarà il leader del Pdl


Gianfranco Fini potrà essere in futuro il leader del Popolo della Libertà? "E' ovvio che la mia risposta è sì, ne sono convinto da tempo", spiega ad Affari Maurizio Gasparri. L'esponente di spicco di Alleanza Nazionale però precisa: "Non è il tema all'ordine del giorno. Ora dobbiamo vincere le elezioni e non innescare discussioni inutili su cose che si vedranno dopo". Sulla stessa lunghezza d'onda il capogruppo di An alla Camera Ignazio La Russa. Che, sempre ad Affari, afferma: "Adesso dobbiamo acquisire il ruolo di quelli che vincono le elezioni. E' chiaro e ovvio che Fini ha la statura per diventare il leader del Popolo della Libertà, come ha detto anche Berlusconi, e non ha alcun bisogno di un'investitura. Però non mi pare che sia questo il momento di parlarne. Ora dobbiamo raccogliere i consensi, spiegare il nostro programma, vedere come rialzare l'Italia e far capire che c'è alleanza, nel senso di unione, nel Centrodestra. Tutte le altre cose appartengono al gossip della politica". Quanto all'attacco di Casini a Fini ('si è sempre piegato a Berlusconi'), La Russa dichiara: "Non faccio polemiche con Casini. Le polemiche con gli altri partiti, non con il Partito Democratico di Veltroni, servono solo a cercare di dare visibilità a chi sa bene che, con questa legge elettorale, ogni voto fuori dai due schieramenti che possono concorrere al premio di maggioranza è un voto non inutile ma sbagliato".
GIANFRANCO FINI A TUTTO CAMPO
"Chi non verrà eletto in queste elezioni avrà comunque una chance per il futuro". Gianfranco Fini, parlando all'auditorium della tecnica, rassicura quei candidati che hanno poche possibilità di essere eletti in Parlamento. "Quando faremo il partito unitario - ha sottolineato Fini - ci daremo delle regole, per cui chi si sacrificherà oggi domani avrà comunque la sua possibilità".

"Siamo convinti che la riduzione della pressione fiscale che faremo quando saremo al governo possa migliorare la situazione e rilanciare l'economia". Così il presidente di An ai giornalisti che gli chiedevano un commento sulla rallentata crescita economica. "Il rallentamento dipende - ha osservato Fini - da due fattori: la congiuntura internazionale e gli errori del governo Prodi che, tra l'altro, ha aumentato la pressione fiscale e bloccato le infrastrutture. Noi diciamo da tempo che non faremo miracoli ma diminuendo il carico fiscale siamo convinti di poter migliorare la situazione".
"Il rallentamento della crescita è un problema dovuto alla congiuntura internazionale negativa e agli errori fatti dal governo negli ultimi due anni". Così Fini, al termine della convention del Pdl con i candidati, affronta il tema del rallentamento della crescita economica. "In particolare - sottolinea il leader di An - è dovuta agli errori compiuti da Prodi, come il blocco delle infrastrutture e politiche più finalizzate alla riduzione del debito che ad aumentare la produttività. Nel programma del Pdl - aggiunge Fini - è scritto che non abbiamo la presunzione di avere la bacchetta magica e che nessuno fa miracoli. Ma siamo anche convinti che interventi mirati a ridurre il carico fiscale possano dare una boccata d'ossigeno alla situazione asfittica della nostra economia".

mercoledì 12 marzo 2008

AFFARI ITALIANI SVELA TUTTA LA VERITA' SUL CASO CIARRAPICO

La tensione è alle stelle all'interno del Popolo della Libertà. Il caso Ciarrapico rischia di mettere in crisi l'idillio tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini. Ma la candidatura dell'imprenditore - stando alle indiscrezioni che circolano nel Palazzo - nasconde un retroscena clamoroso. Ovvero l'obiettivo di una parte di Forza Italia, in primis Gianni Letta (vero sponsor di Ciarrapico) e dell'ala democristiana che fa capo a Pisanu, di non stravincere alle elezioni del 13-14 aprile. In altre parole, di avere un Senato con una maggioranza molto risicata se non addirittura un pareggio. Da qui la candidatura "pericolosa" (vedi l'uscita sul fascimo) dell'editore romano, che, non a caso, ha subito scatenato l'ira di Bossi e le perplessità di Fini. Una strategia subita dal leader azzurro, costretto a tentare di chiudere il caso con l'uscita poco elegante "ha i giornali e devo vincere". Ma che ha riacceso le polemiche con Alleanza Nazionale. L'operazione è molto delicata e sottorranea, ma, a quanto pare, ci sarebbe il sostanziale via libera dei cosiddetti poteri forti. Che non vogliono un nuovo esecutivo Berlusconi, troppo spostato a destra e con un peso determinante della Lega. Meglio quindi il modello Germania, una Grande Coalizione tra i due principali partiti che possa svelenire il clima e guidare il Paese per due o tre anni fino alle prossime elezioni, ovviamente con un sistema elettorale.
Tra i tifosi di questa soluzione pare che, oltre a Confindustria e al suo presidente uscente Montezemolo (primo sponsor del tentativo bipartisan di Marini, poi fallito), ci siano anche le gerarchie vaticane, preoccupate per una deriva eccessivamente di destra e per le possibili tensioni sociali che produrrebbe un esecutivo Pdl-Lega-Mpa. Ma non finisce qui. Perfino il dipartimento di Stato Usa guarda con interesse all'ipotesi di un prossimo governo che rappresenti una "wide coalition", ovvero le larghe intese. Di più, alla luce dei "guai cronici" che pesano sul nostro Paese, la diplomazia a stelle e strisce ritiene che alcuni cambiamenti radicali ma necessari saranno possibili solo se si uscirà dagli schemi tradizionali. Traduzione: meglio un governissimo.
Lo scandalo di una candidatura si risolve per Berlusconi in tre parole: "Ciarrapico ci serve". Servono i suoi "piccoli ma radicati quotidiani" soprattutto nel sud del Lazio. Serve il suo trasversalismo, dall'acqua minerale alle cliniche passando per società di catering e editoria. Serve, soprattutto, "il suo cuore nero" che sa parlare a quella parte del Lazio che potrebbe votare Storace e che invece dovrebbe votare Pdl. E poi, per dirla tutta, il Ciarra "è uno simpatico come Aldo Fabrizi". Silvio Berlusconi prova a chiudere il caso Ciarrapico e il suo elogio del fascismo a Repubblica e a mettere da parte l'imbarazzo di An e di altri suoi candidati, la giornalista Fiamma Nirenstein in testa ("Non sono compatibile con uno che non rinnega il fascismo"). L'imprenditore è candidato al Senato in Lazio e lì rimane salvo vizi formali nel deposito delle liste che nessuno però finora ha sollevato.

Ma An non ci sta ad essere sbugiardata dal candidato premier che oggi dice "Fini sapeva della candidatura di Ciarrapico" mentre ieri il leader di An aveva detto di non essere stato informato. In via della Scrofa, quartiere generale di Fini, la dichiarazione di Berlusconi sortisce lo stesso effetto di quando la pezza è peggiore del buco: un pasticcio. A cui An è costretta a replicare correggendo ancora una vota, la seconda in poche ore, il tiro del Cavaliere: "Non è corretto dire che sapevamo", queste parole sono come minimo "improprie". Se può sembrare esagerato definire scontro quello in corso tra Berlusconi e Fini, di certo è un pesante e imbarazzato chiarimento. La smentita del candidato premier è affidata a un comunicato di Ignazio La Russa, capogruppo alla Camera del partito di Fini e responsabile per conto di via della Scrofa al tavolo della candidature. "Ho saputo sabato mattina della candidatura di Ciarrapico. Ne ho parlato subito con Fini e abbiamo espresso a Berlusconi le nostre forti perplessità". Ciarrapico ha attaccato Fini e An spesso e volentieri. Ma la regola al tavolo delle candidature è stata che ogni partito ha presentato i propri candidati e "nessuno ha messo bocca in quella dell'altro". Ciarrapico, quindi, è stata una scelta di Berlusconi, non certo di Fini, a cui An si è adeguata.

