sabato 1 marzo 2008

Fini: NO a Mastella


«Mastella si candiderà con la Dc di Pizza, apparentata con il Popolo della Libertà». L’annuncio da parte di un Silvio Berlusconi pronto a prodursi in una delle sue migliori performance, e del resto si trattava di presentare il nuovo «contratto con gli italiani», ha prodotto ieri il primo vero caso-candidature nel Pdl. Il rischio era che Mastella, uscito dalla porta, «potesse rientrare dalla finestra della Dc di Pizza o di quella di Rotondi», per dirla con Ignazio La Russa che pure annota «niente di personale con Clemente, per carità». Gianfranco Fini non ha gradito la sortita di Berlusconi e, chiarita la cosa al telefono col Cavaliere, ha calato il suo veto: «Mastella non si candiderà con il Pdl, ne ho parlato con Berlusconi che condivide questa posizione». E poco dopo, analoga sortita dall’altro alleato, la Lega, per bocca di Roberto Maroni. Ma quel che Fini ha fatto notare a Berlusconi, premesso che non c’è «nulla contro Clemente», è che il Pdl non si può ritrovare con un alleato nazionale che poi, a Ceppalonia, sta nelle giunte col centrosinistra. Un argomento che il Cavaliere ha afferrato al volo, e così al leader dell’Udeur non è restato che reagire secco, e un po’ piccato, «Se e come andrò alle elezioni lo decido io, in ogni caso presenterò liste Udeur ovunque». Perché pare che, prima dello stop di Fini, l’accordo con il Pdl fosse stato trovato.

Un punto su un’eventuale alleanza, quella con Mastella, più che un semplice problema di candidature. Il Pdl non ha ancora affrontato davvero la questione, di certo c’è un pressing del Cavaliere sull’ex presidente di Confindustria Antonio D’Amato. Le candidature verranno condivise con An (è il caso di Fiamma Nirenstein, che sarà in quota An, mentre Fisichella, se sciogliesse le riserve, sarebbe in quota forzista, tanto che su di lui continua il pressing di Schifani), mentre in Forza Italia qualcuno lancia il nome dell’atleta Fiona May, ma nulla ancora si sa dei «giovani e donne» di cui il Cavaliere proprio ieri ha annunciato la forte presenza nelle liste. Certa invece la candidatura di uno dei leader della comunità ebraica italiana, Alessandro Ruben che ha un rapporto stretto con Fini. E c’è chi, come l’ex della Croce Rossa e berlusconiano sul fronte di Baghdad Maurizio Scelli, prepara il curriculum, «quando me lo mandi?» gli ha chiesto ieri il Cavaliere incontrandolo per caso. Intanto, La Russa cerca di prendere sportivamente la candidatura della conduttrice tv (e nuora di Carlo De Benedetti) Paola Ferrari con i parenti-serpenti della Destra di Storace, «le ho mandato un sms con un “in bocca al lupo”, del resto è talmente amica di Daniela... e lo dico sperando che anche Santanchè resti amica sua, naturalmente». Mentre Raffaele Lombardo punta a mettere in lista il magistrato antimafia Alfonso Giordano.

Veltroni invece comunica le candidature del Pd con strategico centellinamento. Ieri è stata la volta della ventiseienne ricercatrice Pina Picierno: sarà capolista in Campania al posto di Ciriaco De Mita, proprio lei che sull’ottantenne leader democristiano ha anche scritto una tesi, analizzandone il linguaggio. Una doppia beffa, per De Mita che ha lasciato il Pd sbattendo la porta. Altri nomi per ora segreti verranno annunciati, circolano quello del volto del Tg1 David Sassoli, e quello di Michele Salvati, l’economista prestato alla politologia che per primo propose un partito democratico, destinatario di bigliettini veltroniani di questo tenore: «Michele, è questo il Pd che avevi immaginato?». Mentre solo tra l’8 e il 10 marzo, quando Veltroni sarà in Veneto, si scioglierà il busillis sul nome di Massimo Calearo. Ieri il potente presidente di Federmeccanica si è dimesso (per una polemica interna) da presidente degli industriali di Vicenza, e al loft hanno intravisto uno spiraglio. Di conseguenza, è ripartito il pressing perché si candidi da capolista in Veneto, e contestualmente Maurizio Martina s’è messo in caccia di una candidatura vicentina e femminile (perché Calearo non è di Vicenza). Veltroni tiene molto a Calearo: i presidenti di Federmeccanica sono storicamente, in Confindustria, dei «falchi», ma a Calearo è riuscito un capolavoro di dialogo, con lui sia pure dopo lungo interloquire la Fiom ha firmato, cosa che non accadeva da anni, il rinnovo del contratto dei metalmeccanici. Va da sé che se accettasse di correre con il Pd sarebbe destinato a ben altro incarico che non a quello di semplice parlamentare. A sinistra invece si candiderà, ma come indipendente e non in Sicilia, Rita Borsellino, che è pure in ticket con Anna Finocchiaro per le regionali siciliane.

fonte lastampa.it

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