giovedì 19 giugno 2008

Euro forte danneggia l'economia


L'euro forte danneggia l'export e finora l'Ue "colpevolmente" non e' riuscita a intervenire. Lo ha detto il premier, Silvio Berlusconi, da Bruxelles dove si trova per partecipare al summit Ue. "Adesso - ha detto Berlusconi - c'e' anche il problema dell'aumento dovuto alla speculazione dei prodotti dell'energia, dei prodotti alimentari. C'e' il problema di un euro che e' ipervalutato e comporta una penalizzazione grave per le esportazioni dei prodotti europei". Prodotti, ha proseguito il premier, "che oggi sono convenienti la meta' rispetto a quello che erano sei anni fa per chi paga in una moneta che non sia l'euro, e che comportano un'estrema convenienza per i cittadini europei e per le aziende europee nei confronti dei prodotti che arrivano dall'estremo oriente e che sono costruiti con un costo della manodopera che e' frazione del nostro costo". In questo contesto, ha concluso Berlusconi, "credo che l'Europa debba intervenire su questo e finora colpevolmente non e' saputa intervenire.

Fonte Adnkronos


Giustissima l'osservazione del nostro Presidente del Consiglio. Basta pensare che gran parte delle aziende americane stanno abbandonando l'Italia proprio perchè l'euro è troppo forte.Prima un operaio italiano costava poco oggi ad un impresa americana con sede in Italia un operaio costa il doppio proprio in virtù del rapporto dollaro- euro.

sabato 14 giugno 2008

Continua l'operazione trasparenza del Ministro Brunetta. Alcuni dati dell'Abruzzo



Prosegue l’operazione-trasparenza nella pubblica amministrazione avviata dal governo. Dopo la pubblicazione degli stipendi e dei dati sull’assenteismo dei dirigenti pubblici, sul web arrivano i dati sulle consulenze e le collaborazioni esterne ammontate, nel solo 2006, ad oltre 1,3 miliardi di euro. “Sono dati che si commentano da soli”, è stato il lapidario commento del ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, che dopo aver usato parole pesanti contro gli impiegati-fannulloni insiste nel suo programma trasparenza. Secondo quanto pubblicato stasera sul sito del ministero, nel 2006 la Pubblica Amministrazione ha speso per retribuire le oltre 250 mila tra consulenze e collaborazioni esterne ben 1,323 miliardi di euro. Di queste, 396 (che rappresentano appena lo 0,16% del totale) sono state vere e proprie superconsulenze, remunerate con oltre 100 mila euro l’anno. Per la maggior parte (96.719 consulenze, pari al 38,39%) è stato riconosciuto un compensato con parcelle tra i 500 e i 2500 euro l’anno. Sulla pubblicazione dei dati sulle consulenze “non voglio dire altro”, renderli noti “é previsto per legge”. Il ministro Brunetta parla invece in generale del suo impegno contro le inefficienze della Pubblica Amministrazione: “quando ho cominciato la mia battaglia contro i fannulloni, e più in generale contro tutto quello che non funziona come dovrebbe, da economista ho spiegato che il paese non può permettersi questo peso”. In un contesto europeo, “con la moneta unica e libera concorrenza tra banche e aziende”, per il ministro “quello della burocrazia è un peso insostenibile. Basta pensare che se avessimo la stessa efficienza della Pubblica Amministrazione di alcuni paesi del Nord Europa la crescita del Pil potrebbe aumentare del 30%”, passare per esempio “da un +1% l’anno al +1,30%”. Brunetta lo ha detto partecipando ad una presentazione del libro di Stefano Livadiotti “L’altra casta. L’inchiesta sul sindacato”. Si è quindi soffermato sulla difficoltà del confronto con le organizzazioni sindacali. “Non posso, per esempio, fare riunioni di ore e ore per discutere di meccanismi premiali nell’ambito di un prodotto, la Pubblica Amministrazione, che stavo per dire che fa schifo, da ministro non posso dirlo, diciamo che non è certamente apprezzata”. Brunetta dice che i suoi “clienti sono i cittadini”. Ed è con i cittadini che vuole un confronto. “Se poi qualcuno tirerà fuori uno sciopero generale - aggiunge - io spiegherò ai cittadini che quel sindacato è contro di loro, e poi vedremo cosa succede”. Da “socialista in Forza Italia” Brunetta dice di “amare il sindacato: guardo - sottolinea - con amarezza a questi problemi. Tutto questo fa male al paese”. Per il ministro della funzione pubblica “il grande consenso manifestato dall’opinione pubblica” alle sue prime mosse per una maggiore efficienza della Pubblica Amministrazione “é dovuto anche al fatto che la gente ha le scatole piene di un sindacato conservatore. Ed io dico lo stesso - aggiunge -: ne ho le scatole piene. Il paese non ne può più di un sindacato conservatore così come è anche vero che non ne può più della casta della politica”. Brunetta ne è certo: “o il sindacato cambia o è destinato a sparire: le relazioni sindacali hanno bisogno di un sindacato forte ma non di un sindacato conservatore. C’é uno spazio enorme per un sindacato diverso”. (Fonte ANSA).
La situazione dell'Abruzzo
Nel 2006 la pubblica amministrazione in Abruzzo ha speso più di sedici milioni di euro precisamente 16.131.106,06).
3.500 gli incarichi conferiti. Sul sito del Ministero è possibile analizzare nel dettaglio tutte le consulenze ed incarichi dati nella nostra Regione nel corso dell'anno 2006 che grazie al ministro brunetta sono on line.