Le parole con cui Berlusconi motiva la candidatura del "Ciarra" rimbalzano immediatamente sul Giro per l'Italia di Veltroni che fa tappa nel nord-est. "La motivazione della candidatura è quasi peggiore della candidatura stessa" stigmatizza il segretario del Pd. Candidarlo per "non avere contro i suoi giornali" è "un'idea della politica che non condivido e non accetto. E penso che anche gli italiani si siano stancati di queste furbate". In via dell'Umiltà, sede operativo-logistica del Partito della Libertà, si tende comunque a considerare chiuso il caso. Identico umore tra la base di An. "Ci serve per contrastare Storace nel Lazio" è la versione più diffusa seguita da "Ciarrapico collettore trasversale di voti", e poi in fondo "il suo nome è collegato più al calcio, alle acque minerali e ad Andreotti che non al fascismo". C'è chi ricorda che "poche settimane fa Ciarrapico era alla convention del Pd qui a Roma invitato da Bettini".
Di sicuro La Destra di Daniela Santanchè e Francesco Storace è quella che "soffre" maggiormente la candidatura del Ciarra. "Sono e resto fascista e amico di Storace" ha detto l'imprenditore nell'intervista a Repubblica motivando la sua scelta di non andare con La Destra perchè sarebbero stati "io, mammetta (Santanchè, ndr) e tu (Storace ndr)". Ma i suoi voti andranno a Berlusconi. Così Storace si diverte e si leva qualche sassolino dalle scarpe. Fu Ciarrapico, ad esempio, "nell'ottobre scorso a tappezzare Roma con i manifesti di Fini mentre fa il saluto romano". Santanchè definisce l'imprenditore "la rappresentazione fisica dell'inciucio". E Buontempo rivela: "Una settimana fa il Pdl ci offrì la desistenza al Senato in alcune regioni". Ma loro non sono "in vendita". E così il Cavaliere s'è preso da solo il pezzo più utile.


martedì 11 marzo 2008

Crespi Ricerche: il distacco cala da 10,1 a 9 punti. Boom de La Destra. Bene Casini

Nove punti di vantaggio separano il Centrodestra dal Partito Democratico. E' l'esito del sondaggio settimanale sulle intenzioni di voto per le prossime elezioni politiche condotto da Crespi Ricerche. Secondo il sondaggio il Popolo delle Libertà è al 34,8%, la Lega Nord 6%, il Movimento per l`Autonomia 3%. Lo schieramento che sostiene Silvio Berlusconi è quindi al 43,8% (in discesa rispetto al 45,1 di una settimana fa). La Destra sta al 4,2%, l'Udc più la Rosa Bianca al 7,4%. Lo schieramento che sostiene Veltroni è al 34,8% (era al 35%): in particolare, il Partito Democratico al 31,8% e l`Italia dei Valori al 3%.
La differenza tra i due schieramenti è dunque di nove punti. Nella rilevazione precedente (4 marzo) era di 10,1. Sinistra Arcobaleno si assesta al 7%, Partito Socialista al 2%, Partito Comunista dei Lavoratori allo 0,4%, Sinistra Critica allo 0,2%, Unione Democratica dei Consumatori allo 0,2% e altri allo 0,2%. Gli indecisi sono al 18,3%. Per quanto riguarda i candidati premier Berlusconi è al 44%, Veltroni al 35,5%, Bertinotti al 6,1%, Casini 7,5%, Santanché 3,8%, Boselli al 2,2%, Ferrando allo 0,4 %, D'Angeli allo 0,1% e De Vita allo 0,2%. Il sondaggio telefonico di 1.000 casi è stato realizzato il 10 marzo. -->

lunedì 10 marzo 2008

PDL: tutti i nomi in lista


VALLE D’AOSTA

CAMERA Un solo candidato nel collegio uninominale: è il forzista Giuseppe Gambardella, dirigente dell’agenzia delle entrate della val d’Aosta. SENATOAnche per Palazzo Madama c’è un solo nome in corsa, quello di Cleto Benin, presidente di Eurotravel, uno dei più importanti tour operator italiani.

PIEMONTE

CAMERA Alle spalle di Berlusconi e Fini troviamo, nella prima circoscrizione, i candidati di nomina forzista con in testa l’ex ministro Lucio Stanca, quindi Benedetto Della Vedova, leader dei Riformatori liberali, Caterina Ferrero, consigliere regionale e coordinatrice provinciale di Forza Italia, l’ex sottosegretario agli Esteri Margherita Boniver, Osvaldo Napoli, deputato uscente mentre i nomi presentati da Alleanza nazionale sono quelli di Agostino Ghiglia, coordinatore provinciale, Maria Teresa Siliquini, già sottosegretario all’Università. Nella seconda circoscrizione corrono Guido Crosetto, coordinatore regionale di Forza Italia, Roberto Rosso, già coordinatore regionale e sottosegretario al Lavoro, Gilberto Pichetto Fratin, consigliere regionale e uomo forte di Forza Italia a Biella, Maria Teresa Armosino, ex sottosegretario alle Finanze, Walter Zanetta, Enrico Costa, deputato uscente come Franco Stradella. Gli uomini di Fini sono invece Marco Zacchera, deputato uscente come Gianni Mancuso, segretario provinciale del partito. La new entry è Alessandro Ruben.SENATO Capolista sarà Enzo Ghigo, sicuri i nomi dei forzisti Aldo Scarabosio, notaio, alla sua terza candidatura a Palazzo Madama, Lorenzo Piccioni, anche lui al terzo mandato. Alleanza nazionale propone Ugo Martinat, coordinatore regionale, Andrea Fluttero, senatore uscente e il cuneese Beppe Menardi.

LIGURIA

CAMERA In «pole position» Claudio Scajola, ex ministro dell’Interno poi dell’Attuazione del programma nel governo Berlusconi. Quarta in lista Fiamma Nirenstein, opinionista del Giornale, dietro di lei Sandro Biasotti ex governatore della Liguria, ora consigliere regionale, Gabriella Mondello, deputato uscente di Forza Italia, Eugenio Minasso deputato e coordinatore regionale di An, Michele Scandroglio omologo di Forza Italia, Roberto Cassinelli avvocato, coordinatore cittadino di Fi a Genova, Alessandro Gianmoena, responsabile nazionale Formazione dei giovani di Forza Italia e collaboratore di Gianni Baget Bozzo, Raffaella Della Bianca, capogruppo di Forza Italia al Comune di Genova, Gianni Plinio, capogruppo di An in Regione, Franco Amadeo, vicepresidente della Provincia di Imperia, Giulia Costigliolo, Alessandro Parino, Maria Grazia Frja, Laura Bestoso. SENATO. Capolista è Enrico Musso, docente universitario, già candidato sconfitto a sindaco a Genova. Numero due Giorgio Bornacin senatore di An. Seguono Gabriele Boscetto deputato di Forza Italia, avvocato, di Imperia, Franco Orsi consigliere regionale forzista, Luigi Morgillo consigliere regionale di Forza Italia, imprenditore, spezzino, Gianfranco Gadolla imprenditore, presidente Provinciale di An, Roberta Bergamaschi, Fabio Cenerini.

