giovedì 17 luglio 2008

Caso Englaro


Si riporta di seguito l intervento del Senatore Prof.Gaetano Quagliariello.




Corriere della Sera, 15 luglio 2008
C'è un convitato di pietra nel dibattito sul caso di Eluana Englaro. E' lo stato di diritto, che dovrebbe stare a cuore allo stesso modo a tutti gli interlocutori. A prescindere da quel che si pensa del merito delle sentenze della Cassazione e della Corte d'Appello di Milano - e personalmente ne penso male -, dai liberali e dai democratici di ogni orientamento, qualunque opinione si abbia sulla vita e sulla morte, ci si sarebbe aspettata una strenua difesa del diritto a far valere le proprie opinioni nell'unica sede costituzionalmente deputata all'approvazione delle leggi: l'assemblea parlamentare. E' così irrealistico temere che la sentenza della Suprema Corte, inopportunamente lunga e dettagliata, possa condizionare il Parlamento? E si può veramente accettare senza batter ciglio che su una materia così delicata il percorso decisionale sia sottratto a chi detiene la rappresentanza popolare? E ancora: se si lascia che Eluana Englaro muoia di fame e di sete per sentenza, e lo si considera legittimo, non si corre il rischio di accreditare l'idea che una legge non serva non perché sono sufficienti le norme attuali, ma in quanto la decisione può essere demandata caso per caso all'autorità giudiziaria?

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sono la sorella di una persona che sta come Eluana Englaro. Conosco tante famiglie che stanno disperatamente ceracndo di far sentire la propria voce. Vi propondo
un blog da visitare:
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