mercoledì 19 dicembre 2007

FELTRI DA' RAGIONE A FINI



Cara Daniela, i tuoi dissapori nei confronti di Gianfranco Fini sono noti e non mi stupisco del tuo desiderio di polemizzare con lui. Cose vostre, interne alla destra, forse addirittura personali. Capirai che su questa strada non ti posso seguire; non sono parte in causa, ma un semplice cronista con la grazia della libertà di critica. Credimi non ho alcun interesse che Berlusconi faccia la pace con Alleanza nazionale e con l'Udc. Ma siccome mi occupo, tra le altre cose, di politica ho intervistato Fini nel tentativo di cogliere l'ispirazione della sua linea. E le sue dichiarazioni hanno provocato un terremoto. Segno che erano importanti. Ho trovato strano l'atteggia mento dei coordinatori di Forza Italia Bondi e Cicchitto, i quali hanno risposto a Fini intervistato da Libero con una lettera indirizzata al Giornale anziché a noi. Più ridicoli e scorretti di così si muore. Ma non è di questo che intendo parlare. Stiamo al tema.
La Casa delle Libertà è stata demolita. Prima dall'uscita di Pier Ferdinando Casini. Poi dal Cavaliere che si è messo in proprio con il Popolo della libertà.
La manovra non mi ha colto impreparato. Già in settembre-ricorderai- avevo annunciato su Libero che Silvio aveva in programma di mollare gli alleati e costruire attorno ai circolo di Michela Brambilla un nuovo soggetto politico che raggruppasse chiunque avesse interesse all'iniziativa.

Ogni volta che scrivevo un articolo sull'argomento, venivo regolarmente smentito dallo stesso Silvio e deriso da tutti gli altri: il solito Feltri che si inventa scenari biblici.Viceversa è andata esattamente come avevo previsto.Non me ne glorio, per carità. Ma avrò pur qulache titolo per commentare.
Sicchè dico che Fini, se non ha tutte le ragioni, non ha neppure tutti i torti.
Secondo i sondaggi, egli dispone di un 12-14 per cento di consensi; inoltre è considerato l'uomo politico più stimabile. Lo si può trascurare, scaricare con una scrollatina di spalle? A me non sembra. Bisognerà pur ascoltarlo. Invece mi pare che il Cavaliere non abbia più voglia di farlo, preferendo attendere che bussi alla sua porta. Intendiamoci, ha il diritto di agire in questa maniera.Ma è logico che An-a questo punto- si ponga il problema di pensare alla sopravvivenza.O è vietato?
Gianfranco prospetta uno schieramento di destra alternativo al Popolo della libertà. Non certo alleandosi con una generica sinistra, ma con soggetti (per esempio Di Pietro, e magari l'Udeur:chi può dirlo?) che abbiano qualcosa in comune con An, senza ovviamente escludere l'Udc.E' una follia? Forse. Ma anche la corsa solitaria di Berlusconi è un azzardo. Eppure tu sorvoli.
Un osservatore distaccato come me è costretto a domandarsi perchè il Cavaliere rinunci all'apporto di partiti consistenti come An e Udc.
Immagino: ne ha piene le balle di trattare su ogni virgola, desidera comandare senza interferenze, non sopporta più le verifiche, le richieste di discontinuità e roba del genere.
Figurati se non afferro il concetto.
Però c'è un'incognita. Se è vero che per governare serve almeno il 51% dei voti, come farà il Popolo della libertà ad arrivarci senza il contributo degli ex alleati?
Si vede che il Cavaliere ha un asso nella manica. Quale? Due ipotesi. O punta su un premio di maggioranza garantito da una probabile nuova legge elettorale, che gli consentirebbe di aggiudicarsi il 55% dei seggi parlamentari (in caso di vittoria alle urne). Oppure punta - a spoglio avvenuto- a coalizzarsi con Veltroni pur evitando con cura di dirlo apertis verbis. Non si dà una terza opzione. Io almeno non la scorgo.
Dinanzi a questo quadro quantomeno nebuloso che dovrebbe fare Fini, suicidarsi? Cospargersi il capo di cenere? Detto ciò rimango convinto dell'opportunità che il centrodestra escogiti il modo di ricompattarsi.Però è indespensabile che se uno fa un primo passo, l'altro non ne compia due indietro.Altrimenti i quattro leader non si incontreranno mai.
In sostanza ho un timore: che a furia di litigare si finisca per favorire la sinistra, che in materia di liti non è seconda a nessuno, ma se si tratta di addentare il potere va d'amore e d'accordo.
Quanto al tuo dissenso circa la politica di Fini ho idee diverse. Anche io come lui non sono mai stato fascista pur apprezzando le opere di Mussolini (quelle buone, la maggior parte.) Come lui sono laico e ai referendum di alcuni anni fa (fecondazione assistita) votai una sfliza di sì. Come lui penso che studiare il Corano non conduca all'islam e semmai allontani da esso.L'ignoranza non è un pregio.Come lui penso che la destra debba evolversi e abbandonare posizioni bigotte e antiquate. La spiritualità, i valori della religione, Dio, la speranza di andare in paradiso e tutte queste belle cose sono affari strettamente personali, non prerogative di un partito come An.
Fini non è credente? Non lo sono sono neanche io. E allora? Ci condanni al rogo? Curioso.
Non mi fido di chi impone la sua fede e i suoi pregiudizi per statuto.
Preferisco la libertà e me la prendo.

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