LOMBARDIA

CAMERA Nella prima circoscrizione, dietro ai capilista Berlusconi e Fini il Pdl schiera Ignazio La Russa, uno dei colonnelli di An, Gianfranco Rotondi, leader della Democrazia cristiana per le autonomie, Stefania Craxi, Andrea Ronchi, Mario Valducci, Paolo Romani, Maurizio Lupi, l’europarlamentare di An Cristiana Muscardini, Luigi Casero, Francesco Colucci, Gaetano Pecorella, Valentina Aprea, Paola Frassinetti, Mariella Bocciardo, Elena Centemero, Riccardo De Corato, Giorgio Stracquadanio, Simone Crolla. Nella circoscrizione Lombardia 2, dietro i due leader si candidano l’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti, la coordinatrice azzurra Maria Stella Gelmini, Raffaello Vignali, presidente della Compagnia delle opere, Mirko Tremaglia, Gregorio Fontana, Stefano Saglia, Antonio Palmieri, Adriano Paroli, Laura Ravetto, Viviana Beccalossi, assessore regionale all’Agricoltura, Giuseppe Romele, Giorgio Iannone, Maria Berruti, Domenico Angelucci, editore di «Libero», il giornalista dello stesso quotidiano Renato Farina, Luigi Fabbri, Antonio Verro, Marco Airaghi. Nella circoscrizione 3, sempre alle spalle di Berlusconi e Fini, troviamo Giancarlo Abelli, Massimo Corsaro, Maurizio Bernardo, Chiara Moroni, Andrea Orsini, Carlo Nola, Oscar Rivetti, Giacomo Tiraboschi. SENATO Assegnato da tempo il posto di capolista al governatore della Lombardia Roberto Formigoni, alle sue spalle troviamo le riconferme dei senatori uscenti: da Alfredo Mantica (An) all’ex presidente della Provincia di Milano Ombretta Colli (Forza Italia), da Guido Possa (Forza Italia) ad Alessio Butti (An), da Gianpiero Cantoni (Forza Italia) a Marcello Dell’Utri (Forza Italia). A seguire Mario Mantovani, europarlamentare di Forza Italia, Romano Comincioli (Forza Italia), Antonino Caruso (An) a Luigi Scotti (Forza Italia), Antonio Tomassini (Forza Italia), Giancarlo Serafini, consigliere regionale di Forza Italia, Giuseppe Valditara (An), Giacomo Caliendo, presidente dell’associazione dei magistrati tributari, Salvatore Sciascia, ex dirigente Fininvest, Valerio Carrara, senatore uscente di Forza Italia, Alfredo Messina, Pierfrancesco Gamba (An), deputato uscente, Riccardo Conti e Alessandro Gallone (An).

VENETO

CAMERA Nella prima circoscrizione i posti considerati «buoni» sono i primi tredici dopo il ticket Berlusconi-Fini. A occuparli sono Niccolò Ghedini, senatore uscente e legale di fiducia del Cavaliere, Alberto Giorgetti, coordinatore regionale di An, Aldo Brancher (Forza Italia), Francesco De Luca (Dc per le autonomia), Filippo Ascierto (An), Marino Zorzato (Forza Italia), Lorena Milanato (Forza Italia), Luca Bellotti (An), Giustina Mistrello Destro (Forza Italia), Elisabetta Gardini (Forza Italia), Giorgio Conte (An), Enrico Hüllweck, ex sindaco di Vicenza (Forza Italia), Vendemiano Sartor, presidente della Confartigianato Veneto. Non ancora sicuri l’imprenditore discografico Gianmarco Mazzi vicino ad An, Luca Moschini (candidato dei Circoli della libertà di Michela Brambilla) e il deputato uscente Giuseppe Fini (Forza Italia). Nella circoscrizione Veneto 2 le candidature «blindate» arrivano al nono posto dopo Berlusconi e Fini. A conquistarle sono stati Renato Brunetta, europarlamentare di Forza Italia, docente universitario e uno degli economisti di riferimento del centrodestra, Adolfo Urso, ex viceministro alle Attività produttive (An), l’assessore regionale Fabio Gava (Forza Italia), Valentino Valentini, da anni interprete di fiducia di Berlusconi nei summit internazionali, Maurizio Paniz (Forza Italia), Catia Polidori, presidente dei giovani imprenditori della Confapi, Ettore Riello, presidente e amministratore delegato del Gruppo Riello, l’ex deputato di Forza Italia Michele Zuin, Pieralfonso Fratta Pasini. Dovranno sudarsi il seggio Luca Sbardella, Annalisa Andretta, Letizia Ortica, l’ex deputato di Forza Italia Lucio Leonardelli. SENATO Capolista è il presidente della Regione Veneto Giancarlo Galan. Dietro di lui le caselle a garanzia d’elezione sono occupate da Luigi Ramponi (An), Elisabetta Casellati (Forza Italia), Maurizio Sacconi (Forza Italia), Maurizio Sala (An), Paolo Scarpa Bonazza Buora (Forza Italia), Cinzia Bonfrisco (Forza Italia), il direttore della Fiera di Vicenza Maurizio Castro, vicino ad An, Piero Longo, penalista e uno degli avvocati di fiducia di Berlusconi, l’imprenditore rodigino Mauro Mainardi, il senatore uscente Pierantonio Zanettin (Forza Italia) e il deputato uscente Cesare Campa (Forza Italia).

TRENTINO ALTO ADIGE

CAMERA Prima alla Camera tra i monti dell’Alto Adige e del Trentino sarà la campionessa olimpica di sci Manuela Di Centa, deputata uscente di Forza Italia. Dietro di lei Giorgio Holzmann, deputato altoatesino di An. Poi Maurizio Del Tenno, considerato un pò il «Colaninno» del Pdl: presidente nazionale dei giovani di Confartigianato, imprenditore di Sondrio nel settore immobiliare e vicepresidente dei Circoli della libertà. In quarta posizione Mario Malossini (Forza Italia). Più defilato Alberto Berger.SENATO Candidato nel collegio senatoriale uninominale di Trento sarà Sergio Divina, senatore uscente, leghista; in Valsugana il Pdl schiera Giacomo Santini ex telecronista Rai, Forza Italia; a Rovereto Cristano De Eccher di An; candidati a Bolzano dovrebbero essere Maurizio Vezzali, Patrizia Ancilla Orio e Giuseppe Bellomo (tutti e tre di Forza Italia).

FRIULI VENEZIA GIULIA

CAMERA Il vicepresidente della Commissione europea ed ex (ma forse anche futuro) ministro degli Esteri Franco Frattini sarà il capolista del Pdl in Friuli Venezia Giulia. Si sposta dal Senato alla Camera l’ex sottosegretario agli Esteri Roberto Antonione, che in caso di vittoria potrebbe seguire Frattini alla Farnesina. Posto blindato anche per il coordinatore regionale azzurro Isidoro Gottardo che lascia la regione per entrare a Montecitorio. In lista al posto numero sette Forza Italia ha schierato invece uno dei due ex leghisti passati col Cavaliere, Albertino Gabana. L’altro, Marco Pottino, guadagna l’ottavo posto e dovrebbe figurare come il primo dei non eletti. In quota ad An entrano invece i due deputati uscenti, Roberto Menia e Manlio Contento. A completare la lista infine la giovanissima Ilia Franzin, ventottenne di Maniago, l’assessore tarvisiano Francesca Comello e il goriziano Fabio Gentile. SENATO Per la corsa a palazzo Madama il Popolo della Libertà ha scelto di inserire in testa di lista tre candidati blindati in ordine alfabetico: Giulio Camber, Giovanni Collino e Ferruccio Saro. Il quarto posto, assegnato a Vanni Lenna, non è certo.

EMILIA ROMAGNA

CAMERA Sale sul podio al terzo posto garantito Michela Vittoria Brambilla, catapultata dalla lista della Lombardia. Poi l’ex ministro dei Trasporti Pietro Lunardi e Tommaso Foti di Alleanza Nazionale. E ancora il giornalista Giancarlo Mazzuca, direttore del Quotidiano Nazionale. L’azzurro Fabio Garagnani, l’imprenditore Enzo Raisi per An e Giorgio Lainati per Fi. In ottima posizione l’avvocato Anna Maria Bernini, già nota alle cronache perché assiste legalmente la vedova di Luciano Pavarotti, Nicoletta Mantovani. Transfuga dall’Udc, Emerenzio Barbieri. Sospinti a fondo lista, immeritatamente, l’infaticabile Isabella Bertolini, l’ex sindacalista Giuliano Cazzola e il giornalista Giovanni Mottola.