venerdì 13 giugno 2008

L'IRLANDA NON RATIFICA IL TRATTATO DI LISBONA


- L'Irlanda dice 'No', ma intanto sono già 18 i paesi che hanno ratificato il Trattato di Lisbona, tutti tramite procedura parlamentare. Le ultime tre approvazioni portano la firma di Estonia, Finlandia e Grecia che hanno approvato il testo proprio alla vigilia del referendum irlandese, un segnale caduto nel vuoto. All'appello della ratifica mancano ancora Belgio, Cipro, Italia, Olanda, Gran Bretagna, Repubblica Ceca, Spagna e Svezia. La vittoria dei 'No' in Irlanda potrebbe rallentare un po' le procedure di ratifica soprattutto nei paesi additati come euroscettici, ossia Gran Bretagna e Repubblica Ceca. Londra ha già assicurato ieri che non intende cambiare il proprio calendario di ratifica, e oggi il segretario al Foreign Office David Miliband ha detto che il processo va avanti, mentre da Praga giungono notizie di segno opposto. In Italia la ratifica dovrebbe arrivare prima dell'estate: il governo ha già dato la sua approvazione, non senza polemiche viste le riserve della Lega Nord, ed ora si attende il voto del Parlamento, atteso a breve, come ha indicato la Farnesina. I PAESI CHE HANNO GIA' RATIFICATO LISBONA - Romania 4 febbraio 2008 - Ungheria 6 febbraio 2008 - Malta 6 febbraio 2008 - Francia 14 febbraio 2008 - Polonia 2 aprile 2008 - Slovacchia 10 aprile 2008 - Portogallo 23 aprile 2008 - Austria 24 aprile 2008 - Danimarca 24 aprile 2008 - Slovenia 24 aprile 2008 - Bulgaria 28 aprile 2008 - Lettonia 8 maggio 2008 - Lituania 8 maggio 2008 - Germania 23 maggio 2008 - Lussemburgo 29 maggio 2008 - Estonia 11 giugno 2008 - Finlandia 11 giugno 2008 - Grecia 11 giugno 2008

