lunedì 16 aprile 2007

ONORE AI FRATELLI MATTEI -Stefano e Virgilio


E' la notte del 16 aprile 1973, quando si inaugura un nuovo modo di attentare al rivale politico, che presto diventerà moda in tutta Italia. Un gruppo di attivisti di Potere Operaio sale le scale del caseggiato dove abitano i Mattei e versa una tanica di benzina sul portone, spingendo il liquido sotto la porta...un fiammifero ed è l'inferno. Le fiamme avvolgono il portone, ma anche la porta della camera dove dormono i due fratelli, l'intera stanza prende fuoco in pochi minuti. Virgilio balza subito in piedi e corre verso la finestra, potrebbe salvarsi saltando, poi si volta vede il fratellino lottare contro le fiamme che hanno avvolto la coperta. Cerca di aiutarlo ma le fiamme si attaccano anche al suo pigiama. Potrebbe prendere il fratello e gettarlo tra le braccia della gente che sotto è pronta, ma le fiamme lo stanno divorando e non riesce a trovare la forza di alzarlo. Un ultimo tentativo ed è la fine, morirà lì, aggrappato ai fili.
Questa scena si incide negli occhi, nella memoria e nella coscienza di tutti i militanti di destra e rimane una ferita profonda inferta non solo alla nostra parte politica, ma alla civiltà in assoluto.
Gli autori dell'eccidio, Marino Clavo, Achille Lollo e Manlio Grillo, appartenenti a Potere Operaio, vengono arrestati dopo un anno di indagini. Per loro tutta la sinistra si mobiliterà con cortei, petizioni, manifestazioni, aggressioni (che porteranno alla morte di un altro missino). Nonostante l'azione omicida fosse rivendicata da Potere Operaio, la stampa cercò di innalzare una cortina di dubbi, attribuendo addirittura l'omicidio ad una faida interna all'ambiente della destra romana.
I tre assassini, ritenuti colpevoli in tutti e tre i gradi di giudizio,sono riusciti a scappare dall'Italia e oggi vivono "tranquilli" in Africa.
Oggi come allora, tutti gli uomini e le donne onesti si riconoscono nella ferma condanna di quel terribile gesto, di cui viene raccontata l’indicibile barbarie.
Nessuno può e deve dimenticare che le uniche vittime di questa orribile vicenda sono stati due ragazzi in tutto e per tutto innocenti, che oggi avrebbero avuto 56 e 42 anni, uomini come noi. Mentre le anomalie giudiziarie di uno Stato troppo spesso assente hanno fatto sì che i loro assassini abbiano goduto di una impunità assolutamente scandalosa.

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