SENATO Capolista un altro transfuga dall’Udc, Carlo Giovanardi, ex ministro per i Rapporti col Parlamento e berlusconiano doc. Poi Filippo Berselli,An, ex sottosegretario alla Difesa ed esperto del tema immigrazione. Giampaolo Bettamio per Forza Italia ex sottosegretario agli Esteri. L’avvocato Alberto Balboni, ancora An.L’azzurra Laura Bianconi, impegnata per i diritti dell’infanzia nella precedente legislatura. Massimo Palmizio, Fi e infine, in una posizione che ha scarse possibilità di arrivare in parlamento, Maria Ida Germontani per An.

TOSCANA

CAMERA Corrono per la Camera Paolo Bonaiuti, fiorentino, portavoce di Silvio Berlusconi (se ne parla come di un possibile candidato anche a sindaco di Firenze nel 2009), Elio Vito (capogruppo alla Camera di Forza Italia), Denis Verdini (coordinatore regionale di Fi), Riccardo Migliori (coordinatore toscano di An) Marco Martinelli (parlamentare uscente di An). In buona posizione tre candidate: la ex responsabile Marketing della Rai, Deborah Bergamini, il sindaco di Castiglione della Pescaia Monica Faenzi e Flavia Perina, direttore del Secolo d'Italia, già eletta nel 2006 nelle liste toscane di An. Più indietro Massimo Parisi, vicecoordinatore regionale di Fi, Gabriele Toccafondi, vicecapogruppo di Fi al Comune di Firenze, Maurizio Bianconi, consigliere regionale di An, Riccardo Mazzoni, direttore del Giornale della Toscana, Roberto Tortoli, ex sottosegretario all’Ambiente.SENATOCapolista l’ex ministro dell'Ambiente e capogruppo di An al Senato Altero Matteoli. Dietro di lui il coordinatore nazionale di Forza Italia, Sandro Bondi, toscano di Fivizzano, Gaetano Quagliariello, Franco Mugnai (grossetano senatore uscente di An), Paolo Amato (senatore fiorentino di Forza Italia) Achille Totano (giovane senatore uscente di An), Massimo Baldini (ex sottosegretario alle Comunicazioni). In posizione meno facile Lucio Barani (parlamentare uscente del Nuovo Psi), e Franco Banchi (ex Udc, ora Popolari Liberali).

UMBRIA

CAMERA Il Pdl candida l’ex comandante della Guardia di Finanza, il generale Roberto Speciale, rimosso dal suo incarico dal viceministro Vincenzo Visco e poi reintegrato dal Tar del lazio con conseguente bufera di polemiche e sue dimissioni finali. Poi il consigliere regionale di An Pietro Laffranco, il coordinatore regionale di Forza Italia, Luciano Rossi. SENATO Capolista il senatore di Forza Italia, Franco Asciutti, di Perugia ex presidente della Commissione Istruzione del Senato ed esperto di problematiche scolastiche. Poi da Alleanza Nazionale. Domenico Benedetti Valentini, avvocato di Spoleto. La consigliera regionale di Forza Italia, Ada Spadoni Urbani, anche lei nata a Spoleto. Infine Dario Guardalben, capogruppo al consiglio comunale di Terni.

MARCHE

CAMERA Dopo Berlusconi e Fini sono candidati il leader repubblicano Giorgio La Malfa, il coordinatore regionale di Forza Italia Remigio Ceroni, Carlo Ciccioli, Ignazio Abrignani, commissario liquidatore della Compagnia Italiana Turismo già candidato di Forza Italia nel 2001 e nel 2006. Saranno candidati anche Licia Ronzulli, medico fisioterapista, Simone Baldelli, deputato uscente di Forza Italia, Claudio Barbaro, presidente dell’Associazione sportiva italiana e membro dell’esecutivo del Coni. SENATO Capolista sarà Mario Baldassarri, economista, di An, nato a Macerata, laureato ad Ancona, ex viceministro dell’Economia del governo Berlusconi. Dietro di lui Francesco Casoli, senatore di Forza Italia, anconetano, Salvatore Piscitelli, Giulio Conti, deputato uscente di An, Francesco Massi, consigliere regionale ex Udc.LAZIOCAMERANel collegio Lazio 1 il Pdl punta su Gianni Alemanno e Fabrizio Cicchitto come capolista. Dopo di loro Beatrice Lorenzin; Luciano Pescante e il leader della protesta dei tassisti romani Loreno Bittarelli. Nel collegio Lazio 2, dopo i capolista Berlusconi, figurano Rocco Crimi; Giorgia Meloni; la ex portavoce del Family Day, Eugenia Roccella; il combattivo parlamentare di An, Fabio Rampelli; Gianfranco Conte; Cosimo Ventucci; Francesco Aracri; Giulio Marini; Antonello Iannarilli; Angelo Santori; Giuseppe Mochi; Giovanni Crescenzi e Fabio De Angelis.SENATOCapolista l’ex presidente del Senato, Marcello Pera, seguito da Maurizio Gasparri, già designato come futuro presidente del gruppo unico a Palazzo Madama. Terzo nella lista è Lamberto Dini seguito dall’ex sottosegretario alla Salute, Cesare Cursi. Al quarto posto un altro big, come il senatore Mauro Cutrufo, indicato dal Pdl come vicesindaco a Roma. E ancora: Andrea Augello; Giuseppe Ciarrapico in undicesima posizione, Domenico Gramazio, il sindaco di Anzio, Candido De Angelis e il consigliere regionale di Forza Italia, Stefano De Lillo.

ABRUZZO

CAMERA Subito dopo i due leader Berlusconi e Fini la candidatura forte di Maurizio Scelli, l’ex commissario straordinario della Croce Rossa italiana. Carla Castellani, medico ed esperta di problematiche dell’infanzia, per Alleanza nazionale. L’azzurro Sabatino Aracu; l’imprenditrice Paola Pelino di Sulmona, Fi; Marcello De Angelis, An; Daniele Toto, nipote del fondatore della linea aerea Airone; Giovanni Dell’Elce, ex sottosegretario alle Attività Produttive, Fi. E poi ancora Lorenzo Sospiri, ex presidente provinciale di An. Giuseppe Stanziale, vice coordinatore regionale di Forza Italia. Per An Etelwardo Sigismondi.

SENATO Capolista il coordinatore regionale di Forza Italia, Andrea Pastore e subito dopo il coordinatore di An, Fabrizio Di Stefano. Seguono l’imprenditore, Filippo Piccone e il consigliere regionale, Paolo Tancredi, entrambi per Forza Italia. Gianfranco Giuliante, presidente provinciale di An, Patrizio Stornelli, medico di Avezzano, e Daniela Arcieri sempre per An.

MOLISE

CAMERA Nel Molise i capolista fanno eccezione alla regola. Dopo Silvio Berlusconi, infatti, non c’è Gianfranco Fini bensì la giovane larinese Sabrina De Camillis, capogruppo di Forza Italia alla Regione. Per An ci sarà invece Quintino Pallante, primo dei non eletti in regione. Essendo una regione poco popolosa, le liste sono ridotte all’osso. E i posti utili sono quello del capogruppo e, forse, quello del numero due in lista. Alla prova dei fatti non è tornato sulla scena Michele Iorio di cui si era ipotizzato un ritorno in Parlamento.SENATOIl Molise elegge due senatori, e visti i quozienti che bisogna ottenere, normalmente i seggi finiscono per essere assegnati uno al centrodestra e uno al centrosinistra. Quindi in pole-position c’è il capolista Ulisse Di Giacomo, medico-cardiologo, assessore alle Politiche per la Salute in Regione e coordinatore regionale di Forza Italia, seguito dal senatore uscente Gino Di Bartolomeo, già presidente della Regione.