I PAESI CHE LO HANNO RESPINTO - Irlanda 12 giugno 2008 via referendum

IL PUNTO SU CHI DEVE ANCORA RATIFICARE - Belgio: in via di approvazione nei Parlamenti regionali. - Cipro: voto parlamentare previsto per l'estate. - Italia: voto alle Camere a giugno o luglio.- Olanda: voto parlamentare previsto per l'autunno. - Gran Bretagna: approvato in Camera dei Comuni, manca il voto alla Camera dei Lord, i conservatori chiedono referendum. - Repubblica Ceca: processo di ratifica interrotto per valutare compatibilità con Costituzione nazionale. - Spagna: ratifica prevista in autunno. - Svezia: ratifica prevista per novembre.
Fonte Ansa
IL RUOLO DEL SIGNOR GANLEY
Si chiama Declan Ganley, e fino a poco tempo fa era solo un ricco uomo d'affari, totalmente sconosciuto fuori dal suo ambiente, che trattava soprattutto con l'estero. Oggi, da leader della campagna referendaria, è il vincitore indiscusso del referendum col quale l'Irlanda ha bocciato il Trattato di Lisbona. Il 'Signor No', com'è ormai viene chiamato in Irlanda, è stato la forza propulsiva dietro l'aggressiva campagna che ha chiesto agli irlandesi di votare No. Il suo movimento, Libertas, ha tappezzato le strade di poster e ha noleggiato elicotteri che hanno trascinano enormi striscioni chiedendo di votare contro il Trattato. "Tenete l'Europa fuori dal campo - Votate No", recitava uno che sorvolava lo stadio di Croke Park nei giorni scorsi durante una partita. Ganley, 39 anni, vive in una lussuosa villa a Galway, gira in Rolls Royce, in Mercedes e in elicottero. La sua tesi è: "L'Irlanda è un paese pro-Europa. Vogliamo che l'Irlanda sia al centro dell'Europa, ma vogliamo un'Europa democratica e che si prenda le sue responsabilità. Il Trattato è l'esatto opposto di questo".
FONTE L'UNIONE SARDA

martedì 10 giugno 2008

I punti chiave del programma del ministro Gelmini


Merito, valutazione e autonomia i principi guida del programma della Gelmini per la scuola. Ecco i punti chiave. Via la logica centralistica. Secondo la Gelmini è necessario superare una «vecchia e deleteria» logica centralistica che non tiene conto delle specificità sociali e territoriali. Il nuovo ruolo delle Regioni, sancito dal titolo V della Costituzione e da definire compiutamente nell'attuazione della legge Moratti, così come il necessario rafforzamento dell'autonomia scolastica, devono costituire una sorta di federalismo all'insegna della sussidarietà.Prof con contratto ad hoc. Rivalutazione del ruolo dei docenti, a partire dal pieno riconoscimento del loro status professionale che non può essere confuso con chi nella scuola ricopre altri ruoli. Quindi, contratto separato per la categoria e la previsione di una carriera. sul tema necessità di adeguare gli stipendi degli insegnanti italiani alla media Ocse.Autonomia singole scuole. La Gelmini vuole valorizzare la governance degli istituti, dotarla di poteri e risorse adeguate e puntare sulla loro valutazione che va fatta varando un sistema avanzato che certifichi, in trasparenza, come e con quali risultati viene speso il denaro pubblico.Parità scolastica. Sia le scuole dello Stato che quelle paritarie gestite da privati svolgono un servizio pubblico. Va assicurata la libertà di scelta delle famiglie. Gelmini non anticipa come raggiungere l'obiettivo anche se suggerisce di valutare le soluzioni promosse dai governi regionali più sensibili al tema.Da licei agli istituti professionali tutti in serie A. Tutta la scuola superiore va portata in serie A, dice Gelmini, sottolineando come gli istituti tecnici siano lo «zoccolo duro» dei nostri laureati in ingegneria. Per la formazione professionale, va seguito l'esempio di Regioni che hanno costruito un sistema di grande qualità creando permeabilità tra mondo della scuola e mondo del lavoro. Ritorna l'educazione civica. Nel 50esimo anniversario dell'introduzione dello studio dell'educazione civica nelle scuole da parte di Aldo Moro, la Gelmini sottolinea la necessità di restituire alla materia «un ruolo centrale». Tolleranza zero contro il bullismo. Il ministro promette che non saranno più tollerati gli atti che non rispettino i compagni, gli insegnanti e le strutture. In arrivo norme più severe.


Fonte Il messaggero.it