CAMPANIA

CAMERA Nella circoscrizione Campania 1 dopo Berlusconi e Fini, nel posto d’onore dove avrebbe dovuto essere piazzato Antonio D’Amato figura il segretario del Nuovo Psi, Stefano Caldoro, seguito da Alessandra Mussolini; Italo Bocchino. Al quattordicesimo posto c’è Amedeo Laboccetta e al diciannovesimo il paracadutista e medaglia d’oro al valor militare, Gianfranco Paglia. In Campania 2 c’è Mara Carfagna, seguita da Nicola Cosentino e Mario Landolfi. Subito dopo il sesto nominativo è quello di Giancarlo Lehner, al settimo posto l’avvocato Nunzia De Girolamo, seguita da Edmondo Cirielli. In lista anche Michaela Biancofiore e Gennaro Malgieri. SENATO Per Palazzo Madama la capolista è l’ex governatrice di Nassiriya e inviata nel Darfur, Barbara Contini, oggi anche responsabile di Forza Italia per gli Italiani nel mondo. Dopo questa prestigiosa new entry c’è il senatore beneventano Pasquale Viespoli; il senatore di Forza Italia Pasquale Giuliano; il medico ed ex assessore alla Regione, Raffaele Calabrò. Sempre in Campania sono candidati Sergio De Gregorio, Vincenzo Nespoli e la giornalista del Tg1, moglie di Emilio Fede, Diana De Feo.

PUGLIA

CAMERA L’ex governatore della Puglia, Raffaele Fitto, per Forza Italia. Al quarto posto il senatore di An, Alfredo Mantovano, ex sottosegretario all’Interno ed esperto delle problematiche legate ai flussi migratori. Per Fi Antonio Leone, l’avvocato Donato Bruno; Luigi Vitali. Per An, Antonio Bonfiglio. Poi Pietro Franzoso e Andrea Lazzoni, Fi. L’industriale Francesco Divella, An, Simeone Di Cagno Abbrescia, ex sindaco di Bari, e Gabriella Carlucci per Fi. Italo Tanoni, un diniano. Carmine Patarino, An, Vincenzo Barba imprenditore, Fi, la presidentessa dell’associazione donne marocchine Souad Sbai An. Peppino Calderisi, Barbara Mannucci che copre il fronte dei giovani di Forza Italia. Infine Luca D’Alessandro, giornalista e capo ufficio stampa di Forza Italia.

SENATO Capolista per An, Adriana Poli Bortone, ex sindaco di Lecce. Subito dopo Antonio Azzollini per Forza Italia. Giorgio Costa, Fi, ex sottosegretario alla Difesa. Carmelo Morra, l’imprenditore Francesco Maria Amoruso per An e l’imprenditore Pasquale Nessa Fi il senatore Salvatore Mazzaracchio di Forza Italia per An il consiglire regionale Michele Saccomanno. Luigi Grillo per Fi; Luigi Lettieri D’Ambrosio, presidente dell’Ordine dei Farmacisti regionale e Cosimo Gallo.

BASILICATA

CAMERA Dopo la coppia leader c’è il «Gianni Letta» di An, Donato Lamorte, storico consigliere di Fini. Lamorte è seguito da Vincenzo Taddei, già senatore di Forza Italia ed ex coordinatore regionale. Quinto posto per Giuseppe Moles, segretario particolare di Antonio Martino alla Difesa durante il governo Berlusconi e infine Mariano Pici, medico chirurgo.SENATO Primo della lista è il coordinatore regionale di Forza Italia e senatore, Guido Viceconte, al secondo posto il coordinatore di An, Egidio Digilio, al terzo il capogruppo di Forza Italia alla Regione Cosimo Latronico, a seguire Nicola Pagliuca, consigliere regionale di Forza Italia, poi il consigliere provinciale di Matera, sempre di Forza Italia, Paolo Castelluccio, e infine Lella Ferro, professoressa.

CALABRIA

CAMERA Per tentare di vincere in Calabria, il Popolo delle libertà mette in campo alcuni nomi pesanti. Dopo Berlusconi e Fini c’è l’imprenditore della moda, Santo Versace, seguito da Francesco Nucara segretario nazionale del Pri e dal coordinatore regionale di An, Giovanni Dima. Segue Giancarlo Pittelli (Fi) che ritorna alla Camera dopo una legislatura al Senato; Lella Golfo, presidente della Fondazione Bellisario. E poi Iole Santelli e la componente dell’ Antimafia, Angela Napoli. A seguire Pino Galati strappato» all’Udc e Ida D’Ippolito parlamentare di Forza Italia.SENATO Per Palazzo Madama è confermato capolista Francesco Nitto Palma (Fi) che dalla Lombardia arriva in Calabria, seguito da Giuseppe Valentino (An) e Antonio Gentile (Fi). Dopo di loro Vincenzo Speziali, industriale del cemento molto vicino a Marcello Dell’Utri, candidato in quota azzurra. E poi ancora: Francesco Bevilacqua (An) che rientra dopo una legislatura di fermo. E Mario Caligiuri che, come sindaco di Soveria Mannelli dal 1985 al 2004, ha fatto diventare il suo comune quello più informatizzato d’Europa. Una candidatura per la quale si è mossa anche la società civile.

SICILIA

CAMERA Per la Sicilia occidentale in terza posizione Gianfranco Miccichè, presidente dell’Assemblea Regionale poi il coordinatore regionale Angelino Alfano, entrambi provenienti da Forza Italia. Per Alleanza Nazionale c’è Giuseppe Scalia seguito da altri due esponenti azzurri: Enrico La Loggia e Pippo Fallica. In posizione privilegiata l’assessore al turismo della regione, Dore Misuraca, marito di Barbara Cittadini e dunque genero di Ettore Cittadini, ex assessore alla sanità. Subito dopo di nuovo An con Antonino Lopresti seguito da Gaspare Giudice. Per la Sicilia orientale l’ex ministro della Difesa, Antonio Martino, An, l’ex ministro delle Pari Opportunità, Stefania Prestigiacomo, Fi. Poi Carmelo Briguglio e Domenico Arezzo, entrambi An.

SENATO L’azzurro Renato Schifani guida la lista Pdl. Poi Domenico Nania per An e il professor Carlo Vizzini, Fi. Tra i sicuramente eletti nelle posizioni alte della lista Giuseppe Firrarello, Antonio D’Alì, sottosegretario al ministero dell’Interno con il governo Berlusconi. Poi il magistrato Roberto Centaro, il Lumìa del centrodestra, seguito da Mario Francesco Ferrara, Salvo Fleres, Raffaele Stancanelli e, finalmente una donna, Simona Vicari, ex sindaco di Cefalù e unica donna presente nell’assemblea regionale.

SARDEGNA

CAMERA Due anni fa Forza Italia e An ottennero sei posti a Montecitorio. Questa volta i sondaggi indicano che non dovrebbe essere difficile per il Pdl arrivare a quota otto, mentre il nono e il decimo posto scatterebbero solo in virtù di una vittoria netta. La formazione alla Camera vede, dopo Berlusconi e Fini, l’ex presidente della Regione, Mauro Pili; Bruno Murgia (da An); Salvatore Cicu; Giuseppe Cossiga; Carmelo Porcu; Piero Testoni; il sindaco di Olbia Settimo Nizzi; l’attore Luca Barbareschi; Paolo Vella; Giovanni Marras; Ada Lai; Maddalena Calia; Antonella Sedda; Ida Sarrizu; Sisinnio Piras e Davide Billai.SENATO Nella lista per Palazzo Madama scontate le conferme di Beppe Pisanu come capolista e degli uscenti Mariano Delogu, Piergiorgio Massidda e Fedele Sanciu. Al quarto posto entra, però, il segretario del sindacato autonomo di Polizia, Fillippo Saltamartini. Gli altri nomi (a rischio) sono quelli di Silvestro Ladu, già consigliere regionale nel gruppo Fortza Paris; Battista Corda, capogruppo di Forza Italia in consiglio provinciale di Nuoro; la dirigente comunale Ada Granata e Anna Casula.

domenica 9 marzo 2008

Pdl, ultima stretta su liste: dal leader dei tassisti al generale Speciale.I candidati in Abruzzo


Il termine scade domani sera, solo allora sarà chiuso l'estenuante lavoro di composizione delle liste. In Lazio Ciarrapico a Bittarelli, Santo Versace in Calabria. In Campania Mara Carfagna dietro Berlusconi e Fini. Tra le altre donne Eugenia Roccella, Fiamma Nirenstein, Deborah Bergamini e Souad Sbai .

- Le liste del Pdl arrivano man mano alle varie Corti d'Appello per la presentazione delle candidature per il 13 e 14 aprile. Il termine scade domani sera e solo allora sarà chiuso l'estenuante lavoro di composizione delle liste che lo stesso Silvio Berlusconi ha definito un vero e proprio "sfinimento" e per il quale il torinese Guido Crosetto ha perfino accusato un malore. Se c'è un dato che caratterizza il profilo dei candidati del Popolo delle Libertà è che, questa volta, il Cavaliere ha tenuto fuori personalità suscettibili di scatenare il gossip dei rotocalchi rosa e alcuni nomi, pur circolati nei giorni scorsi, non compaiono nelle liste.Come quello della ex-collaboratrice di Berlusconi, Francesca Impiglia, né ci sarà Alessandra Necci e nemmeno Katia Noventa. Chi sperava nell'ingresso di bellezze da capogiro in Transatlantico resterà quindi deluso. Resta confermata, invece, salvo improbabili colpi di scena, la presenza di due giornaliste, ovvero Gabriella Sammarco del Tg4 e Elisa Alloro. In lista anche Licia Ronzulli che non è la massaggiatrice del Cavaliere, come ha tenuto a precisare lo stesso leader del Pdl, ma un medico che nel suo curriculum conta anche un'esperienza in Bangladesh.Tra le new-entry al femminile Eugenia Roccella, Fiamma Nirenstein e Souad Sbai, "una cattolica, una persona di grande spessore culturale di religione ebraica e un'esponente del mondo islamico moderato che combatte il terrorismo", come ha spiegato Ignazio La Russa. Ci sarà anche Nunzia De Gerolamo, 28 anni, avvocato e coordinatrice di Fi a Benevento: sarà candidata in fascia 'sicura' in Campania 2. Arrivano anche Anna Maria Bernini, figlia dell'ex ministro del primo governo Berlusconi e avvocatessa della vedova di Luciano Pavarotti, Nicoletta Mantovani, candidata in Emilia Romagna. Sono riconfermate le deputate Mara Carfagna, Laura Ravetto e Fiorella Ceccacci, il cui lavoro a Montecitorio è stato elogiato più volte pubblicamente da Berlusconi. Rischia invece di non essere eletta Micaela Biancofiore che viene parcadutata in Campania dall'Alto Adige dove invece sara' candidata Manuela Di Centa. In Toscana correrà l'ex responsabile marketing della Rai Deborah Bergamini. Tra le new-entry maschili, 'acchiappo' dell'ultimora per il Pdl quello di Giuseppe Ciarrapico, editore e imprenditore, che correrà nel Lazio con l'obiettivo di togliere voti a 'La Destra' di Francesco Storace.Sempre nel Lazio è candidato il leader della rivolta dei tassisti Loreno Bittarelli. In lista anche l'imprenditore Vincenzo Speziali, ex-presidente di Confindustria Catanzaro. Arriveranno in Parlamento anche il tenente paracadutista Gianfranco Paglia, medaglia d'oro al Valor Militare e l'ex-comandante della Guardia di Finanza, Roberto Speciale, candidato in Umbria. In Calabria ha trovato posto lo stilista Santo Versace, mentre in Abruzzo correrà Daniele Toto, nipote del fondatore di Air One. Se non ci sarà l'imprenditore Andrea Riello a fare da 'anti-Calearo' in Veneto, sarà in lista con il Pdl suo cugino Ettore.Quanto alla mancata candidatura di Antonio D'Amato, Berlusconi ha spiegato che sul suo nome è stato posto un veto da Confindustria con cui l'imprenditore campana è in polemica da quattro anni. In lista in Puglia anche il portavoce di Forza Italia, Luca D'Alessandro, che fa da 'contrappeso' a quello del Pd, Piero Martino che corre in Sicilia. In Sardegna ci sarà l'attore e regista Luca Barbareschi. Nella circoscrizione Campania due per la Camera, sempre dopo Berlusconi e Fini, saranno in lista Mara Carfagna, il coordinatore regionale di Forza Italia Nicola Cosentino e il presidente della commissione di Vigilanza sulla Rai Mario Landolfi, nonché Italo Bocchino. Sempre in Campania, il Pdl schiererà lo scrittore-giornalista Giancarlo Lehner, ex direttore dell''Avanti', autore del libro ''Attentato al governo Berlusconi'' e tra gli animatori e gli organizzatori dei Circoli del Popolo della Libertà. Tornando al Lazio, nella circoscrizione di Roma terzo e quarto posto, rispettivamente, per Gianni Alemanno e Fabrizio Cicchitto, mentre nel Lazio 2, nelle stesse postazioni saranno il tesoriere di Fi Rocco Crimi e la vicepresidente della Camera Giorgia Meloni.In Toscana primi posti per Paolo Bonaiuti, portavoce di Berlusconi, per il coordinatore regionale azzurro Dennis Verdini, per Riccardo Migliori di An. Confermata poi le candidatura di Maurizio Scelli, ex commissario della Croce Rossa, in corsa in Abruzzo. L' ex comandante delle Fiamme Gialle, Luigi Ramponi, sarà ricandidato da An in Veneto. In Lombardia 1 numero 3 alla Camera sarà Ignazio La Russa, mentre in Lombardia 2 Giulio Tremonti. Confermata poi la presenza del presidente dei giovani di Confcommercio Maurizio Del Tenno, mentre Michela Vittoria Brambilla sarà inserita nella lista dell'Emilia Romagna. Tornerà alla Camera anche Franco Frattini, che si è sospeso dalla vicepresidenza della commissione Ue.


Fonte AdnKronos

I CANDIDATI IN ABRUZZO


Camera

Berlusconi, Fini, Maurizio Scelli,Carla Castellani, Sabatino Aracu, Paola Pelino, Marcello de Angelis, Daniele Toto, Giovanni Dell'Elce, Lorenzo Sospiri, Giuseppe Stanziale,Luca Ricciuti, Emilio Nasuti, Etel Sigismondi


Senato

Andrea Pastore, Fabrizio Di Stefano, Filippo Piccone, Paolo Tancredi, Gianfranco Giuliante, Patrizio Stornelli, Daniela Arcieri.

sabato 8 marzo 2008

Elezioni.CRESPI: La partita al Senato è aperta!!!


La polemica di questi giorni sui sondaggi utilizzati come strumento di propaganda mi pare quantomeno stucchevole e datata. I sondaggi hanno perso la loro capacità di incarnare la profezia che si avvera e sono diventati, nell’opinione pubblica, uno strumento fallibile per la loro stessa natura probabilistica. Fotografano una realtà in movimento come un fermo immagine su un treno in corsa. Ma non è questo il punto. Il tema è che sia Veltroni che Berlusconi li usano come strumento di propaganda politica.
Questo accende le tifoserie e può, come è successo in questi giorni, far perdere di vista la reale situazione che si registra in questa fase di campagna elettorale.
Leggendo i sondaggi, tutti i sondaggi, senza eccezione alcuna, a circa 40 giorni dal voto, le dimensioni numeriche della vittoria di Berlusconi e del Popolo della Libertà non è messa in discussione da nessuno, semmai la discussione è con quanto Berlusconi vincerà. E anche il sondaggio più “veltroniano” che ho potuto leggere negli ultimi dieci giorni, assegna un milione e mezzo di voti di vantaggio circa a Berlusconi. Tutti, senza eccezione alcuna, indicano che la rimonta che c’è stata, ed è stata rilevante, di Veltroni si è arrestata. Taluni, come noi della Crespi Ricerche, indicano che addirittura, rispetto alla rimonta, siamo in una fase di contro-rimonta anche se non marcata. Con questo voglio dire che ben sapendo che i sondaggi fotografano i dati del momento in cui si fanno, la lettura delle serie storiche e dei trend indica che la vittoria e il premio di maggioranza alla Camera sarà di Berlusconi. Tutto questo farebbe dire che la partita è chiusa: Berlusconi ha vinto, stravinto ma non è affatto così. Tutti i sondaggi che leggiamo parlano di un dato che è quello nazionale, proporzionale che impatterà sul risultato della Camera dove, se Berlusconi vince con il 40 o con il 51%, non cambierà il numero di deputati di cui potrà disporre, cioè il 55% del totale mentre, sempre alla Camera, per Veltroni si sta prospettando una situazione da tsunami perché il 45% dei deputati che spetterà a chi non gode del premio di maggioranza, rischia di essere diviso, ad oggi, con molte formazioni politiche; la Sinistra Arcobaleno, l’Udc di Casini e, secondo me, anche con la Destra di Storace e Santanchè. Questo ridurrà di molto i deputati che spetteranno a Veltroni, tagliando drasticamente la sua rappresentanza alla Camera.
Ma ampliamo il ragionamento, a causa di una legge, voluta e approvata proprio dall’ultimo governo Berlusconi, il sistema elettorale con cui si eleggono i senatori è su base regionale, il che vuol dire che se Berlusconi potrà disporre in Italia, anche di 5-6 milioni di voti di vantaggio, l'importante è come questi saranno distribuiti. Se questo vantaggio di voti assoluti si concentrerà solo su poche regioni, rischia di lasciare completamente aperta la battaglia al Senato e così è. La partita è ancora aperta in regioni come la Liguria, la Campania, il Lazio, la Puglia, la Sicilia, dove la presenza, di volta in volta, o della Destra di Storace o dell’Udc, potrebbero modificare il risultato finale. Certo che anche alcune regioni “rosse” come ad esempio le Marche, potrebbero dare risultati a sorpresa, ma in questo caso per via della presenza della Sinistra Arcobaleno o dei Socialisti di Boselli.
Tutto questo ci consente di affermare con ragionevole certezza che la partita alla Camera è chiusa mentre quella al Senato non solo non è chiusa ma è anche, di per sé, di difficile definizione e forse il grande vantaggio di cui dispone Berlusconi potrebbe non bastare per avere una maggioranza stabile al Senato.
Credo che sia questo il fulcro della questione elettorale che non appare all’ordine del giorno non tanto per le manipolazioni da propaganda ma quanto perché di difficile rappresentazione e di difficile comprensione anche per gli esperti. (Luigi Crespi)

venerdì 7 marzo 2008

Tutti i candidati del PDL Gasparri capogruppo al senato


Antonio D'Amato, ex presidente della Confindustria, ha detto no alla candidatura nel Popolo della Libertà offertagli dal Cavaliere. La discesa in campo dell'imprenditore campano era praticamente certa, tanto che si parlava già della possibilità di un ministero in caso di vittoria il 13-14 aprile.Franco Frattini annuncia ufficialmente la sua candidatura alle elezioni senza dimenticare l'Europa. E' lui stesso a spiegarne il senso nel 'pensiero' settimanale che uscirà lunedì sul suo sito. "Il processo democratico che ci siamo dati prevede un ritorno periodico alle urne e la democrazia dei partiti italiani si trova oggi, oltretutto anticipatamente, di fronte al rinnovo delle due Camere. Anche per chi come me è figlio di una cultura giuridica, per eccellenza non partigiana, il ritorno alla fonte di ogni legittimazione - le elezioni politiche nazionali - rappresenta dunque un evento importante dal quale è già dipeso, fin dal 1996, il mio fortunato percorso di rappresentante delle istituzioni, in Italia ed oggi in Europa. In tempi e momenti più vicini, il Presidente Berlusconi mi avevo chiesto di aiutare l'Italia a superare un momento difficile. Ho trovato qui a Bruxelles, nel corso di questi primi tre anni e mezzo di attività, le condizioni e le occasioni politiche e professionali per lanciare un numero importante di iniziative e di azioni, figlie della mia formazione e della passione mia e dei miei collaboratori: tanto nel Gabinetto, quanto in una Direzione Generale che ha saputo battere molti record di produttività e qualità".
"Il portafoglio della Giustizia, della libertà e della Sicurezza non rappresenta più, oggi, quella soluzione di 'secondo piano' che i troppi tifosi di un approccio pessimistico e depressivo alla politica e alla vita avevano così definito, quando arrivai a Bruxelles. Alla fine di questa settimana, al termine di importanti impegni istituzionali ai quali abbiamo lungamente lavorato tanto con la presidenza Slovena quanto con gli Stati Uniti, inizierò dunque la mia attiva partecipazione alla campagna. Questa per me una occasione importante per ringraziare il mio partito di avermi dato in questi anni la possibilita' di servire le istituzioni e il mio Paese; una grande occasione per dire agli elettori della mia, come delle altri parti politiche che l'Europa è una grande opportunità, che noi la trascuriamo troppo, che qui a Bruxelles ci sono molti giovani italiani fieri della loro appartenenza e forti delle loro competenze".
A questo punto è molto probabile che Frattini, in caso di vittoria elettorale di Berlusconi, diventi il nuovo ministro degli Esteri. Invece non avrà alcuna responsabilità di governo Maurizio Gasparri, che "sarà presidente del gruppo unico del Pdl al Senato". Lo ha annunciato il leader di Alleanza Nazionale, Gianfranco Fini. Marcello Pera sarà capolista al Senato nel Lazio. Il leader di An ha inoltre ringraziato il senatore Learco Saporito per l'impegno profuso nella passata legislatura e per la dichiarata volontà di favorire il rinnovamento della delegazione parlamentare umbra rinunciando a porre la propria ricandidatura. Il presidente Fini ha confermato al senatore Saporito, già sottosegretario alla Funzione pubblica, la volontà di avvalersi della sua competenza nell'ambito della pubblica amministrazione anche nell'attività del futuro governo del Pdl.Tutti i candidati del Popolo della LibertàIl puzzle delle liste del Popolo della Libertà è quasi ultimato, in vista della scadenza finale di lunedì. E anche se mancano ancora alcune limature, il profilo della nuova pattuglia parlamentare inizia a prendere forma. "Abbiamo chiuso le liste di An", annuncia Ignazio La Russa. "Berlusconi e Fini - spiega il capogruppo alla Camera di An - saranno i capilista alla Camera. Mentre al Senato ci sarà un’alternanza tra esponenti di Forza Italia e An. Ce ne saranno più dei nostri, però". Sullo sfondo si attende una sorta di colpo di scena finale. Silvio Berlusconi avrebbe, infatti, in mano una lista segreta di circa venti nomi come effetto speciale da spendere in vista della presentazione delle liste. Nomi che il Cavaliere vorrebbe tenere coperti fino all’ultimoNell'elenco segreto di Berlusconi, contenente almeno venti nomi di candidati da inserire all'ultimo minuto, compare anche quello di Diana De Feo, giornalista della redazione cultura del Tg1 e moglie del direttore del Tg4 Emilio Fede, nonché proprietaria di Villa Lucia, la pregevole residenza borbonica di Parco Grifeo che Berlusconi, nel corso dell'ultima campagna elettorale per le elezioni politiche, avrebbe voluto acquistare. Ma la sua intenzione fu frustrata da un intervento di sequestro per presunti lavori abusivi nell'abitazione. "Cara Diana — tuonò dopo dal palco il Cavaliere — ti risarcirò del danno involontario che ti ho arrecato". La De Feo per ora non si sbilancia: "Siamo alla vigilia della consegna ufficiale delle liste. E sinceramente non vorrei ritrovarmi ancora una volta estromessa all'ultimo momento".
"Abbiamo deciso di comune accordo di non dare i nomi: li daremo tutti alla fine". In attesa che si sollevi il velo, sono praticamente già noti i nomi presentati da An. La componente di Alleanza Nazionale esprimerà tre capilista: Adriana Poli Bortone in Puglia; Altero Matteoli in Toscana e Mario Baldassarri nelle Marche. E ci saranno anche tre numeri due: Domenico Nania in Sicilia, Alfredo Mantica in Lombardia e Maurizio Gasparri nel Lazio. Fiamma Nirenstein sarà, invece, numero tre in Liguria. An schiererà anche un nome nuovo: quello di Gianfranco Paglia, paracadutista, medaglia d’oro al valore militare, che sarà candidato in Campania grazie alla rinuncia di Luigi Bobbio.




Un’altra new entry sarà quella di Souad Sbai, presidentessa della associazione delle donne della comunità marocchina in Italia. Confermata anche la presenza di Eugenia Roccella, portavoce del Family Day e di Luca Barbareschi, in Sardegna. In Umbria sarà candidato Pietro Laffranco, già capogruppo in consiglio regionale. In Campania 1 ci sarà Amedeo Laboccetta. Prevista la presenza anche del manager dello spettacolo Gianmarco Mazzi, noto consulente discografico e produttore, direttore musicale di tre edizioni del festival di Sanremo (dal 2004 al 2006).
In quota An dovrebbe essere anche Alessandro Ruben, come numero tre in Piemonte. Ruben è da gennaio il presidente dell’Anti Defamation League (Adl) in Italia. Avvocato, consigliere dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, assessore agli Affari legali e membro di Giunta, è da anni coinvolto nella vita ebraica della capitale. In Emilia Romagna sarà presentata Anna Maria Bernini, avvocato della vedova di Luciano Pavarotti, Nicoletta Mantovani. In corsa anche Tonino Angelucci, imprenditore nel campo delle cliniche ed editore di Libero e Riformista, dal quale si aspetta però un sì definitivo. Dal mondo dell’impresa arriva anche Catia Polidori, leader dei giovani di Confapi. Maurizio Castro (Centro studi Marco Biagi) sarà candidato in Veneto.



Non ci sarà invece Gustavo Selva (eletto con An e poi confluito in Forza Italia) che alla luce del verdetto di condanna per il caso dell’ambulanza ha annunciato la sua rinuncia alla candidatura. "Non voglio che la mia colpa o miei errori ricadano sul Pdl". Giorgia Meloni correrà nella circoscrizione per la Camera Lazio 2. Tra le new entry date per certe quelle di Vincenzo Piso, di Marco Marsilio e Francesco Aracri.
Un nome nuovo è quello di Costanzo Iannotti Pecci, presidente Federterme così come è in atto un forte corteggiamento su Raffaello Vignali, presidente della Compagnia delle Opere. Ci sarà anche il Commissario antiracket e antiusura, prefetto Raffaele Lauro mentre Giancarlo Galan guiderà la lista in Veneto e Marcello Pera sarà capolista nel Lazio.
Probabile anche la presenza nelle liste di Domenico Fisichella e dell’attrice e conduttrice televisiva, Barbara Matera (come anticipato da Affari, vedi box in alto a destra). Sicuro, infine, il nome del presidente del Centro Italiano Ricerche Aerospaziali, Sergio Vetrella, di Lella Golfo, presidente della fondazione Bellisario, dell’economista, Giuliano Cazzola, del direttore di Qn, Giancarlo Mazzuca e di Daniele Toto, nipote del proprietario della Compagnia aerea Air One. Sullo sfondo si cerca di risolvere qualche problema di metodo. Guido Crosetto e Raffaele Fitto continuano, infatti, a chiedere che sulle deroghe al divieto di candidatura dei consiglieri regionali intervenga direttamente Silvio Berlusconi.






giovedì 6 marzo 2008

Tutti i sondaggi concordano, cresce il Pdl Il Pd perde un punto: già finita la "rimonta"


Popolo della libertà in ascesa e Partito democratico in calo. Uno scenario che fino a ieri nemmeno il militante più affezionato del Pdl avrebbe sottoscritto; distante anche rispetto alle previsioni di Silvio Berlusconi, che ha parlato al massimo di un vantaggio costante del centrodestra.Eppure a certificare una tendenza inedita, opposta rispetto a quella descritta quotidianamente da Walter Veltroni, è l’autorevole istituto Demoskopea. Secondo il sondaggio settimanale sulle intenzioni di voto degli italiani, realizzato per Sky Tg24 in vista delle elezioni politiche del 13 e 14 aprile, il centrodestra è passato dal 39,5 per cento della scorsa settimana al 40,5 per cento di ieri. La coalizione quindi, si attesta vicino al 45 per cento, sommando il 4 della Lega Nord e lo 0,5 per cento del Mpa. Un buon risultato al quale corrisponde uno stop dell’effetto Veltroni.Il Pd è infatti passato dal 36,5 per cento al 36 per cento. Un calo avvenuto in coincidenza con l’accordo Pd-Italia dei valori. Nell’apparentamento con Antonio Di Pietro sembra che a rimetterci sia stato proprio il Pd, visto che è passato dal 34,5 al 33,5 per cento, Un calo di un punto, compensato a metà dalla crescita del partito di Di Pietro, passato dal 2 al 2,5 per cento. Un mezzo punto in meno, nel complesso, che non è andato alla Sinistra arcobaleno, data all’8 per cento, lo 0,5 in meno rispetto alla settimana scorsa. E nemmeno ai Socialisti, fermi allo 0,5 per cento.Sembra quindi che, nel caso di Pd-Idv, si stia riproponendo la maledizione delle «biciclette» della prima Repubblica, che racchiudevano diversi partiti e le cui performance elettorali, alla fine dei conti, erano sempre inferiori rispetto alla somma delle singole liste.Se la cava bene l’Udc di Pier Ferdinando Casini, che con il 7,5 per cento, mette in cassa un risultato paragonabile a quello della sinistra Arcobaleno. Una percentuale comunque non sufficiente a superare lo sbarramento regionale per il Senato che è a otto punti percentuali. Confermate anche le previsioni per La destra, con il 2 per cento.Si tratta comunque di dati ancora poco indicativi. Un quarto dell’elettorato, ha ricordato anche ieri il sondaggista Nicola Piepoli, è ancora indeciso.

Secondo Demoskopea lo scarto tra Pdl e Pd è di nove punti percentuali. Martedì Veltroni ha parlato di uno scarto tra i due partiti sempre minore e ormai vicino al 4 per cento. Discrepanze non nuove in periodi preelettorali. Che fanno male soprattutto alla categoria dei sondaggisti, tanto che ieri l’Assirm, l’associazione dei maggiori istituti, ha rivolto un invito a non usare i sondaggi «come strumento di propaganda, scagliandoli, come vere armi, contro lo schieramento avverso», per dimostrare che «il proprio avversario utilizza sondaggi di parte». Con la conseguenza, ha spiegato il presidente Nando Pagnoncelli, «di dettare discredito su un’intera categoria e generare confusione tra gli elettori».